Questo contenuto è tratto da un articolo di Orlando Silva per FadeawayWorld, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
La stagione 2022/23 finora non è stata semplice, anzi, per i Golden State Warriors. Se pochi mesi fa la squadra di Steve Kerr si presentava come campione in carica e favorita della Western Conference, oggi lo scenario è ben diverso nella Baia.
I motivi di preoccupazione per la Dub Nation sono tanti. L’anno è iniziato con lo spettro della vicenda Draymond-Poole, che sembra ancora aleggiare sull’organizzazione; le 27 vittorie ottenute fin qui, a fronte di 26 sconfitte, sono valide per un momentaneo decimo posto a Ovest; e Stephen Curry ha rimediato un nuovo infortunio, le cui tempistiche di recupero non sono ancora chiare, ma in ogni caso non sembrano poter essere brevi.
Un’altra ragione di inquietudine per la franchigia, inoltre, è il deludente rendimento di Jordan Poole, che pochi mesi fa ha firmato un’estensione quadriennale da 128 milioni di dollari. JP è stato criticato in più occasioni da coach Kerr per il suo inaffidabile decision-making, e l’allenatore non è l’unico ad avere delle perplessità sul conto della giovane guardia. Stando a quanto raccontato da un anonimo dirigente della Western Conference a Sean Deveney (Heavy.com), all’interno del front office dei Warriors è diffusa la delusione per la (non) crescita di Poole rispetto alla scorsa stagione, soprattutto sul versante difensivo:
“Poole ha avuto un inizio di stagione molto difficile, poi si è ripreso. I Warriors, però, sembra che non sappiano cosa fare con lui. Il suo rendimento è decisamente migliore da starter, ma la difesa è davvero pessima quando JP è nel quintetto. Si aspettavano altro da lui in questa stagione. In primis che diventasse un difensore più solido, ma non è quello che è successo.”