Tipo di infortunio, area interessata e possibili tempi di recupero: tutto sullo stop di Stephen Curry

Secondo infortunio stagionale per Stephen Curry: dopo quello alla spalla che lo ha tenuto fuori dai campi per un mesetto, ora è il turno della gamba sinistra, e la gravità dovrebbe essere più o meno simile.

La gamba, che già era acciaccata dalla partita contro i Denver Nuggets, ha preso un ulteriore colpo durante una penetrazione di McKinley Wright, nel terzo quarto della vittoria contro i Dallas Mavericks. Curry ha immediatamente cominciato a zoppicare, raggiungendo poi rapidamente gli spogliatoi.

Dopo la risonanza magnetica, la notizia riportata da Shams Charania di The Athletic è quella di uno stop di “diverse settimane”. Il numero esatto di settimane dipenderà da determinati fattori.

L’infortunio dichiarato dai Golden State Warriors è una lesione parziale (importante) del legamento tibio peroneale anteriore e della membrana interossea, dovuta alla contusione. Si tratta di un infortunio abbastanza raro, ma da non sottovalutare.

Come specificato dal dottore sportivo Rajpal Brar, il legamento in questione si trova all’esterno della parte bassa della gamba, e connette tibia e perone.

Vista la rarità dell’infortunio, diventa complicato trovare precedenti e stabilire con precisione i tempi di recupero. Curry ha 34 anni, e gli Warriors non hanno alcun interesse a stressare ulteriormente la sua gamba. La data del ritorno in campo dipenderà dal grado della lesione parziale e dalla durata del dolore nel corso delle settimane.

Secondo quanto riportato dagli insider vicini alla franchigia, Steph si è detto contento di poter tornare in campo, una volta scongiurata la minaccia di una possibile fine anticipata della sua stagione.

Vista la situazione in classifica, però, Steve Kerr spera di poterlo schierare nuovamente in campo il prima possibile.