Questo contenuto è tratto da un articolo di Christian Dahms per Air Alamo, tradotto in italiano da Marta Policastro per Around the Game.
In quasi vent’anni, Chris Paul ha ampiamente dimostrato di essere uno dei migliori playmaker della storia: 12 convocazioni all’All-Star Game, 11 inserimenti nel quintetto All-NBA, quasi 12 mila assist in carriera e l’inclusione nella classifica dei migliori 75 giocatori di sempre. Ma non solo. I tifosi degli Spurs, squadra con la quale il giocatore ha recentemente firmato un contratto annuale da 13 milioni, non vedono l’ora di assistere al suo debutto con la divisa neroargento. Nell’attesa, possono rivivere alcune delle sue migliori performance.
I 61 punti in High School
Il percorso di Point God cominciò molto prima del suo ingresso nella lega: nel corso dell’anno da senior in North Carolina, il nonno, al quale Chris era molto legato, fu ucciso all’età di 61 anni. Alcuni giorni dopo la tragedia, Paul, nonostante il dolore, decise di scendere in campo per dedicare la propria prestazione al nonno. Quella sera, il 18 novembre 2002, CP3 segnò 24 punti nel solo secondo quarto e arrivò a pochi minuti dalla fine con la possibilità, segnando il tiro libero aggiuntivo, di raggiungere quota 62 e di proiettarsi all’inseguimento del record di punti individuale (67). Paul decise di sbagliare di proposito, come omaggio al nonno.
Il duello con Nash al secondo overtime
Nel 2008, Point God chiuse una stagione da record per gli Hornets (56 vittorie) al secondo posto nella corsa all’MVP, con 21.1 punti, 11.6 assist e 2.7 palle rubate di media. La sua migliore prestazione stagionale arrivò nella vittoria al secondo overtime contro i Phoenix Suns del due volte MVP Steve Nash, il 6 febbraio. L’incontro si concluse con ben sei giocatori sopra i 20 punti e con il canestro decisivo di Peja Stojakovic sulla sirena. CP3 segnò 42 punti, accompagnati da 9 assist 8 palle rubate e costrinse Nash a commettere 10 turnover.
Una prestazione da record in maglia Clippers
Nelle sei stagioni a Los Angeles, sponda Clippers, CP3 riuscì a trasformare una squadra mediocre in una contender, dando inizio all’era di Lob City. Nel 2015, contro i Portland Trail Blazers del giovane Damian Lillard, Paul segnò 41 punti (career-high) accompagnati da 17 assist, tirando con il 61% dal campo e mettendo insieme una delle migliori prestazioni della lega, nella vittoria dei suoi per 126-122.
In cima alla Western Conference
Nel 2021, CP3 si trovava in una situazione nuova: veterano in un gruppo di astri nascenti, come Devin Booker, Mikal Bridges e DeAndre Ayton, Paul si rivelò il pezzo del puzzle che mancava ai Phoenix Suns per arrivare alle Finals. Nella vittoria per 130-102 contro i Clippers in gara 6 delle Conference Finals, il giocatore sfoderò una prestazione da 41 punti con 7 su 8 da tre punti, 8 assist e zero turnover. Anche se i Suns avrebbero ceduto il passo ai Bucks in finale, CP3 riuscì a dimostrare di essere ancora un giocatore di valore per una contender.
La partita perfetta
Nel corso delle tre stagioni in Arizona, Paul inanellò una serie di prestazioni indimenticabili. In gara 6 del primo round dei Playoffs contro i New Orleans Pelicans, pochi giorni prima di compiere 37 anni, CP3 segnò 33 punti con il 100% dal campo (14 su 14) nella vittoria per 115-109. Nessun altro prima di lui era mai riuscito a tenere il 100% al tiro su più di 13 tentativi. Sicuramente il destino ha in serbo per Chris Paul un posto nell’Hall of Fame ma, per ora, il giocatore è pronto a voltare pagina per affrontare un nuovo capitolo, questa volta in maglia Spurs, a fianco del giocatore più promettente della lega, Victor Wembanyama. Riuscirà Point God a regalare ai suoi nuovi tifosi altre prestazioni indimenticabili?