La NBA è business, lo sappiamo bene e ci viene ricordato ogni qualvolta arriva il momento del mercato: scambi improvvisi senza il consenso dei giocatori, oppure i giocatori stessi che compromettono la stagione di una squadra forzando una cessione. In mezzo, tuttavia, ci sono comunque dei rapporti umani di fiducia, che vengono condizionati da queste dinamiche.
Ne è una prova il caso James Harden, che negli anni ha trovato in Daryl Morey il General Manager che gli ha permesso di emergere nell’Olimpo dei giocatori NBA, per poi non rispettare una promessa e non offrirgli il contratto pre-pattuito nell’estate scorsa.
Il Barba non è stato l’unico ad essersi sentito tradito da Morey. Già in passato, nell’estate del 2019, Chris Paul è finito vittima di una parola non mantenuta dall’allora GM degli Houston Rockets, che lo scambiò per Russell Westbrook. Questo il racconto di CP3:
Arrivai in palestra per allenarmi e Daryl mi chiamò. Mi disse “Voglio essere sicuro che tu non voglia andare ad OKC”; io ho risposto “No, voglio rimanere, ho fatto venire tante persone qui a Houston”, e lui “Ok, volevo solo esserne sicuro. Non ti scambierei mai dove non vorresti andare, perché hai scelto di venire qui da Los Angeles”.
Qualche ora dopo ero a casa a rilassarmi, ero al telefono con Jada, mia moglie, e all’improvviso sentii la notizia della trade con i Thunder. Il mio telefono cominciò a suonare ed era Daryl che mi chiamava; mi disse “Hey amico, è successo tutto in fretta”. Io gli dissi “E’ tutto a posto ma dimmi solo una cosa, mi avevi detto che non mi avresti scambiato giusto?”, lui rispose “Si l’ho detto ma..” e io chiusi la telefonata dicendo “Questo è tutto ciò che volevo sapere”.
Nonostante la delusione, nella stagione successiva Paul riuscì a portare, contro ogni pronostico, gli Oklahoma City Thunder ai Playoffs.