Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per The Undefeated, tradotto in italiano da Federico Frumento per Around the Game.
Il motto nazionale delle Bahamas è “Forward Upward Onward Together”. Lontano da casa, a Phoenix, è quella mentalità bahamiana che ha aiutato Deandre Ayton ad accettare la sua situazione contrattuale non risolta con i Suns.
“Non sono davvero preoccupato per cose del genere e per tutte le cose che ho ora in testa”, ha detto recentemente Ayton a The Undefeated. “Sto solo abbassando la testa e lavorando. Io? Vengo dalle Isole. Lavoriamo per quello che vogliamo, ce lo meritiamo. Mi impegnerò al massimo in campo e otterrò quello che merito”.
Durante la stagione 2020/21, Ayton ha segnato una media di 14.4 punti, 10.5 rimbalzi e 1.2 stoppate a partita nella sua terza stagione NBA, e il suo 66% dal campo in post-season è stata la percentuale più alta nella storia della NBA, secondo ESPN Stats&Info.
Il centro era eleggibile per firmare un’estensione di cinque anni e 172,5 milioni di dollari – con bonus a salire fino a quota 207 milioni – entro la scadenza del 18 ottobre scorso. Un’offerta che da parte dei Phoenix Suns, però, non è mai arrivata.
Altri membri della classe Draft 2018, tra cui Trae Young (Atlanta), Luka Doncic (Dallas), Shai Gilgeous-Alexander (Oklahoma City) e Michael Porter Jr. (Denver) ,hanno ottenuto il massimo salariale. La scelta n.1 del Draft 2018 non aveva alcuna intenzione di accettare un accordo inferiore, come alcune fonti hanno riportato ad Adrian Wojnarowski.
In estate, i Suns hanno ri-firmato Chris Paul con un deal di quattro anni e $120M, e anche Mikal Bridges, altro giocatore uscito dal Draft 2018, ìha firmato un’estensione di quattro anni a $90M. Tutto questo mentre Devin Booker è nel mezzo di un contratto quinquennale da 158 milioni, che durerà fino alla stagione 2023/24.
Ad Ayton, invece, l’offerta non è arrivata, e così il centro sarà restricted free agent a luglio 2022. “Qualcosa non ha funzionato, ma me lo sono tolto subito dalla testa”, ha detto Ayton.
“Quello che posso fare per dimostrare di meritare quel contratto è farmi il culo, lavorare sodo e vincere le partite. Alla fine, si tratta di vincere. Se vuoi ottenere qualcosa e guadagnare qualcosa in questo campionato, devi essere un giocatore vincente, fare cose che portino alla vittoria. Mettendo giù la testa e lavorando, sto mettendo fine a tutto quel rumore. Non sono davvero preoccupato per tutto questo.”
“C’è stato il momento di trattare, c’era una scadenza, e qualcosa non ha funzionato. Boom, Bada, Bing. Devo lavorare e basta. Devo giocare meglio che riesco. Devo ancora assicurarmi che questo tizio non mi schiacci in testa, segni in faccia o aiuti la sua squadra vincere la partita. E’ tutto quello che devo fare, ogni partita. E questo è il mio spirito competitivo”.
Ayton, che ha una media di 16.3 punti e 11.1 rimbalzi a partita in questa stagione, per certi versi è un centro “old school”, dal suo gioco… alle basette. E, certo, al suo spirito competitivo. All-Rookie First Team 2019, sa segnare dal post, tirare dal mid-range e stoppare. I riflettori della classe del 2018, tuttavia, hanno spesso brillato su due guardie popolari di alto livello come Doncic e Young, che sono stati entrambi All-Star. Ayton no.
In ogni caso, DA racconta di non sentire pressione per essere la scelta numero 1, e di apprezzare ciò che Doncic e Young hanno portato in NBA. “Riconosco sempre il loro grande impatto”, ha detto Ayton.
“So quanto Doncic e Young stiano lavorando duramente sul loro gioco. Da fuori magari non vedi mai cosa stanno facendo per essere grandi, quindi devi semplicemente dare il rispetto dovuto. Io? Mi preoccupo per me stesso. E’ il tipo di persona che sono: voglio essere il miglior giovane dell’NBA in entrambe le metà del campo, controllando il gioco anche senza segnare tanti punti.”
“Quando sono in campo, ho impatto sul gioco con la mia sola presenza, con il mio essere attivo in diverse aree del campo, creando tiri, adattandomi, rollando, stoppando gli avversari, occupando il pitturato, facendomi sentire, comunicando… Questo è il mio tipo di basket. Palleggiare tra le gambe, non è il mio: ho Book e CP per quello. Prendersi cura del gioco e giocare duro: questo sono io.”
Booker, Ayton e i Suns hanno chiuso 8-0 nella bubble nel 2020, ma non è stato abbastanza per arrivare ai Playoffs. Con Paul che ha unito le forze con Ayton e Booker nella stagione successiva, i Suns hanno facilmente posto fine a un periodo di siccità di 11 anni raggiungendo la post-season.
Coach Monty Williams ha detto che Booker, Paul e il compagno di squadra Jae Crowder hanno dato una grande motivazione a Ayton la scorsa stagione. Ayton, dal canto suo, è stato grandioso nella post-season e si è guadagnato uno dei momenti più memorabili nella storia della franchigia: il “Valley Oop”, la giocata vincente sulla sirena che ha regalato ai Suns una straordinaria vittoria in Gara 2 contro i Clippers.
Il trio dei Suns, poi, ha portato la franchigia alla sua prima apparizione alle NBA Finals dal 1993, contro i Bucks. Ayton ha segnato una media di 14.7 punti nella serie, conditi da 12.0 rimbalzi, 1.5 stoppate e 1.5 recuperi; soprattutto, ha tenuto Antetokounmpo al 53% al tiro quando ha difeso da lui, mentre si aggirava intorno al 70% contro il resto dei Suns.
Ayton ha tirato con più del 50% in 17 partite consecutive di Playoffs, secondo solo a Shaquille O’Neal (2006) nella storia della lega per la serie più lunga di prestazioni del genere in post-season. “Si parla sempre di quanto siano in grado di produrre i lunghi più grossi… Ma quanti ragazzi della sua età sono stati in grado di farlo?”, ha detto Monty Williams.
I Bucks alla fine hanno vinto il titolo NBA in sei partite, ma a Finals concluse, Ayton era già diventato uno dei centri d’élite della lega. Ha avuto un atteggiamento positivo di fronte ai media dopo Gara 6: “Anche se abbiamo perso, ci siamo comunque divertiti. E quando perdo, per me non è mai una sconfitta”, ha detto Ayton. “Imparo sempre.“
“So di essermi fatto il culo. Ho fatto quello che potevo, quello che la squadra mi ha chiesto di fare. Riflettendo, c’è sempre tanto spazio per migliorare. Se posso migliorare anche in questo e quest’altro, chi mi fermerà? Ho lavorato sulla mia capacità di guadagnare dei tiri liberi ed essere una minaccia più pericolosa per le difese. Mi sono già affermato facendo ciò che un lungo deve fare in NBA: proteggere il pitturato.
“Sono felice che siamo andati in finale, tutto il mondo ci stava guardando e non abbiamo deluso. Ci siamo divertiti, ma ora voglio fare di più. Farò di più. Vincere in questo campionato è difficile”.
Williams ha notato l’effetto positivo che la scorsa Playoffs run ha avuto su Ayton, quando è arrivato al training camp in “ottima forma”.
“Fino a quando non lo vedi nei Playoffs, non sai mai come un giocatore possa comportarsi in quel contesto. E giocare nel modo in cui ha fatto Deandre, gli ha permesso di capire – ‘Sì, puoi anche fare di meglio’. Quando giochi così bene nei Playoffs, crei fiducia e ti viene anche voglia di lavorare di più. Ed è quello che ha fatto in offseason.”
Monty Williams
I Suns erano i campioni in carica della Western Conference, ma all’inizio della nuova stagione squadre come Bucks, Lakers, Nets e Warriors sembravano più accreditate. Tirava anche una brutta aria intorno alla squadra dopo che Baxter Holmes di ESPN ha fatto emergere le accuse di razzismo e misoginia nei confronti dell’owner Robert Sarver durante il suo mandato di 17 anni.
Dopo, però, i Suns sono passati da 3-3 a 20-4, inclusa una serie record di 18 vittorie consecutive. E nuovamente Ayton e compagni non sono più trascurati.
“Tutto deriva dall’esperienza dell’anno scorso e dal gioco duro”, ha detto Ayton. “Stiamo giocando molto bene. Non sappiamo più smettere di giocare duro. Da quando sono andato in Finale, non so smettere di dare più del 100%. Dobbiamo rimanere a questo livello di ‘cameratismo’ e continuare a vincere partite.”
Con i Suns che continuano a vincere, la franchigia spera anche di avere tre All-Star per la prima volta dal 2007, con Paul, Booker e Ayton come candidati. Book e CP3 ce l’hanno fatta l’anno scorso, e sembrano pronti a ripetersi. Per Ayton, invece, non sarà semplice. Ma se i Suns continuassero ad avere uno dei migliori record della NBA…
“Voglio essere un All-Star e il Difensore dell’Anno. Lo voglio davvero. Voglio entrare nel primo team All-Defense”.