Ai Raptors manca un ultimo ingrediente per compiere il passo successivo
Questo contenuto è tratto da un articolo di Louis Zatzman per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
In origine il carro non era considerato tra i principali mezzi accreditati a vincere una corsa. L’esempio più antico, probabilmente risalente ai Sumeri, narra di un mezzo di trasporto a ruota molto affidabile, trainato da uno o più animali da soma, e utilizzato sia in ambito bellico che in agricoltura. In seguito gli Ittiti, e in particolare gli Heka, hanno intravisto qualche spiraglio per un utilizzo migliore – gli Heka lo hanno impiegato per invadere l’Egitto. In quel periodo l’Egitto – durante il declino del Regno di Mezzo – era debole e frammentato, e poteva ispirare facili conquiste. Ma il carro non veniva ancora utilizzato in maniera propriamente efficace. Gli Egizi hanno reso il carro più leggero e veloce. Hanno addestrato i cavalli a trainare i carri per lunghe tratte. Hanno impiegato il legno più leggero a disposizione, spesso quello d’acacia, rendendo sia la struttura che le ruote più aerodinamiche e leggere. Hanno implementato la struttura con i paracolpi, rendendo la piattaforma stabile per permettere agli arcieri di poter colpire i bersagli in movimento. Grazie a queste migliorie, gli Egizi sono riusciti a riconquistare il Basso Regno – ovvero, la parte settentrionale – e ad allargare la zona d’influenza fino al Medio Oriente. Si tratta del culmine dell’espansione territoriale egiziana, una rinascita dal periodo più buio. E tutto ciò è stato possibile per via dell’ottimizzazione di uno strumento, a livelli mai visti in precedenza.
Scottie Barnes è una delle più rare e bizzarre star in NBA. Ma, proprio come il carro, non ha ancora sviluppato al meglio il suo stile di gioco per poter esprimere tutto il suo potenziale. Molti giocatori vengono considerati delle star solo per la loro bravura nel finalizzare. Per molte ali, come Barnes, la maggior parte delle occasioni offensive proviene da pick&roll e giocate in isolamento. Scottie risulta molto efficace in queste tipologie di giocata. Nella passata stagione è stato per parecchio tempo tra i migliori a condurre le giocate in pick&roll, con statistiche eccelse in quelle situazioni – a maggior ragione in caso di doppio blocco. Si è presentato alla lega come un ottimo giocatore in ISO e in post, e l’efficienza dei Toronto Raptors è migliorata terribilmente grazie alla sua presenza. Tuttavia, Barnes ha messo in atto un uso poco comune del suo essere pericoloso in certe giocate, se nelle vesti di assist-man. Infatti, tenendo conto solo delle situazioni a termine del possesso – che sia con un tiro andato a segno o con una palla persa – Barnes ha messo a segno meno di 0.9 punti per possesso da conduttore di Pick&Roll e scorer in isolamento nella passata stagione. Entrambi risultati ben al di sotto della media dell’intera NBA. Sembra quasi incredibile, da questo punto di vista, che abbia mantenuto la sua efficienza in queste situazioni di gioco nonostante un così basso tasso di realizzazioni. Ci sono varie ragioni alla base del fatto che il suo scoring non sia stato tanto efficace: il costante ricorso ai raddoppi da parte degli avversari, la capacità dei difensori di ridurre lo spazio in marcatura senza dover temere il fischio arbitrale e infine vari game-plan incentrati su di lui. Ma, nonostante ciò, il suo scoring è migliorato. In varie maniere, la sua efficienza è cresciuta virtualmente in ogni tipo di giocata, ed è il riflesso del miglioramento nelle sue capacità di penetrare nel pitturato, risultare una seria minaccia per le difese avversarie e forzare i cambi di marcatura: il numero di passaggi ricevuti dai vari giocatori è cresciuto anche per via delle loro abilità al tiro – se non si è abili a finalizzare non si riceveranno molti passaggi. Barnes sa finalizzare il gioco – una media di 20 punti a partita e una costante efficienza non sono dati da sottovalutare. Il problema è che le franchigie migliori hanno solitamente a diposizione dei tiratori migliori, decisivi anche nelle giocate più azzardate. In NBA c’è molta differenza tra realizzare compiendo un taglio offensivo, oppure con un tiro in post-up o infine in transizione – o addirittura realizzare un tiro in un momento morto della sfida, con tutti gli occhi addosso. I più forti sono capaci di mettere a segno un canestro in ognuna delle situazioni sopracitate. L’ultima categoria, invece, è una delle più ricercate dai team più accreditati alla vittoria. Osservando le ultime 10 squadre giunte alle NBA Finals, tutte possedevano un leader nelle giocate in isolamento.
Scottie Barnes è stato l’unico tra le fila dei Toronto Raptors a raggiungere certe soglie nella passata stagione, con una media di 0.7 punti per possesso quando ha chiuso con un tiro, subendo un fallo o con un turnover in ISO. Ed anche se è stata una media bassa per lui, che non ha mai superato 0.9 PPP in carriera: Barnes potrebbe essere il leader e uomo franchigia dei Raptors, ma per raggiungere l’élite nello scoring in isolamento e raggiungere il livello delle contender servirà parecchio duro lavoro. A questo punto occorre menzionare i 2 giocatori del roster canadese capaci di risultare efficaci in isolamento – pur non disputando un elevato numero di partite. Si tratta di RJ Barrett (con 1.12 punti per possesso) e Immanuel Quickley (1.11 PPP). Per quanto riguarda quest’ultimo, è facile approfondire il discorso – ha fatto ricorso raramente alle conclusioni a canestro in isolamento, con una percentuale realizzativa del 45.7%, ma la sua frequenza a subire il fallo mentre andava a canestro è stata incredibile: il 19.6%. Lo è talmente tanto da non risultare significativa in un range di partite così ridotto. Per parecchio tempo IQ è stato attorno all’80° percentile nel subire fallo, perciò è davvero eccellente in questa circostanza. Ma il suo rate nell’arco dell’intera carriera è del 10%. Considerando che abbia finalizzato in isolamento meno di 60 possessi con la canotta dei Raptors nella scorsa stagione, con un tiro, andando in lunetta o con una palla persa, è possibile che il livello raggiunto sia stato solo frutto di parecchia fortuna nel subire fallo – anche perché lo stesso dato non è paragonabile al suo rendimento a New York.
RJ Barrett, in compenso, potrebbe esser stata la miglior scommessa dei Canadesi. Ci sono vari dubbi sul fatto che possa continuare su certi livelli d’efficienza, ma non c’è alcuna ragione per dubitare che non possa avvicinarsi a quei risultati. Uno dei temi principali riguardanti RJ è il seguente: se la sua capacità in palleggio restasse immutata tra le sue risorse principali, continuando ad attaccare il pitturato, mantenendo il tocco nelle conclusioni attaccando il ferro, la sua abilità dal perimetro e infine le scelte compiute mantenendo il possesso, FORSE tutti questi elementi potrebbero rappresentare un’enorme risorsa per i Toronto Raptors. Riuscirà a mantenerle tutte immutate? Sembrerebbe arduo, specialmente dando un’occhiata ai precedenti. Per Barrett potrebbero esserci margini di peggioramento seppur mantenendo un buon livello di influenza positiva sui suoi compagni. Ipotizzando che la sua precisione cali dal 39% al 36%, andrebbe ancora bene. Avrebbe ancora una percentuale simile a quella attuale in closeout, con le corsie libere per permettergli di attaccare palla a terra. Ipotizzando adesso un calo nel finalizzare al ferro, anche questo sarebbe accettabile. Si è qualificato in Top-30 per quanto riguarda le giocate dal palleggio nella passata stagione. Ammettendo un suo calo – scendendo in Top-50 – riuscirebbe a garantire comunque solidità come finalizzatore ultimo dei possessi. La consistenza di RJ Barrett nelle giocate allo scadere del cronometro è stata in crescita costante, sin dai tempi di New York fino ai Giochi Olimpici. Le sua percentuale effettiva dal campo è migliorata di ben 12 punti percentuali dopo il suo approdo in Canada nella scorsa stagione. In isolamento il balzo è stato di più di 40 punti percentuali – tirava col 15% in isolamento con la canotta dei New York Knicks l’anno scorso. L’efficacia dei Raptors è rimasta praticamente invariata sia che Barrett finalizzasse le giocate isolamento, sia che perdesse il pallone, dando l’idea che sia una vera e propria fonte di benefici, piuttosto che un giocatore fortunato nel concludere. Ma quando si è trovato in ISO ha terminato con un tiro, andando in lunetta o con una palla persa per meno di 30 volte – con meno di 70 giocate totali provate nella stessa situazione di gioco. Perciò è necessario che il numero di dati a disposizione sia molto, molto maggiore affinché possa raggiungere una certa rilevanza.
Ci sono comunque precedenti riguardo al miglior giocatore a roster che non fosse altrettanto eccellente in isolamento. Basti pensare a DeMar DeRozan quando Kyle Lowry era il migliore in squadra. O Khris Middleton a terminare i possessi durante le Finals anziché Giannis Antetokounmpo. Oppure Jamal Murray anziché Nikola Jokic. A volte accade. Barrett è un giocatore unico, sia nel presente che nel futuro. Può influenzare le partite, conducendo i suoi Raptors alla vittoria in vari modi – anche se fosse Barrett a condurre il gioco, non snaturerebbe la squadra, le gerarchie, i ruoli o il grado di benefici che i 2 apportano. Oppure Toronto potrebbe trovare un giocatore elitario in isolamento proveniente dall’esterno – via trade o magari al prossimo Draft. In passato questa soluzione ha funzionato per i canadesi. A questo punto bisogna affermare che i Raptors fossero già in possesso di un giocatore del genere: Pascal Siakam, finito agli Indiana Pacers per ragioni prettamente economiche – ma Toronto ha fatto la sua scelta, quindi non ha molto senso approfondire questo discorso. A prescindere, i Raptors hanno bisogno di qualcuno che riempia quel buco in squadra. Il carro non sarebbe riuscito a consentire così tante conquiste, riconducendo gli Egizi al loro splendore, senza le giuste migliorie. I Toronto Raptors si trovano nella stessa situazione. Scottie Barnes è già pronto per condurre alla vittoria una vera contender, deve solo affinare le sue tecniche. Ma ci sono altri fattori che in Canada dovranno essere catalizzati per poter mettere Barnes in condizione di realizzare tutto ciò. Lo scoring in isolamento potrebbe essere quello principale.