A partire da quest’anno, l’NBA ha imposto la partecipazione alla Draft Combine come requisito obbligatorio per l’eleggibilità dei prospetti alla selezione di giugno. Oltre alla più celebre e affollata Combine sul suolo americano, a Treviso si è tenuto un secondo evento dedicato ai prospetti europei che non si sono potuti recare negli Stati Uniti perché impegnati nei Playoffs dei rispettivi campionati, tra Francia, Germania e Serbia. I 6 prospetti invitati dall’NBA, nel presunto ordine di chiamata al Draft, sono Zaccharie Risacher (Francia), Nikola Topic (Serbia), Tidjane Salaun (Francia), Pacome Dadiet (Francia), Juan Nunez (Spagna) e Melvin Ajinca (Francia). 

A Treviso i giocatori hanno mostrato le loro skill, tecniche e atletiche, di fronte scout e coach, e partecipato a sessioni di interviste organizzate dall’NBA per permettere ai media di tutto il mondo, tra cui Around The Game, di conoscere le stelle del futuro. Tra difficoltà linguistiche, risposte abbottonate e giornalisti serbi prepotenti che monopolizzavano la scena, ho cercato di imparare qualcosa di nuovo sulle personalità e sullo sviluppo tecnico dei ragazzi. Andiamo ad approfondire la conoscenza dei 3 prospetti da top 10 presenti all’evento: Salaun, Topic e Risacher.

Tidjane Salaun

Non è stato facile cavare degli spunti significativi dall’intervista di Tidjane Salaun, uno dei tanti talenti francesi di questo Draft, un giocatore ancora lontano dalla maturità cestistica ma con grande upside, che offre un intrigante mix di taglia, atletismo e tiro da 3 punti e presumibilmente sentirà il suo nome chiamato in lottery. Metà delle domande erano in francese (io non sono proprio di Parigi centro) e all’altra metà ha risposto in maniera sbrigativa, in evidente difficoltà con l’inglese. L’unica risposta interessante l’ha forse fornita a una domanda su quali fossero gli elementi più importanti nella transizione dal giocare in Francia al giocare in America. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’adattamento in campo è stato l’ultimo dei pensieri di Salaun, più focalizzato sui cambiamenti nella vita quotidiana fuori dal campo, su cui però si è mostrato sereno.


Tidjane Salaun: “I started the transition just last week… different food… different work culture… but the transition is not so hard for me… I can be ready for the NBA and live in America, because I cook, I go to workouts early, the transition is not gonna be hard for me”.

“Ho iniziato la transizione giusto settimana scorsa. Cibi differenti, differente cultura lavorativa, ma non è così difficile per me. Posso essere pronto per la NBA e per vivere negli Stati Uniti, so cucinare, vado preso ai workout, non sarà una transizione difficile.”

Una risposta un po’ inaspettata, che mi ha strappato un sorriso e suscitato simpatia verso il ragazzo, diciottenne alla prima esperienza lontano dalla Francia, e ricordato che tante volte analizziamo ogni singolo movimento sul campo dei prospetti, dimenticandoci che molte delle preoccupazioni e degli adattamenti al mondo NBA avvengono fuori dai 28 metri. Vista la natura grezza del prospetto, ho provato a indagare la direzione del suo sviluppo. Ad oggi uno stretch four ma con taglia e atletismo per coprire qualsiasi posizione nel frontcourt, ho chiesto se in futuro volesse concentrarsi sul suo gioco da esterno o se fosse aperto anche a uno sviluppo da centro small ball, in stile Kevin Love.

Tommaso Bonandrini: “You are entering the NBA as a wing, but given your physical assets, in the future do you see yourself also as a small ball center or do you want to prioritize your development as a perimeter player?”

Tidjane Salaun: “If I’m versatile it’s gonna be great for the team, if they want me as a forward and they would like to make me improve on some aspects of my game to play small forward, center or point guard, I will be ready. I can bring a lot of energy, I can bring so much stuff.”

“Essere versatile sarebbe una grande aggiunta per la squadra; se vogliono che giochi da ala grande e farmi migliorare in alcuni aspetti del mio gioco per giocare da ala piccola, centro o point guard, lo farò. Posso portare tanta energia e molte altre cose.”

Risposta abbottonata, ma è anche giusto così. Nel processo pre-Draft ogni parola di questi ragazzi viene iper analizzata dagli addetti ai lavori e mostrarsi umili e disponibili è la tattica più logica e comune. Purtroppo non ho appeal agli occhi delle dirigenze NBA, ma almeno posso sbilanciarmi sulla risposta: Salaun ha tutto quello che serve per diventare un centro small ball che apre il campo in attacco (32,9% da 3 in stagione, con alto volume e una forma di tiro convincente) e garantisce dinamicità, capacità di cambiare e taglia in difesa. Nel basket di oggi, in cui la multiposizionalità è un asset fondamentale, sviluppare parallelamente sia la dimensione esterna (ora grezza) sia quella interna (ora inesistente) sarebbe la strada più opportuna per un prospetto così verde, e quindi ancora malleabile, come Tidjane Salaun.

Nikola Topic

Un po’ per la sana furbizia balcanica, un po’ per l’esperienza in contesti professionistici di alto livello, nella sua intervista Nikola Topic è sembrato più un professionista navigato che un diciottenne ai suoi primi passi verso la notorietà e l’attenzione mediatica. Maturo, preparato, consapevole, il nuovo fenomeno del basket serbo ha descritto con sicurezza il suo gioco e il suo futuro in NBA.

Nikola Topic: “I can bring an impact on both ends of the floor, I’m a leader, a true leader who will have a big impact on the game, a guy who will not only look for himself but for everybody else and try to make everybody better.”

“Posso essere impattante su tutti e due i lati del campo. Sono un leader, un vero leader che potrà imporsi sul gioco, un giocatore che non pensa solo a sé stesso ma a tutti gli altri, cercando di migliorarli.”

Anche io ho voluto approfondire che tipo di giocatore Topic pensi di diventare in futuro, chiedendogli cosa ne pensasse della player comparison con Goran Dragic. Nikola, di poche parole, non ha eccepito sul paragone, anzi lo ha apprezzato particolarmente.

Tommaso Bonandrini: “You’ve been compared to Goran Dragic, do you agree with this comparison or do you feel like you are bringing something different to the NBA?”

Nikola Topic: “I’m truly grateful for that, it’s a really amazing feeling that somebody is comparing me to a player like him”.

“Sono molto grato di questo paragone, è davvero grandioso che qualcuno mi compari a un giocatore come lui.”

Nella seconda tornata di domande (la decima per i furbissimi giornalisti serbi che fingevano di non cogliere la regola di “una domanda alla volta”) ho invece chiesto se la sua esperienza europea, breve ma significativa, potesse risultare un vantaggio competitivo una volta sbarcato nella NBA. Un vantaggio che mi si era palesato nelle risposte precedenti, da giocatore navigato, già a suo agio di fronte ai media, e che Nikola ha confermato, sottolineando l’importanza degli insegnamenti dei veterani che ha incontrato nel suo percorso.

Tommaso Bonandrini: “What aspects of your European play style and Euroleague experience do you think could give you a competitive advantage in the NBA?”

Nikola Topic: “Of course it helped me, I played in ABA League, which is a very tough league, very experienced players, they helped me a lot, I learned a lot from them, bad things and good things, what to do, what not to do… I’m really grateful for that, that I had a chance to play with some of the best players in Europe, and against them … that really means a lot and I hope that will be my advantage.”

“Ovviamente mi ha aiutato giocare in Europa, ho militato nella ABA League, un campionato davvero difficile, con giocatori molto esperti, che mi hanno aiutato e dai quali ho imparato molto, aspetti buoni e cattivi del gioco, cosa fare e cosa non fare. Sono molto riconoscente di questo, di aver avuto la possibilità di giocare con alcuni dei migliori giocatori in Europa e contro di loro. Questo è molto significativo e spero che possa andare a mio vantaggio.”

In vista del Draft, le preoccupazioni degli scout NBA, oltre alla difesa, al suo gioco off ball e alla sua scalabilità di fianco ad altri giocatori ball dominant, riguardano il ginocchio, già infortunato due volte nel 2024 e che gli ha permesso di giocare solo 7 partite dal suo ritorno alla Stella Rossa a Gennaio. Alla puntuale domanda sulle sue condizioni, la risposta di Topic è stata onesta (anche perché condividere la cartella clinica è ormai obbligatorio per tutti i prospetti) ma non totalmente rassicurante:

Nikola Topic: “I’ve been doing weight room, it’s not 100% healed, I haven’t started running or practicing with a basketball, now the focus is on my rehab, on my knee and on my body.”

“Vado in sala pesi, non è guarito al 100%, non ho ancora cominciato a correre o ad allenarmi con la palla in mano, adesso mi concentro sulla riabilitazione, sul mio ginocchio e sul mio corpo.”

Le sue condizioni fisiche e il loro impatto sulle sue capacità difensive, già non brillanti, rimangono forse il principale interrogativo in vista del Draft. Se però dovesse riprendersi completamente e in breve tempo, vista la luccicanza tecnica e la personalità quadrata, Topic diventerebbe un forte candidato al titolo di migliore guardia della classe Draft 2024.

Zaccharie Risacher

In attesa di una chiamata in top 2 al Draft, il prospetto più pregiato della Draft Combine di Treviso era Zaccharie Risacher. Un prospetto 3&D di primissima fascia: atletico, con un jump shot convincente e versatilità difensiva notevole, ma che manca delle doti di creation che di solito si aspettano da una potenziale prima scelta assoluta, come dichiarato da Zaccharie stesso:

Zaccharie Risacher: “I think my best skill is my shooting ability, I’m really comfortable with it…the part of my game that I need to work on is probably my dribbling ability and my handles”

“Penso che la mia miglior qualità consista nell’abilità al tiro, mi sento molto a mio agio con essa. La parte sulla quale ho bisogno di lavorare di più è probabilmente l’abilità nel palleggio e il ball handling.”

Per questo ho voluto approfondire il suo sviluppo da creator e se avesse in programma di distaccarsi dal ruolo off ball che ha ricoperto questa stagione con la maglia di Bourg en Bresse:

Tommaso Bonandrini: “At Bourg you mainly had an off ball role on offense, do you plan to have a similar play style in the NBA or are you aiming to have the ball in your hands more and develop as a creator and a 1 on 1 player?”

Zaccharie Risacher: “Honestly I don’t know yet, I want to do whatever a coach or a team want me to do. I’m not going to say “I want to do this” … I’m ready to do whatever it takes to get to the league and have minutes… I will know it after … now I can’t answer you because I don’t want to fix the limit”.

“Onestamente, non lo so ancora, voglio fare tutto ciò che un allenatore o una squadra mi chiedono. Non dirò: ‘Voglio fare questo’. Sono pronto a fare tutto ciò che serve per avere un posto e minuti nella Lega. Più avanti lo saprò, adesso non sono in grado di risponderti perché non voglio mettere un limite.”

Una risposta matura ma fin troppo prudente, ai limiti dell’ignavia, in cui avrebbe potuto mostrare più coraggio. Come per Salaun, capisco che la priorità dei prospetti sia non sporcare il foglio e non rendersi antipatici di fronte a media, scout e allenatori, tuttavia avrei voluto vedere manifestata la volontà, più che legittima per un prospetto da top 2 al Draft e palesata senza timore da Topic, di diventare un giocatore importante e non rimanere confinato nei canoni del role player.

A parte questa eccessiva umiltà, il resto della chiacchierata con Risacher è stata più che piacevole. Nonostante un inglese ancora migliorabile, è riuscito a trasmettere la sua educazione, la sua genuinità, il suo sconfinato amore per il gioco e il suo impegno a lavorare duramente e migliorarsi. Quando gli è stato chiesto delle sue emozioni in vista del Draft e del suo approdo in NBA, gli occhi di Zaccharie sono brillati, gonfi di emozione, più che a tutti gli altri prospetti della Combine:

Zaccharie Risacher: “That’s the reflection of my whole life of work… I’m grateful for that …it’s something special, very special….trying to work out like I always did all my life, now it’s starting to get more real… that’s deep and I can’t wait to see what’s going to happen to me in next month and the next year.”

“Si tratta del riconoscimento del lavoro che ho svolto per tutta la vita. Sono davvero riconoscente per questo, è qualcosa di molto, molto speciale. Dopo essermi allenato come ho sempre fatto per tutta la vita, adesso sta cominciando a diventare tutto reale, è qualcosa di profondo e non sto nella pelle per quello che mi succederà nel prossimo mese e nel prossimo anno.”

E quando gli è stato chiesto della pressione che una scelta altissima implica ha dimostrato un’attitudine da ‘pure hooper’, che ricorda Kevin Durant e sicuramente lascia ben sperare sul suo sviluppo futuro:

Zaccharie Risacher: “A lot of things were going on around me… as soon as you have a bad game, everyone wants to talk about it. Everyone is going to say something. If one part was tough to handle, it was definitely the outside part, but as soon as I was on the court it was just peace and I enjoyed the moment…I never forget why I’m playing, I’m in love with the game.”

“Mi sono successe molte cose attorno. Appena hai una cattiva partita, tutti vogliono parlarne. Tutti diranno qualcosa. Se c’è stato qualcosa di difficile da gestire, quello riguarda senza dubbio la parte fuori dal campo ma, non appena mi sono trovato sul parquet, solo pace, mi sono goduto il momento. Non dimentico mai per quale motivo sto giocando, sono innamorato della pallacanestro.”