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Siamo arrivati alla sfida finale, quella più importante, che consegnerà alla storia una tra i Boston Celtics e i Dallas Mavericks, uscite vittoriose dal difficoltoso – chi più chi meno – cammino per potersi aggiudicare il Larry O’Brien Trophy. Le NBA Finals cominciano tra poche ore al TD Garden di Boston con Gara 1, tra due squadre che non si affrontano dal 1 marzo, e che si presentano a questo evento avendo trovato degli equilibri che possono tutt’a un tratto scomparire.

Due attacchi scoppiettanti, due difese solide o quasi perfette, due stelle arrivate all’apice del loro sviluppo, due franchigie che stanno cercando da anni di fare il passo decisivo e una tra queste, tra 4-5-6-7 partite, salirà sul tetto della lega, in una serie che presenta dei temi tattici succosi e intriganti.

Ad est, come prevedibile, i Boston Celtics hanno fatto un sol boccone di tutti gli avversari che hanno trovato sulla loro strada, gli Heat, i Cavaliers e i Pacers (tutte serie contraddistinte da diversi infortuni, ma che valgono comunque).


Si presentano a queste Finals con il roster più forte e completo, consapevoli delle proprie forze, a maggior ragione dopo le due prestazioni in Regular Season contro i Mavericks, battuti sia in casa che a domicilio.

La partita del 1 marzo rappresenta la sfida più recente tra le due, con Dallas che è riuscita a portarsi a -2 nel terzo quarto salvo poi vedersi staccare nel quarto finale da Tatum e compagni.

Josh Green e PJ Washington si sono visti assegnare le marcature più complicate, quelle contro Jayson Tatum e Jaylen Brown: anche in questa serie l’ex Charlotte dovrebbe partire sul fresco MVP delle finali della Eastern Conference, mentre su Tatum dovrebbe esserci Derrick Jones Jr.

Proprio il #0 nei primi tre turni a faticato e non poco al tiro: 0.82 punti per pull-up jumper, 0.9 punti per catch-and-shoot jumper e, dopo aver realizzato il 43% dei suoi tiri da tre durante la stagione regolare, ha infilato solo il 27,6% nelle prime tre serie.

Il suo apporto è comunque fondamentale per l’attacco di Boston perché permette, grazie alle sue abilità – spesso sottovalutate – come passatore, di creare vantaggi dal palleggio che generano buoni tiri per i compagni.

In quest’azione si trova accoppiato con Luka Doncic (altro punto fondamentale della serie, vedremo tante volte i Celtics cercare la marcatura dello sloveno e di Irving) e Dallas non vuole né cambiare difensivamente né tantomeno lasciare la sua stella in marcatura singola, così manda in raddoppio Washington per togliere la palla dalle mani di Tatum, il quale scarica su Porzingis che effettua un extra-pass per Brown e gli permette di attaccare Kyrie Irving, partendo da una posizione di vantaggio e chiudendo poi al ferro.

Come detto, Doncic e Irving avranno il mirino puntato addosso in difesa, allo stesso modo in cui ce l’ha avuto, per esempio, Haliburton nella serie contro i Pacers, in quanto saranno costretti a finire in una raffica di pick&roll difensivi trovandosi a marcare palleggiatori come Tatum e Brown e forzando quindi la difesa a ruotare; questo porta Dallas a subire la solita dose inferta dai Celtics di drive-and-kick, continue penetrazioni dei vari Tatum, Brown, White e Holiday per far chiudere la difesa avversaria e costruire una tripla piedi per terra per il tiratore sullo scarico.

Boston è prima in questi Playoffs per triple tentate a 39.8, ben 4 in più rispetto ai Philadelphia 76ers secondi, e le converte con il 36.8%, motivo per cui la minaccia principale per Jason Kidd arriverà dall’arco e non in area, come invece accaduto contro i Minnesota Timberwolves e Anthony Edwards in particolare.

Indiana, almeno fino a quando Haliburton ha potuto scendere in campo, sceglieva come tipo di difesa l’hedge and recover, grazie alla velocità dell’ex Sacramento nel tornare sulla sua marcatura. Dallas invece, essendo Doncic più lento, probabilmente si accontenterà di cambiare difensivamente e gestire da questa conformazione la difesa con raddoppi o blitz.

La clip sopra è l’esemplificazione di quanto detto: mentre i Mavs non vogliono lasciare da solo Doncic in marcatura e mandano Lively in aiuto, i Celtics cercano queste situazioni per creare un tiro da tre aperto sul perimetro.

L’altro fattore decisivo sarà Kristaps Porzingis, unito al tipo di marcatura (e il personale) che coach Kidd sceglierà di impiegare contro di lui.

La capacità di Lively di muoversi lateralmente e difendere anche lontano da canestro fa di lui l’indiziato numero uno per aggiudicarsi i maggiori minuti sul parquet a discapito di Gafford, che potrebbe addirittura venir scavalcato nelle gerarchie da Kleber, in quanto le sue caratteristiche mal si sposano con un lungo tiratore come Porzingis.

Nella serie contro i Thunder, per esempio, Dallas ha preferito marcare Holmgren tenendo dentro il lungo durante il pick&roll, o comunque alternare la sua posizione in marcatura, mentre contro l’ex Knicks è essenziale un lungo che possa uscire a contestarne il tiro.

Il cambio sistematico è una soluzione non percorribile e Boston cercherà anche più di un blocco per azione per consegnare al palleggiatore lo scenario migliore per poter attaccare.

Un po’ come succederà dall’altra parte, sponda Mavericks, con Luka Doncic.

L’MVP delle finali della Western Conference è un maestro nel cercare ossessivamente l’accoppiamento a lui favorevole, imbrigliando anche più giocatori nella sua tela, pertanto il tipo di difesa su di lui è il tema principale che Joe Mazzulla e il suo staff devono affrontare.

Nella serie appena conclusa contro Minnesota, i Mavs hanno segnato solo 0,72 punti per possesso nelle prime quattro partite contro i Timberwolves quando Rudy Gobert è stato coinvolto in un blitz su Luka, ma questa soluzione lascerebbe un 4 contro 3 nelle retrovie potenzialmente rischioso. Inoltre, quando Gobert è stato impiegato in posizione di drop nei pick&roll, Doncic ha segnato contro di lui 1.26 punti per 100 possessi e questo dato fa alzare più di un sopracciglio in casa Porzingis, da sempre un buon protettore del ferro ma un cattivo difensore sugli scivolamenti.

Le percentuali dall’arco sono un elemento imprescindibile per la squadra texana, non possono sperare di conquistare il titolo tirando come fatto contro i Timberwolves o, peggio, nelle due sfide in Regular Season contro i Celtics: il 110 di offensive rating, assieme al 31% da tre (addirittura 30% nelle triple wide-open) nelle partite del 22 gennaio e del 1 marzo consegnerebbero un altro titolo alla franchigia di Brad Stevens senza nessuna discussione.

Gli accoppiamenti dovrebbero essere quelli predefiniti, con Brown su Doncic e almeno inizialmente Holiday su Irving e Tatum su Lively/Gafford/Kleber, con Porzingis dirottato su Washington.

Ed è qui che l’ex Hornets diventa fondamentale per il piano offensivo di Dallas, perché così come Doncic verrà attirato nei pick&roll da Boston, Porzingis verrà trascinato nelle stesse situazioni da Dallas.

La marcatura incrociata nel front-court è già stata sperimentata da Mazzulla nella regular season, per ottenere il triplice vantaggio di non aver Porzingis che finisce in isolamento contro Doncic, di poter più facilmente cambiare con Tatum come marcatore del bloccante e di avere il lettone in aiuto a centro area in caso di penetrazione del palleggiatore.

Washington, però, potrebbe sparigliare le carte nel caso in cui iniziasse a segnare tutte quelle triple che non sono prese dagli angoli: se infatti il 41.2% di triple convertite da queste posizioni sono un buonissimo risultato, il 29.5% dal cosiddetto above-the-break consente alla difesa di prestare maggiori attenzioni al palleggiatore e ignorare totalmente il #25.

Infine, Dallas ha bisogno che Kyrie Irving dia un apporto decisamente superiore rispetto ai due incroci avvenuti in regular season: i 23 punti con 9-20 dal campo della prima partita e i 19 punti con 9-23 della seconda non sono sufficienti per consentire ai suoi di uscire vittoriosi da queste finali.

Sia Boston che Dallas, oltre a quanto sopra descritto, sono due ottime squadre a rimbalzo, che beneficiano enormemente dalle transizioni offensive, perché, come abbiamo visto, evitare di dover attaccare a squadra schierata è un lusso non da poco considerando l’efficacia difensiva mostrata da entrambe le contendenti fin qui.

È tutto pronto per la contesa finale.

La palla a due di gara 1 è tra poche ore, quindi mettiamoci comodi, chiudiamo il resto del mondo fuori e godiamoci le NBA Finals 2024.