Questo contenuto è tratto da un articolo di Sean Guest per Double Clutch UK, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
Oggi facciamo un viaggio nel passato, nel 1985. Nel corso di quest’anno “Ritorno al futuro” uscì al cinema, LL Cool J pubblicò il suo primo album (“Radio”) con la casa discografica Def Jam, e a New York Nintendo lanciò sul mercato la sua prima console, la Nintendo Entertainment System. Ma il NES non fu l’unica novità a vedere la luce nella Grande Mela, durante quell’anno.
I New York Knicks, infatti, vinsero la prima NBA Draft Lottery della storia, e scelsero uno dei più desiderati giocatori del college di sempre, Patrick Ewing.
L’originario di Georgetown aveva presenziato 3 volte nel First Team All-American e aveva vinto 2 volte il premio di Big East Player of the Year, un campionato NCAA (1984) e un premio National College Player of the Year (1985). Sembrava fatto apposta per sfondare nel mondo NBA, pronto ad esplodere dopo aver consegnato a New York le chiavi del futuro.
Ancora oggi molti ritengono – per creare un po’ di rumore attorno alla Lega, che durante quegli anni era spesso coinvolta in scandali legati all’uso di droghe – che il commissioner David Stern abbia truccato la Lottery. A prescindere da come la pensiate, Ewing e i Knicks hanno rappresentato un ottimo affare sia per la franchigia stessa che per l’NBA, come aveva spiegato Sam Goldpaper per “The New York Times” prima del Draft 1985:
“Ci si aspetta che Ewing genererà entrate di milioni di dollari in più del normale grazie ai diritti TV e radio, sia per la squadra in cui finirà che per la Lega. Le sue abilità in difesa, tra cui spicca un’eccellente capacità di stoppare, garantirebbero quasi certamente successi per la squadra con cui firmerà. Tra i maggiori esponenti della Lega e delle TV c’è un forte presentimento che, se Ewing dovesse finire ai Knicks, l’NBA ne beneficerebbe enormemente, specialmente per l’effetto che questa mossa avrebbe sul contratto televisivo, visto che quello attuale con CBS, che consiste in 88 milioni di dollari di entrate per 4 anni, scadrà dopo la prossima stagione”.
Goldpaper aveva anche affermato che i Knicks avevano appena concluso una stagione di sole 24 vittorie, la peggiore dal 1962/63. A causa dei molti infortuni dei loro due migliori giocatori, Bill Cartwtight e Bernard King, la squadra giocava male e il Madison Squadre Garden, “Mecca” della pallacanestro, era spesso mezzo vuoto. Secondo molti, Stern credeva che la chiave per riavvicinare le persone al MSG fosse assicurarsi che la franchigia più coinvolta negli affari commerciali disponesse di una superstar a roster.
Nel frattempo, i Knicks speravano fortemente che Ewing avrebbe avuto un impatto enorme dentro e fuori dal campo, proprio come Lew Alcindor, poi Kareem Abdul-Jabbar, che portò i suoi Milwaukee Bucks allo splendore (anche finanziario) dopo che la franchigia del Wisconsin vinse la Lottery del 1969 grazie al lancio di una moneta.
Lasciando perdere le teorie cospirazioniste, i Knicks si assicurarono la prima scelta e, senza grande sorpresa, scelsero Ewing. Subito dopo, i Pacers si assicurarono le prestazioni di Wayman Tisdale e i Clippers fecero lo stesso con Benoit Benjamin. Questi ultimi due nomi non hanno lasciato una grande eredità al Gioco, ma la classe del Draft 1985 ha comunque regalato grandi nomi all’NBA, come Chris Mullin (n. 7, Warriors), Detlef Schrempf (n. 8, Mavericks), Charles Oakley (n. 9, Cavaliers), Karl Malone (n. 13, Jazz), Bill Wennington (n. 16, Mavericks) e Joe Dumars (n. 18, Pistons). Altre scelte rilevanti, seppur con un impatto minore rispetto ai sopracitati, furono AC Green, Terry Porter, Sam Mitchell e Mario Elie.
Tra tutti, fu proprio Ewing ad attirare maggiormente l’attenzione dei media: già dagli anni del college con i Georgetown Hoyas, infatti, si sapeva che sarebbe diventato una star. Con lui sbarcò in NBA anche il suo enorme talento, visto che Ewing mantenne medie di 20 punti e 9 rimbalzi a partita già durante la sua stagione da rookie. Questi numeri gli valsero la vittoria del Rookie of the Year Award, premio che a New York mancava dalla stagione 1964/65, quando il vincitore fu Willis Reed. Ewing, tra l’altro, riuscì a portarsi a casa il ROY nonostante avesse saltato 32 partite di Regular Season e l’All-Star Game a causa di un infortunio.
Nel giro di poche stagioni i Knicks diventarono una delle maggiori potenze della Lega e, dopo aver saltato i Playoffs per tre anni di fila, vi ritornarono nel 1987/88, la prima delle 14 stagioni consecutive in post-season.
Durante questo arco di tempo furono due gli anni in cui i Knicks raggiunsero le NBA Finals.
La prima occasione si presentò nel 1994, quando i Chicago Bulls, che avevano eliminato New York per tre anni di fila, si ritrovarono orfani di Michael Jordan, passato temporaneamente al baseball. Finalmente liberi dalla loro nemesi, i Knicks batterono i Pacers in un’epica serie in 7 gare alle Eastern Conference Finals, per poi arrendersi, sempre dopo una Gara 7, ai Rockets di Hakeem Olajuwon.
Cinque anni dopo, dunque nuovamente con Jordan lontano dall’NBA, ebbero un’altra possibilità di laurearsi campioni, ma i San Antonio Spurs negarono loro questo sogno e trionfarono, per la prima volta nella loro storia, dopo 5 gare.
Nel 1999/00 Ewing non trovò l’accordo per il rinnovo con New York e fu scambiato ai Seattle SuperSonics, distruggendo così le speranze di trionfo della franchigia; da quella stagione a oggi, infatti, sono state solo 4 le volte in cui i Knicks hanno giocato i Playoffs.
L’ultima stagione di Ewing fu a Orlando e, per fortuna, il Garden poté vederlo in azione un’ultima volta:
Dopo il ritiro, Ewing è stato assistant coach per Wizards (2003/04), Rockets (2004-2006), Magic (2007-2012) e Hornets (2013-2017), e poi è tornato a Georgetown per allenare i suoi Hoyas.
Per molti Ewing è rimasto soltanto l’uomo che non è riuscito a far vincere un titolo ai Knicks. In realtà, dovremmo tutti ricordarlo come un gigante degli anni ’90, che ha determinato il cambiamento della cultura di una delle maggiori franchigie NBA. Ha accumulato un numero invidiabile di premi individuali durante la sua carriera e giustamente la sua #33 è stata ritirata dai Knicks nel febbraio 2003 al Garden. Cinque anni dopo Ewing è entrato a far parte della Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.