Darius Garland

Per parlare di Darius Garland, e del suo inizio, è necessaria una brevissima premessa: i Cleveland Cavaliers stanno disputando, contro ogni pronostico, una stagione clamorosa (QUI una nostra traduzione a riguardo). E non tanto per l’attuale sesto seed nella Eastern Conference, ma per qualità di gioco espresso e miglioramento generale di squadra.

2021/22BPMCrescita
Kevin Love7.3+7.4
Jarrett Allen5.1+4.3
Cedi Osman3.6+6.8
Darius Garland2.4+4.5
Stats: Basketball-Reference

Se gli infortuni di Collin Sexton, prima, di Ricky Rubio, poi, rischiano di condizionare, e non poco, i progressi di squadra fino ad ora dimostrati, la parabola ascendente di Garland sembra comunque destinata a non arrestarsi.

I progressi maggiori si sono visti, soprattutto, al tiro. Il giocatore dei Cavs sembra aver acquisito particolare confidenza nella tripla in pull-up, che sta convertendo con il 41.2% in stagione su 51 tentativi totali, già più dei 45 tentati nel corso dell’intero 2020/21. Questo aumento di volume è importante non tanto per il valore aggiunto a livello di scoring, ma perché permette a Garland di esercitare sulle difese avversarie una gravity di un certo tipo, sia in transizione, sia nella gestione dell’attacco a metà campo, nei set on e off ball e, soprattutto, sul pick&roll:


Questo suo miglioramento nell’efficienza è ragguardevole, e riguarda anche altri settori, come la tripla in step-back (da 38.8% del 2020/21 a 45.0%), ma non è nulla in confronto all’upgrade nei tiri dal palleggio. Se già lo scorso anno, infatti, più della metà dei tentativi di Garland avvenivano dopo 3 o più palleggi, le percentuali di conversione hanno subito un’impennata verticale: le triple tentate dopo 7 o più palleggi sono raddoppiate, e hanno subito un incremento percentuale di +16.8 (39.0% nel 2021/22).

Sia chiaro, la maggior parte dei suoi tiri da fuori avviene in catch&shoot, ma questo upgrade è fondamentale per un giocatore che gioca molto palla in mano, e che lo farà ancora di più in seguito agli infortuni di Rubio e Sexton. Non è un caso, a tal proposito, che anche le cifre in isolamento siano cresciute, con 1.15 punti prodotti per possesso (91° percentile) e 63.0 di effective Field Goal%.

La parte più stupefacente del suo gioco resta comunque il playmaking. Garland è in grado di trovare in maniera creativa i compagni, specialmente lunghi come Mobley e Allen, che sono i destinatari di più del 30% dei suoi passaggi totali. Le ottime letture in transizione, l’abilità nel disorientare o battere il difensore dal palleggio e la capacità di manipolare il pick&roll fanno di Garland il 10° miglior assist-man della lega, a soli 21 anni.

Marchio di fabbrica è il lob sul pick&roll, o nei giochi appositamente costruiti, per Jarrett Allen. Questo tipo di giocata è un esempio chiave di cosa significhi manipolare una difesa, dal momento che il difensore sul rollante è spesso portato a credere che Garland possa tentare un floater nei pressi del ferro, quando in realtà arriverà all’ultimo momento un’alzata per il lungo del caso. Le varianti, come ampiezza di soluzioni, sono comunque infinite, soprattutto se la difesa ruota liberando le linea di passaggio in angolo. Un vero incubo.

Se a questo si aggiunge anche uno sviluppo dei movimenti off ball, con la capacità di giocare in uscita dai blocchi con particolare efficienza, sfruttando dei set costruiti ad hoc, quello che ne viene fuori è un serio candidato all’All-Star Game – e, forse, il vero MIP di questa stagione.