
Ja Morant
Per Ja Morant vale un discorso molto simile a quello applicabile per Bridges. Non è il miglioramento di chi passa da riserva ad All-Star level player (se esistono casi del genere), o di chi amplia il proprio skillset di punto in bianco nel giro di un’estate, bensì qualcosa di semplice in linea teorica ma complesso nella pratica: fare quello che si faceva prima, ma farlo “meglio”.
Per “meglio” si intende o con maggiore continuità, o con maggiore efficienza. Prendiamo, ad esempio, gli indicatori di frequenza ed efficacia, al ferro e da tre punti, di Morant negli anni:
2019/20 | 2020/21 | 2021/22 | |
3PTr | 4° percentile | 23° percentile | 9° percentile |
3PT% | 37° percentile | 5° percentile | 83° percentile |
Rim FGA | 94° percentile | 91° percentile | 95° percentile |
Rim% | 51° percentile | 57° percentile | 84° percentile |
Come si può notare, non ci sono sbalzi evidenti nella frequenza con cui attacca il ferro o con cui tira dall’arco, ma c’è un salto enorme nell’efficienza con cui lo fa.
Sebbene il miglioramento nel tiro da fuori sia ancora difficile da valutare, visto che si parla di poco meno di 40 partite e che la maggior parte delle conclusioni continua a non essere contestata, è evidente come viaggiare su certe percentuali influisca sulla produzione.
Per quanto riguarda la produzione al ferro, invece, non si può che rimanere senza parole.
La sua facilità nel galleggiare in area e nell’attraversare senza fatica selve di maglie avversarie, muovendosi con agilità in un elegante gioco di esitazioni, arresti e ripartenze, rendono il paragone con un giocatore come Tony Parker piuttosto calzante, pur considerando che il francese abbia concluso la sua terza stagione con un surreale 70% al ferro.
I suoi enormi miglioramenti, uniti a margini di crescita pur ridotti, ma significativi (ne abbiamo parlato QUI), e ad un QI cestistico elevatissimo, fanno di Morant uno dei giocatori più intriganti dell’intera lega, oltre che un All-Star level player e una vera e propria macchina da highlights.