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Questo contenuto è tratto da un articolo di Josh Coyne per Double Clutch, tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.


Dopo aver passato decadi nei bassifondi dell’NBA, i Los Angeles Clippers passarono nel 2011 dall’essere lo zimbello della Lega a diventare uno degli spettacoli principali di Los Angeles, dopo la trade che ha portato in squadra Chris Paul in cambio di Eric Gordon, Chris Kaman, Al-Farouq Aminu e una scelta al p]]rimo giro. CP3 unì le forze con il giovane ed atletico Blake Griffin e il suo compagno di frontcourt, De Andre Jordan.


Con l’arrivo di Paul, la squadra trovò un leader e un playmaker in grado di massimizzare il potenziale del nucleo giovane della squadra, che finì per elettrizzare il pubblico con il suo stile di gioco. Griffin stesso, con l’aiuto del rapper Tyga, ha presto battezzato la nuova era dei Clippers con il nome di “Lob City”.

Lob City è stata l’era più ricca di eventi nella storia dei Clippers, quantomeno fino all’estate 2019 (segnata dall’arrivo di Leonard e George, e dalla conseguente proiezione in una nuova era). Durante quel periodo, i Clips sono diventati un team di maggior rilievo rispetto ai loro vicini, hanno allontanato un proprietario razzista, sono stati comprati per 2 miliardi di dollari e sono arrivati ai Playoffs in ogni stagione. Si sono anche presi i muri dell’Hotel Figueroa, un posto solitamente riservato a grandi produzioni cinematografiche o, ovviamente, ai Lakers.

Sebbene il tempo speso insieme sia stato anche denso di controversie e di run deludenti ai Playoffs, ci sono stati diversi momenti che ancora oggi i tifosi Clippers ricordano con entusiasmo. E dunque, per onorare la memoria di Lob City, diamo un’occhiata ad alcune giocate rimaste nella memoria collettiva. Buona visione.

Griffin sulla testa di Kendrick Perkins

Il 30 gennaio 2012, i Clippers ospitavano Oklahoma City allo Staples Center. Durante una partita molto fisica fino a quel momento, Griffin scattò sul perimetro a portare un blocco per Chris Paul, che ha poi eseguito un perfetto passaggio schiacciato per il suo movimento da rollante. Ciò che è accaduto appena dopo è stato un gesto atletico semplicemente devastante:

Griffin su Gasol. Due volte.

Un paio di mesi più tardi, Griffin ha posterizzato il lungo spagnolo. Non una, ma due volte nella stessa partita.

Prima, andando a rimbalzo su un errore da tre di Randy Foye, con la solita irreale elevazione, la putback dunk a due mani sulla schiena di Gasol; poco dopo, pick&roll, assist di Butler, ed ecco di nuovo Blake sulla testa di Pau (con un utilizzo sospetto del braccio, ma tant’è).

Il genio di CP3

Quando non gestiva il ritmo dell’attacco a metà campo, CP3 apriva la sua borsa dei trucchi in transizione.

In una partita di Regular Season contro gli Utah Jazz, fintò un passaggio in mezzo alle gambe per Griffin, per poi invece riprendere lui stesso la palla e concludere al ferro. Showtime.

Oppure, preferite quella volta in cui fece impazzire la difesa degli Heat?

In memoria di Brandon Knight…

Brandon Knight ha messo insieme statistiche rispettabili lungo tutta la sua carriera, eppure, secondo la maggior parte dell’NBA Twitter, la sua carriera si chiuse la notte del 10 marzo 2013. La sera di una schiacciata che ancora oggi tutti ricordano.

DeAndre Jordan ricevette un lob di Chris Paul, per poi concludere con violenza inaudita al ferro. Lasciando il povero Brandon Knight steso sul parquet, a riflettere per qualche secondo sul suo futuro…

E quella volta in cui DeAndre fu… tenuto in ostaggio?

Quando Jordan stava considerando di firmare per i Mavericks, durante la free agency DEL 2015, i suoi compagni di squadra ai Clippers lo hanno effettivamente imprigionato dentro casa sua, in una serie di eventi che potrebbero essere adatti per una commedia di quelle che non andrei a guardare al cinema, ma a cui poi darei un’occhiata quando esce su Netflix.

Diversi giocatori dei Clippers twittarono, indicando i mezzi di trasporto che stavano usando per arrivare da DeAndre, prendendo in giro il tweet di Chandler Parsons che suggeriva di star portando Jordan in aereo a Dallas. La maggior parte dei giocatori, com’è ovvio, utilizzò le emoji standard degli smartphone, ma Paul Pierce si superò e inserì nel messaggio un file jpeg raffigurante un razzo.

Col senno di poi, tra l’altro, è ironico che alla fine Jordan sia rimasto a Los Angeles più a lungo di Paul e Griffin, abbandonato in una città desolata precedentemente nota come Lob City.

Note dolenti

Ovviamente, in questo periodo non è stato tutto positivo. Anzi, ci sono stati anche ostacoli molto difficili da superare. Dallo scandalo Donald Sterling, a una scazzottata fra Griffin e l’equipment manager, la franchigia è stata messa alla prova diverse volte.

Sopra ogni cosa, però, il motivo principale per cui Lob City è finita nel dimenticatoio sono state le continue delusioni in post-season. Questo gruppo di All-Star, infatti, non è mai stato in grado di portare i Clippers alle Conference Finals, anche se in più di un’occasione gli infortuni non sono stati d’aiuto.

Con la formazione del superteam di Golden State, poi, i Clippers hanno dovuto scegliere in che direzione andare. Fu quello il momento in cui Doc Rivers e Jerry West presero la saggia decisione di chiudere un ciclo e prepararsi per quello successivo; che, come sappiamo, è stato allestito con le firme di Kawhi Leonard e Paul George, nell’estate del 2019. A Los Angeles, però, ancora oggi stanno aspettando di vedere per la prima volta le NBA Finals.