Non troppo, non troppo poco: i Lakers devono reagire nel modo giusto

Questo contenuto è tratto da un articolo di Mirjam Swanson per Los Angeles Daily News, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


 

Ripetete con me: “Non reagirò in modo eccessivo a Gara 1. Non reagirò in modo eccessivo a Gara 1. Non reagirò…”

Ma cavolo, che botta.

Se i Los Angeles Lakers, terzo seed, vogliono davvero “scatenare la gioia”, come recita il loro slogan per i Playoff, allora dovranno reagire a questa Gara 1 – una sconfitta per 117-95 contro i Timberwolves, sesti classificati.

La clamorosa batosta ha rovinato la gara d’apertura dei Playoff dei Lakers in casa davanti ai propri tifosi – un pubblico di 18.997 persone.

La loro nuova superstar ha mantenuto le aspettative, confermandosi un protagonista – e un fastidio – consolidato dei Playoff, caricandosi l’attacco sulle spalle. Luka Doncic ha chiuso con 37 punti, tirando 12 su 22 dal campo, incluso il 5 su 10 da tre e 8 su 9 ai liberi.

Ma ha distribuito solo un assist. Non è un caso: il resto dei Lakers ha messo insieme un misero 21 su 61 dal campo e 10 su 31 da oltre l’arco. LeBron James ha chiuso con 19 punti, solo nove dopo l’intervallo, mentre Austin Reaves ne ha segnati 14 dei suoi 16 nella ripresa.

Ma non reagirò in modo eccessivo a una sconfitta in Gara 1… anche se abbiamo tutti visto i Lakers farsi sovrastare a rimbalzo, al ferro e nella lotta per i palloni vaganti.

E, cosa più importante, massacrati da tre punti; i Timberwolves hanno segnato 21 delle loro 42 triple tentate. Quella raffica… una mattanza, con i Lakers sotto di 27 punti a cinque minuti dalla fine del terzo quarto, quando il punteggio diceva 85-58.

Ma non reagirò in modo eccessivo, non reagirò in modo eccessivo… anche se ora tocca al rookie head coach dei Lakers dimostrarci se ha almeno un paio di mosse da scacchista per evitare che la sua squadra cada di nuovo in un buco simile.

Il ritornello di JJ Redick nel postpartita: “Saremo migliori.”

Anche Doncic ha detto: “Dobbiamo essere migliori.”

E così Redick dovrà trovare soluzioni contro l’incredibile lunghezza dei Timberwolves sotto canestro e la loro micidiale precisione al tiro da fuori. Sì, dovrà assolutamente capire come impedire alla sua squadra di concedere così tanti tiri da tre aperti ai Timberwolves – una difesa che sicuramente non porta a vincere titoli, come certi in quel di Dallas ci hanno ricordato di recente.

E Redick dovrà anche sistemare i conti nei punti nel pitturato (dove Minnesota ha vinto di 12) e nei contropiedi (con i T-Wolves avanti di 19). E far entrare in ritmo James e Reaves. E motivare i suoi a giocare con quella fisicità che i Playoff richiedono.

“Vedremo tutto e decideremo cosa vogliamo aggiustare,” ha detto Redick. “… guarderemo il filmato e vedremo cosa possiamo fare meglio.”

Quindi no, non reagirò in modo eccessivo… ma è possibile che abbiamo sottovalutato il Minnesota?

La squadra che ha raggiunto le finali della Western Conference l’anno scorso e che è arrivata a questa serie classificandosi tra la quarta e l’ottava posizione nella NBA per percentuale di tiro da tre punti, punti da seconde opportunità e rating offensivo, difensivo… forse avrebbe dovuto essere favorita?

La squadra che ha chiuso la stagione con un record di 17 vittorie e 4 sconfitte, che ha concesso il quinto minor numero di punti agli avversari e li ha limitati alla settima peggior percentuale dal campo e alla sesta peggior percentuale da tre… forse avrebbe dovuto essere considerata molto più favorita?

Redick ha certamente lodato i Timberwolves pubblicamente prima della serie, dopo aver studiato bene la squadra che ha chiuso con un 49-33: “Sono una squadra migliore di quanto dicano le 49 vittorie. Ci sono tre (altre) squadre che sono top 10 sia in attacco che in difesa, e tutte hanno vinto 60 partite,” ha detto Redick, facendo un cenno alla prima testa di serie a Ovest, Oklahoma City, così come alle potenze della Eastern Conference, Cleveland e Boston.

Senza dubbio ha messo in guardia anche i suoi Lakers – che hanno chiuso la stagione con una vittoria in più (50-32) – durante la settimana di allenamenti.

Eppure i Lakers – a parte Doncic, che ha segnato 16 punti nel primo quarto e ha subito preso di mira Rudy Gobert, mantenendo la sua fama di incubo ricorrente del centro francese – non hanno mai eguagliato l’energia di Minnesota, se non in uno sprazzo breve e irrilevante verso la fine del terzo quarto.

C’è un ritornello familiare nei Playoff che avrete già sentito: la serie inizia davvero solo quando qualcuno vince in casa dell’avversario.

Ebbene, questa serie è iniziata.

Per quanto riguarda le speranze Playoff dei Lakers? Aspettiamo Gara 2, e reagiremo di conseguenza.