
Questo contenuto è tratto da un articolo di Louis Zatzman per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
L’Impero Bizantino, o Impero Romano d’Oriente, è rimasto in piedi circa 1000 anni dopo la caduta di Roma. Al suo picco di espansione territoriale esso ha occupato un’area vasta quasi quanto quella dell’Impero Romano, incluso il bacino del Mediterraneo. Ma subito dopo quel periodo di grandezza, l’impero è precipitato disgregandosi pian piano, fino ad essere emarginato alla sola città capitale di Costantinopoli. Per la maggior parte degli imperi una sconfitta del genere ne indica la fine. Ma i bizantini sono rifioriti da essa per vari secoli, tornando ad espandersi di nuovo verso l’Europa e l’Asia. I Toronto Raptors stanno provando ad attraversare lo stesso processo, nel tentativo di tornare alla ribalta dopo esser tornati alle proprie origini. L’impero dei Raptors era fondato principalmente sulla fase difensiva. I Campioni 2019 erano certamente concreti in fase offensiva, ma è sotto il proprio ferro che sfoderavano il loro meglio. E mentre l’anno scorso, sotto le direttive di coach Darko Rajakovic al suo primo anno in NBA, la squadra ha costruito solide basi in fase offensiva, è su quella difensiva che deve ancora lavorare, risultando ancora fin troppo grezza e senza una vera e propria guida.
L’anno scorso coach Rajakovic è giunto al Media Day presentando idee difensive innovative. Il suo intento era quello di limitare sia le triple avversarie dagli angoli che le loro offensive al ferro, provando a mantenere il possesso avversario in zone meno rischiose e a forzare le conclusioni rivali. Tutto ciò è stato messo in pratica. Se paragonati alla stagione precedente, i Raptors sono balzati dal 29° al 19° posto per frequenza di triple concesse dagli angoli, e dal 23° al 16° posto per frequenza di punti concessi finalizzando al ferro. Ma è ancora un risultato magro. Come fase difensiva si sono infatti classificati al 14° posto 2 anni fa, nonostante le triple e le conclusioni al ferro concesse, mentre con il coach di origine serba alla guida sono giunti al 27° posto – avendo provato a limitare quelle stesse conclusioni. Forse c’era ancora molto altro da apprendere e mettere in atto. “Abbiamo intenzione di dare inizio alle nostre fondamenta da adesso”, ha affermato lo stesso coach Rajakovic in risposta ad alcune domande durante il Media Day.
“Durante l’estate abbiamo avuto una chance di poter parlare con i giocatori, per stabilire alcuni obiettivi per loro e tutti eravamo concordi sul fatto che una buona difesa parte da come si difende sul portatore di palla, da come si dà inizio alla fase difensiva da quel punto. Vogliamo apportare molta più pressione sul pallone ed essere più aggressivi, utilizzando molto le mani e tutto ciò che occorre in difesa. C’è un termine utilizzato in giro per tutta la lega per riferirsi ad un giocatore vicino al ferro in grado di aiutare ogni altro in squadra e difendere contro tutti gli avversari, ed è MIG: Most Important Guy.”
“Ma ho cambiato quella parola con un’altra quest’anno. Per noi il MIG, il Most Important Guy, sarà colui che difenderà sul portatore di palla. Tutto ha inizio da lì.”
Coach Darko Rajakovic
Ci saranno molti effetti a cascata se il difensore sul pallone sarà l’uomo più importante dei Toronto Raptors in fase difensiva. Ci sarà molta più attività e pressione sugli avversari, con il risultato di spingere i rivali a palle perse, a giocate poco utili, perdite di tempo e in generale più errori. Se tutto dovesse funzionare, si tratterebbe certamente di aspetti positivi. Ma, anche se la difesa dei canadesi dovesse attuare tutto alla perfezione, ci saranno comunque dei punti deboli, degli spazi da cui trarre vantaggio per attaccare il ferro, 2-contro-1 a metà campo a causa di rotazioni sbagliate e altri errori da sfruttare per le squadre avversarie. Tutto questo può incutere timore, ed è la ragione per cui molte squadre in NBA giocano una fase difensiva conservativa. Coach Rajakovic vuole creare ulteriori e migliori schemi difensivi per attenuare questi rischi e per permettere al resto della squadra di trovare un modo per tagliare difensivamente quando le offensive rivali sul point-of-attack avranno inizio. Il che potrebbe funzionare in alcuni frangenti. Toronto potrebbe provare alcuni schemi su pick&roll orientati, quanto meno per facilitarsi la vita durante le rotazioni. Ciò potrebbe prevedere indebolire, rallentare o stoppare le offensive o altri approcci simili: Immanuel Quickley sarà affidabile nel coprire un intero lato del rettangolo di gioco contro il ball-handler avversario? Ce la farà RJ Barrett? Sono richiesti miglioramenti sia in termini di sforzi individuali – di cui entrambi i giocatori appena menzionati hanno parlato durante il Media Day – che di schemi. Ma cosa vuol dire “riorientare la difesa al point-of-attack”? Coach Darko Rajakovic ne ha elencato alcune caratteristiche specifiche. “C’è un punto in cui si riceve in fase difensiva, che di solito avviene durante la transizione”, ha affermato.
“Si sa, in transizione c’è bisogno di avere un ottimo approccio difensivo, appena due passi dietro la linea da 3 punti, per restringere gli spazi, rallentare la transizione avversaria e costringerli a giocare con il cronometro. La linea difensiva è qualcosa di diverso. La linea difensiva avviene ad esempio quando si è a centrocampo, ma si è capaci di aumentare i recuperi. Vogliamo essere più aggressivi, molto più attivi sul pallone. E per fare tutto ciò, non è ammissibile avere giocatori a riposo o esitanti. Perciò allenerò ed insegnerò a questi ragazzi come essere più aggressivi a metà campo, ma allo stesso tempo ciò vorrà dire che tutti devono apportare una buona copertura dei punti chiave ed esser pronti a molteplici giocate partendo da lì.”
Coach Darko Rajakovic

Ancora una volta, se tutto andasse per il verso giusto i Toronto Raptors forzeranno gli avversari ad effettuare palleggi meno utili, turnover, eccessivi drive e giocate allo scadere del possesso. Probabilmente la squadra non giudicherà le proprie performance in base alla percentuale di triple o di offensive al ferro concesse – che comunque non erano abbastanza per definire la loro fase difensiva in passato – ma da altri indicatori più marginali: quanti drive curveranno anziché attaccare direttamente il ferro o quanti palleggi negativi le guardie dovranno affrontare quando avrà luogo un pick&roll; quanto lontano dal ferro saranno gli avversari sul perimetro. Il coach serbo non ha fornito un numero specifico di obiettivi sul versante difensivo – come ad esempio il golden 25 assist in fase offensiva della passata stagione – ma si può star certi del fatto che all’interno del roster sia ben noto.
Le squadre possono metter su una discreta fase difensiva grazie all’impiego di qualche difensore elitario. Lo scorso anno i Miami Heat e i Dallas Mavericks sono riusciti a metterlo in pratica. Un’enorme parte di guardie ed ali di entrambe le squadre – Tyler Herro, Jaime Jaquez Jr., Duncan Robinson, Nikola Jovic per gli Heat, Luka Doncic, Kyrie Irving, Tim Hardaway Jr., Josh Green, Jaden Hardy per i Mavs – hanno performato appena meno di alcuni singoli giocatori – ad esempio Bam Adebayo, Derrick Jones Jr. ecc – infondendo impegno totale e uniformandosi ai principi della squadra. Toronto può effettuare qualcosa di molto simile. Jakob Poeltl è un centro difensivo di gran valore, in grado di sorreggere la struttura della squadra. La squadra ha mantenuto una fase difensiva superiore alla media con l’austriaco sul parquet durante la scorsa stagione. Scottie Barnes si è distinto come eccezionale sweeper sul fondo, ottenendo un gran numero di palle rubate e stoppate nell’intento di ricoprire un’area più vasta rispetto ad ogni altro compagno di squadra. In tutto questo ci sono delle fondamenta, un core orientato al successo. Se qualcuno in particolare nel backcourt dovesse distinguersi come abile difensore sul possessore di palla, i canadesi potrebbero creare delle solide lineup difensive. Il concetto di coach Rajakovic di MIG rende Davion Mitchell il primo nome sulla lista per i Toronto Raptors – in termini di ruolo, ma non necessariamente di starting lineup. Probabilmente sarà in grado di indebolire e stoppare i pick&roll, forzare gli avversari a commettere giocate negative e spostare i recuperi qualche metro più in avanti. Mitchell ha dimostrato di essere un giocatore abbastanza aggressivo.
Ma avere un giocatore in grado di implementare le abilità dei Raptors difendendo on-ball non è abbastanza. Specialmente se dovesse trattarsi di un giocatore neutrale in fase offensiva. Per la franchigia del Paese della Foglia d’Acero è necessario che le guardie rimangano competitive in fase offensiva e riescano a mantenere un livello ottimale anche in quella difensiva. Specialmente Quickley e Barrett dovranno aumentare la loro aggressività on-ball, e anche Gradey Dick dovrà farlo. Le sue rotazioni sono state perfettamente calibrate in Summer League, ma la sua difesa on-ball non trasudava aggressività. E anche se alcuni dei difensori più passivi dei Raptors possono trasformarsi in giocatori dallo stile più aggressivo, ciò non garantisce la funzionalità degli schemi. In teoria si tratterebbe di un ottimo obiettivo. Ma la teoria non è sempre facilmente traducibile in operato pratico.
L’altro cambiamento che ha permesso all’Impero Bizantino di rinascere dopo la sua prima caduta è stato il tendere verso il futuro. Per molto tempo aveva provato a essere l’anello di giunzione tra il vecchio Impero Romano e l’attualità, attraverso l’utilizzo del latino, delle prefetture ed altri sistemi territoriali che non hanno funzionato per i bizantini. Una volta ridimensionatosi al proprio core, è tornato ad espandersi su altri orizzonti con altri obiettivi principali – sfruttare le conoscenze dei Greci, centralizzare il potere dell’Imperatore ecc. Anche i Toronto Raptors devono tendere al futuro. Costruire una difesa che avrebbe funzionato nel 2019 non va più bene nel 2025. E probabilmente questo è il compito più arduo per Rajakovic, Quickley e il resto della truppa. Possono istituire dei solidi principi difensivi, ma non riusciranno ad essere una difesa davvero solida finché non troveranno la loro identità difensiva – potrebbe anche trattarsi di una novità mai vista prima. Si tratta di un compito difficile da affrontare e raggiungere. Forse trovare il MIG potrebbe essere un passo nella direzione giusta oppure soltanto un’idea da dare in pasto ai media, e lo si scoprirà solo a stagione in corso. Ma i Toronto Raptors non saranno mai una buona squadra fino a quando non avranno ben chiara la loro identità difensiva – e, soprattutto, finché gli avversari sapranno di questa loro lacuna sul versante difensivo.