Ecco chi, secondo noi, è favorito alla vittoria finale e chi, invece, necessita di un ulteriore step.

FOTO: chicagotribune.com

Con la conclusione delle ultime due gare di Play-In, il tabellone che ci accompagnerà per tutta la durata della post-season si è finalmente delineato, e la bomba a orologeria degli NBA Playoffs è pronta a detonare.

Come lo scorso anno, nella redazione di Around the Game ci siamo confrontati per stabilire quali, secondo noi, siano le squadre in grado di competere per portarsi a casa il tanto ambito “Larry O’Brien” Championship Trophy, dividendo la candidate in due categorie specifiche: contender e pretender.

Con la definizione di “contender” si intende delineare il profilo di tutte quelle squadre che entrano in questi Playoffs con un’elevata possibilità di giocarsi le NBA Finals, dotate di un roster costruito per queste occasioni e con determinate ambizioni. Per “pretender”, invece, si intendono quelle pretendenti che hanno una minore probabilità di competere per la vittoria finale ma che, allo stesso tempo, hanno le possibilità di emergere per una potenziale deep run, pur partendo, in linea teorica, più indietro rispetto alle contendenti.


Dopo un ballottaggio interno, qualche tafferuglio e una serie di ingiurie reciproche, ecco le squadre che abbiamo deciso di prendere in considerazione:

Eastern Conference

  • Miami Heat
  • Boston Celtics
  • Milwaukee Bucks
  • Philadelphia 76ers
  • Brooklyn Nets

Western Conference

  • Phoenix Suns
  • Memphis Grizzlies
  • Golden State Warriors
  • Dallas Mavericks

Rispetto allo scorso anno, eccezion fatta per i Nets, le squadre selezionate sono abbastanza affini all’ordine di arrivo in Regular Season anche se, al momento del ballottaggio, non è stato tenuto minimamente conto del record di squadra, bensì della struttura e della profondità dei del roster, del numero di giocatori, secondo noi, capaci di impattare in ottica Playoffs e della resistenza all’usura, o della resilienza, di un core sulle sette gare.

Le squadre escluse, secondo il criterio utilizzato, sono quelle deputate a concludere la loro corsa prematuramente o, qualora si verificassero determinate condizioni (anche incidentali) che le vedano prevalere su quelle selezionate, non in grado di influire, a livello teorico, sul matchup successivo.

Stabilite le linee guida, ecco quali sono state le nostre valutazioni che, ricordiamo, non sono stabilite in maniera collettiva, ma riportate una ad una secondo l’interpretazione dell’espositore, in maniera slegata da quella degli altri partecipanti.

Roster: Mattia Tiezzi, Andrea Montrasi, Emil Cambiganu, Stefano Bonelli

TROVATE LE NOSTRE VALUTAZIONI SULLA EASTERN CONFERENCE A PAGINA 1 E SULLA WESTERN CONFERENCE A PAGINA 2.


EASTERN CONFERENCE

Miami Heat

Record: 53-29, 1° nella Eastern Conference

Off. Rating: 114.2 (11°); Def. Rating: 109.2 (7°); Net Rating: +5.1 (6°)

Emil: PRETENDER. La Regular Season degli Heat è senza dubbio da contender, ma in contesto Playoffs, di solito, un attacco con poco shot-making si paga. Con il reparto difensivo a disposizione, verosimilmente il migliore della lega, Miami potrebbe avere concrete chance di arrivare alle Finals, ma sono necessarie prestazioni di altissimo livello da parte di Butler e Herro.

Stefano: CONTENDER. Miami entra ai Playoffs come miglior squadra della Eastern Conference (record alla mano). La difesa degli Heat è una delle migliori della lega (5° per defensive rating), ma l’attacco a difesa schierata può risultare decisivo in negativo in post-season. Il tabellone non è però impossibile, quindi la squadra di coach Spoelstra può puntare seriamente alle finali di Conference. 

Andrea: CONTENDER. Con una difesa del genere si fatica a credere che Miami possa avere avversari in questa lega. Nonostante ciò, la squadra di Spoelstra potrebbe avere numerose difficoltà in questa post-season, dovute alla mancanza di giocatori in grado di creare palla in mano e ai grandi problemi nell’attaccare a difesa schierata. Grazie al primo  posto in stagione, gli Heat si ritrovano nella parte del tabellone più abbordabile e le finali di Conference sembrano comunque essere alla portata di Butler e compagni.

Mattia: CONTENDER. I Miami Heat hanno la possibilità di limitare difensivamente chiunque nella Eastern Conference – e non solo. Giusto per dare un’idea della loro versatilità (analizzata QUI), basti pensare che sono stati in grado di passare una fase di stagione, dal 15 dicembre a inizio marzo, senza usare con continuità la difesa a zona, per poi servirsene ai massimi livelli (34 possessi in una sera contro i 20 di media dei 3 mesi precedenti) in una gara contro i Nets per limitare KD. Lo shot making resterà sicuramente un problema nell’altra metà campo, ma sulle 7 gare gli Heat hanno una serie di alternative difensive impareggiabili, dalla zona, allo switch, fino a passare dalla drop coverage.

Boston Celtics

Record: 51-31, 2° nella Eastern Conference

Off. Rating: 114.3 (10°); Def. Rating: 106.9 (1°); Net Rating: +7.4 (2°)

Emil: CONTENDER. I Celtics visti nella seconda parte da stagione sono a mio parere da considerare contender. Per la difesa praticamente perfetta e per la continuità da superstar mostrata da Jayson Tatum. Nonostante siano nella parte di tabellone di Nets e Bucks, non partono sfavoriti con nessuno. Certo, sarà da vedere quando e come rientrerà Robert Williams, la cui assenza potrebbe pesare relativamente al primo turno con i Nets, ma sarebbe proibitiva in un eventuale secondo turno contro i Bucks.

Stefano: PRETENDER. Boston, con Miami e Phoenix, ha la difesa migliore della lega. Come per gli Heat, i problemi per i Celtics potrebbero presentarsi in attacco. Fondamentale per i verdi sarà avere a disposizione il Tatum visto da gennaio in avanti e non il giocatore con un decision making discutibile di prima. La serie con i Nets sarà fin da subito un banco di prova importante per una delle squadre più in forma dell’intera NBA, che dovrà fare a meno di un tassello fondamentale come Robert Williams.

Andrea: CONTENDER. Hanno iniziato male, sembravano destinati per il secondo anno consecutivo a dover combattere per uno degli ultimi posti disponibili per i Playoffs. Da febbraio, invece, la squadra di Udoka ha cambiato decisamente passo, diventando di fatto la miglior difesa della lega, sfruttando la versatilità di Williams per cambiare su tutto. L’assenza del lungo influenzerà tanto e dal suo ritorno passerà una buona parte della post-season di Boston. Il resto, invece, è tutto nelle mani di Tatum: riuscirà a confermare i progressi mostrati nella seconda metà di stagione o tornerà ad essere il giocatore dalla pessima shot selection che era prima?

Mattia: PRETENDER. Onestamente, la squadra in assoluto su cui nutro maggiori dubbi. Il sistema difensivo dei Boston Celtics è una macchina, primo meritatamente per defensive rating (106.9) e inattaccabile, Robert Williams o meno, a causa di una serie di giocatori intercambiabili. Quello che più di ogni altra cosa desta incertezza è la sostenibilità delle cifre di Jayson Tatum: se i progressi effettuati a fine stagione dovessero trovare conferma, allora Boston sarà davvero una mina vagante, indipendentemente dagli accoppiamenti del tabellone. Dovendo scegliere fra la pretender più contender o la contender più pretender, vada per la prima.

Milwaukee Bucks

Record: 51-31, 3° nella Eastern Conference

Off. Rating: 115.6 (5°); Def. Rating: 112.0 (14°); Net Rating: +3.6 (8°)

Emil: CONTENDER. I campioni in carica sono ancora, probabilmente, i favoriti al titolo 2022. La loro Regular Season non è stata perfetta, ma con i Big-3 in campo i Bucks hanno +12.6 di Net Rating, e il ritorno di Brook Lopez è stato parecchio incoraggiante. Giannis Antetokounmpo è ciò che fa la differenza tra una buona squadra e la principale candidata al titolo.

Stefano: CONTENDER. I campioni in carica non possono non essere considerati una contender. Antetokounmpo viene dall’ennesima stagione regolare giocata da MVP, e sarà il giocatore che farà la differenza per Milwaukee nel difendere il titolo vinto l’anno scorso. La perdita di PJ Tucker potrebbe però essere un fattore non trascurabile in post-season. Importante invece il rientro di Brook Lopez.

Andrea: CONTENDER. Sono i campioni in carica e il nucleo è pressoché lo stesso dello scorso anno, fatta eccezione per PJ Tucker, sostituito da Allen e Ibaka. Giannis è un candidato MVP e DPOY, Holiday si è confermato come una delle migliori point guard della lega, nonché il vero secondo violino di questa squadra, Middleton è sempre pronto ad accendersi quando serve e Brook Lopez, dopo il lungo stop, sembra più in forma che mai. Sono una delle favorite per la vittoria finale ma, dopo un primo turno sulla carta facile contro Chicago, la strada verso il back-to-back sarà tutt’altro che in discesa.

Mattia: CONTENDER. C’è un PJ Tucker in meno, ma il livello di consapevolezza dei Milwaukee Bucks sembra molto progredito rispetto alla passata stagione. L’aver costruito un sistema perfetto difensivamente per Giannis, capace di dominare in aiuto dal lato debole, tanto da emergere come un candidato al DPOY, affonda le proprie radici in un salto in avanti generale da parte dei compagni di squadra, ma soprattutto nella stagione da All Defensive Team – e borderline All-Stare – di Jrue Holiday. Questi miglioramenti rendono i Bucks, in ottica Playoffs, la contender per eccellenza della Eastern Conference.

Philadelphia 76ers

Record: 51-31, 4° nella Eastern Conference

Off. Rating: 114.0 (13°); Def. Rating: 110.7 (11°); Net Rating: +3.3 (9°)

Emil: PRETENDER. Embiid e Maxey in forma, parte di tabellone favorevole. Sulla carta, i Sixers non sarebbero meno accreditati delle altre migliori squadre ad accedere alle Finals. Lo scetticismo deriva dall’impressione che ha dato James Harden per lunghi tratti di stagione, mostrando difficoltà a battere l’uomo e concludere al ferro come sapeva divinamente fare prima. Con questo Harden, i Sixers hanno poche chance.

Stefano: CONTENDER. Dopo la trade Harden-Simmons, Philadelphia è entrata di diritto tra le pretendenti al titolo. Embiid è reduce da una regular season giocata da MVP, mentre Harden sembra in ripresa dopo un inizio di stagione non particolarmente positivo a Brooklyn. Dalla convivenza tra i due e dal contributo del supporting cast passano le possibilità di successo dei Sixers. Da non sottovalutare l’assenza di Matisse Thybulle per le (almeno) due partite che i Sixers giocheranno in Canada.

Andrea: PRETENDER. Embiid e Maxey arrivano entrambi da una grandissima stagione, con il primo che è tra i favoriti per l’MVP. Nelle prime partite post trade sembravano essere una delle favorite per il titolo ma, dopo un avvio scoppiettante, Harden è sembrato decisamente fuori forma e fuori ritmo, attacca poco il ferro e le sue percentuali sono in netto calo, mentre le palle perse continuano a salire. Oltre a questo, uno dei problemi principali di Phila sarà la mancanza del miglior difensore della squadra, Thybulle, per le partite fuori casa al primo turno.

Mattia: PRETENDER. Tutto sta nel capire quanto James Harden deciderà di essere aggressivo, soprattutto off ball, dimensione che aveva dimostrato di poter sviluppare un minimo nelle prime gare a Philadelphia. Il Barba ha dimostrato di fare molta fatica in questo finale di stagione, soprattutto al tiro (37.2 FG% e 30.6 3PT% nelle ultime 10), e il calo di esplosività dopo l’infortunio dello scorso anno resta evidente. Il fatto di avere Embiid a roster alza molto le chance di competere ma, se Harden dovesse rivelarsi davvero quello del finale di stagione, per i Sixers sarà difficile prospettare una deep run, soprattutto vista anche la profondità non esagerata di panchina (fra le peggiori della lega per punti di media) e supporting cast.

Brooklyn Nets

Record: 44-38, 7° nella Eastern Conference

Off. Rating: 114.7 (8°); Def. Rating: 113.6 (21°); Net Rating: +1.0 (16°)

Emil: CONTENDER. Una squadra con due attaccanti come Kevin Durant e Kyrie Irving non può non essere considerata contender, specie se sta aspettando il ritorno in campo di Ben Simmons. I Nets sono la squadra con il ceiling più alto della lega, ma sono anche esposti al rischio di non poterlo raggiungere. Sulla carta hanno il percorso più difficile, e ogni serie sarà per loro una battaglia contro una squadra quantomeno alla pari, ma mai scommettere contro KD.

Stefano: CONTENDER. I Nets, nonostante una stagione regolare ricca di difficoltà, dopo aver conquistato l’accesso ai Playoffs tramite il Play-In sono da considerarsi una contender. La presenza a roster di Durant e Irving obbliga a prendere in considerazione Brooklyn tra le favorite al titolo, anche se la squadra pare avere delle lacune in alcuni ruoli, e il primo turno con Boston non sarà affatto una passeggiata. In attesa di capire se si rivedrà o meno in campo Ben Simmons.

Andrea: CONTENDER. Hanno a roster il miglior scorer di tutti i tempi, uno dei migliori giocatori in isolamento della storia e stanno per recuperare uno dei migliori difensori della lega, impossibile non considerarli una contender. Sono un po’ corti con le rotazioni, ma lo star power può annullare questa mancanza. Il cammino verso l’anello sarà lungo e impegnativo, ma i Nets sono in grado di giocarsela con chiunque.

Mattia: PRETENDER. Mi prendo le mie responsabilità (e le future mazzate morali) non scegliendoli come contender. Non ho dubbi che i Nets possano arrivare al titolo, soprattutto vista la qualità del duo Kyrie-KD in unione ad un attacco ben spaziato e funzionale. Quel che fa nutrire molta insicurezza è la totale assenza di difesa point-of-attack, e forse difesa in generale, che potrebbe impattare molto, e male, nei Playoffs. Il ritorno di Ben Simmons, previsto per gara 4 del primo turno, potrebbe cambiare tutto, ma dopo un anno di fermo ci saranno una serie di limitazioni da rispettare. Questo, in unione all’assenza di Joe Harris, potrebbe far slittare di un annetto la title shot che a Brooklyn aleggia da un paio di stagioni. In ogni caso, naturalmente, attenti a quei due.