Questo contenuto è tratto da un articolo di Aaditya Krishnamurthy per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Dal 2010, con un progressivo rinforzamento del player empowerment, la NBA ha assistito alla formazioni di numerosi superteam, che si parli dei Miami Heat del 2011, dei Golden State Warriors del 2017 e anche dei Brooklyn Nets del 2021. Questa è una realtà consolidata, le cui linee guida partono dal desiderio di alcune superstar di giocare con altre, e casi più recenti possono essere quelli dell’arrivo di Kevin Durant e Bradley Beal a Phoenix, o quello che si prospetta di Damian Lillard a Miami. Ma da dove prendono spunto i giocatori?
Secondo Brian Windhorst, insider di ESPN, la “colpa” è da imputare a Team USA: quando i giocatori rappresentano il Paese, hanno la possibilità di giocare l’uno con l’altro. Windhorst fa notare che Damian Lillard e Bam Adebayo, probabili compagni nel recente futuro, hanno avuto la possibilità di conoscersi a Tokyo, in occasione dei Giochi Olimpici:
“Team USA è stato un mezzo per creare legami che portassero ad altro regolarmente. Lillard ha creato, o come minimo approfondito, il proprio rapporto con Bam Adebayo nei mesi assieme in Giappone nel 2021. In quel caso in particolare, al netto del COVID, nessuno poteva lasciare l’albergo, pertanto la sola che potessero fare era conoscersi.”
“Tornando indietro e guardando a tutte le ultime grandi transazioni, molte hanno a che fare con Team USA. Il roster per la prossima World Cup è stato annunciato, ci sono molti giocatori giovani e non so quello che succederà, ma vi posso assicurare che alcuni di loro, dopo aver giocato insieme per sei settimane in estate, adoreranno le personalità di altri e il modo in cui giocano.”
“Non dico certo che in aereo tornando a casa e diranno: ‘Okay, 2027, io e te’. Nelle loro teste penseranno: ‘Mi piacerebbe giocare con lui un giorno’. Team USA è il reale centro di reclutamento. Lo è stato per LeBron, Bosh e Wade, è lì che è successo.”
Il riferimento è al trio che si formò ai Miami Heat nel 2010, dopo che Wade, Bosh e James giocarono insieme ai Giochi Olimpici del 2008. Ma potremmo aggiungere anche esempi più recenti come Kevin Durant e Devin Booker, sempre da Tokyo, e colpi secondari come l’arrivo di Jerami Grant a Portland, figlio di un rapporto di amicizia con lo stesso Lillard nato in Giappone, come è noto. Se le cose stanno così, chissà a cosa porterà la prossima World Cup.