Questo contenuto è tratto da un articolo di Kevin McCormick per Sportskeeda, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.
Shaquille O’Neal è sempre stato un uomo ambizioso, e nonostante sia stato uno dei più forti big men della storia dell’NBA, dopo il suo periodo di attività da giocatore – e anche durante, come vedremo – ha intrapreso una serie di strade professionali non collegate al mondo del basket. Uno di questi, è quello delle forze dell’ordine.
Ospite a “Good Morning America”, Shaq ha raccontato di quando nel 2005 ha collaborato con le forze dell’ordine in Virginia. Ai tempi giocava per i Miami Heat, dopo otto anni ai Los Angeles Lakers, ma al di fuori del campo era anche un agente di riserva dell’ufficio dello sceriffo della contea di Bedford.
Il contributo principale di Shaq era individuare e rintracciare i predatori sessuali, nello specifico i pedofili. Andava online e fingeva di essere un bambino, per vedere come le persone reagivano ai suoi messaggi:
Non mi piace rivelare i dettagli, ma scrivo semplicemente “ciao”, mi chiedono quanti anni ho e vanno dritti al dunque… il 98% delle risposte è subito di natura sessuale. Dobbiamo scovare questi maniaci. È davvero inquietante vedere che qualcuno vuole fare del male a un bambino, soprattutto in modo sessuale. Molto, molto inquietante.
Shaq è stato applaudito per il suo contributo al lavoro delle forze dell’ordine. La maggior parte delle superstar passa il suo tempo libero nel lusso, non lui. Shaquille O’Neal era diverso, e in quanto padre di otto figli, questo è un lavoro a cui sicuramente dava molta importanza.
A seguito della sua intervista a “Good Morning America”, l’allora sceriffo della contea di Bradford (Mike Brown) ha parlato pubblicamente di Shaq, raccontando il tempo, la dedizione e la serietà che ha messo in quell’incarico:
Ho conosciuto molti agenti di polizia e dopo 40 anni nel mestiere penso che sia piuttosto difficile fregarmi. Vi posso dire che non c’è assolutamente nulla di falso o costruito in Shaquille O’Neal, e nel suo desiderio di aiutare i bambini ed essere parte attiva nelle forze dell’ordine.
A volte gli atleti fanno fatica a trovare il loro posto, dopo essersi ritirati. A differenza delle professioni tradizionali, infatti, gli sportivi si ritirano ancora giovani, e questo lascia loro molto tempo da occupare. Shaq ha sfruttato la sua vita post-basket per coltivare varie passioni. All’epoca, aveva persino accennato alla possibilità di entrare, prima o dopo, in modo stabile nelle forze dell’ordine.
Il basket ha una fine, non dura per sempre. Le forze dell’ordine, invece, sì. Ed è qualcosa che voglio fare.