FOTO: Bright Side of the Sun

 

Molto spesso è più difficile di quello che può sembrare rispondere ad una domanda con un semplice “sì” o con un “no”. Il contesto è molto importante. Prendiamo d’esempio il caso Jusuf Nurkic: può una squadra con ambizioni ai Playoffs essere contender, e di conseguenza puntare all’anello, con lui come centro titolare? L’istinto dice di no, ma la causa non è lui in sé, ma la costruzione del roster intorno. La mancanza di size, rim protection e atletismo sono tre problemi che i Phoenix Suns dovranno fronteggiare di nuovo. La franchigia dell’Arizona è riuscita a sopperire a qualche incognita in questa off-season, aggiungendo giocatori giovani, point guard dalla panchina e anche atletismo.

Il lavoro fatto quest’estate è stato sicuramente positivo, ma ci sono ancora dei punti di domanda. Principalmente possono essere tre: la mancanza di profondità nel reparto forward, la rotazione dei centri ai Playoffs ed infine la mancanza di difesa Point-of-Attack. A Nurkic è stato aggiunto via free agency Mason Plumlee, e dal secondo giro del draft è arrivato da Marquette Oso Ighodaro, ma questo trio può bastare?


Che cosa non va

Il bosniaco ai Playoffs ha un record di 3-17, il che lo rende il giocatore con la percentuale peggiore in post-season tra quelli che hanno disputati almeno 20 partite. Che sia chiara una cosa prima di tutto: Nurkic non è il motivo per il quale i Suns sono stati sweepati, c’è stata una miriade di problemi e lui è solo parzialmente responsabile. I numeri ai Playoffs dell’ex Portland, però, sono tragici. Minnesota è una squadra molto fisica e lui sarebbe dovuto essere un fattore, invece è stato completamente annullato e battuto da Rudy Gobert e Naz Reid.

Inoltre ha anche chiuso male al ferro e gli avversari continueranno a battezzarlo da tre punti. Deve migliorare e dimostrare di essere un giocatore in grado di poter disputare dei buoni Playoffs, quantomeno in difesa.

Che cosa va bene

Non bisogna ignorare allo stesso tempo che Nurkic ha disputato un’ottima Regular Season ed è stato fondamentale nel tenere i Suns a galla quando stavano affrontando una lunga serie di infortuni. In 76 partite, il numero 20 dei Suns ha viaggiato a queste cifre: 10.9 PPG, 11.0 RPG, 4.0 APG, 1.1 BPG, e 1.1 SPG in 27.3 minuti a partita di utilizzo. È anche un rimbalzista eccellente, e il suo playmaking non è scontato per uno della sua stazza.

Riuscirà Mike Budenholzer a rivitalizzare un altro centro quasi a fine carriera come ha fatto con Brook Lopez a Milwaukee? Probabilmente non fino a quel punto, ma già se dovesse riuscire a renderlo uno stretch five affidabile cambierebbe di molto le sorti dell’attacco di Phoenix.

Se le tre stelle dovessero giocare effettivamente da stelle quali sono, e i role player segnassero i tiri smarcati, allora potrebbe non importare chi sia il centro titolare. Nurkic gioca un ruolo centrale nel riuscire a mettere le star nelle condizioni migliori per avere successo. Un compito di cui è pienamente capace.