I Minnesota Timberwolves hanno puntato su Mike Conley, e il primo obbiettivo dovrebbe essere aiutare lo sviluppo di Anthony Edwards
Come ormai sappiamo bene, durante l’estate i Minnesota Timberwolves si sono criminalmente complicati la vita, con una trade folle sotto ogni punto di vista per Rudy Gobert. Tra i tanti lati negativi, c’era anche il rischio di penalizzare Anthony Edwards, le cui caratteristiche si sposano ben poco con la presenza di un altro lungo in campo.
Nonostante ciò, Edwards viaggia spedito a circa 25 punti di media con efficienza nella media della lega (57% di True Shooting), dimostrando ulteriormente, se ce ne fosse stato bisogno, di essere uno di quei giocatori su cui occorre puntare forte.
In questo senso, l’arrivo di Mike Conley è probabilmente un’ottima notizia. E’ vero, Conley è invecchiato ed ha indubbiamente perso smalto rispetto agli anni migliori, ma la convivenza con D’Angelo Russell non stava funzionando.
Nei 2870 possessi che hanno visto Edwards e Russell condividere il parquet in questa stagione, i Timberwolves hanno prodotto 113.9 punti per 100 possessi (47esimo percentile); i quintetti con Edwards in campo e Russell fuori, invece, hanno visto l’attacco produrre 118 punti per 100 possessi (83esimo percentile) su un campione di 1508 possessi. Tutto questo nella quasi totale assenza di Karl Anthony Towns.
L’eye-test va di pari passo con i dati, e la ragione è abbastanza semplice: D’Angelo Russell è uno scorer, e in campo si comporta da tale, prediligendo le proprie opportunità di trovare il canestro. Oltre a “mangiare” possessi a Edwards, non lo facilitava in nessun modo.
Gli isolamenti di Edwards producono 0.896 punti per possesso (42esimo percentile); i suoi Pick%Roll, invece, producono 0.999 punti per possesso (66esimo percentile). Nonostante i miglioramenti da fare nelle letture, è abile in entrambi i particolari. Semplicemente, non lo è abbastanza per vivere di quelli; e anche se lo fosse, sarebbe estremamente limitante farlo con quel tipo di capacità fisiche e atletiche.
Per via della scarsa cooperazione tra gli esterni nell’attacco di Minnesota, in un sistema di gioco generalmente abbastanza sterile, Pick&Roll ed isolamenti rappresentano quasi il 50% delle giocate di Ant (e la percentuale sarebbe molto più alta se considerassimo unicamente i possessi a metà campo).
L’aggiunta di Mike Conley va vista in quest’ottica. Le diverse caratteristiche rispetto al suo predecessore permettono a Minnesota, almeno teoricamente, di cambiare le carte in tavola.
Come dimostra la grafica, Conley è naturalmente più propenso a cercare i compagni e fungere da facilitatore. Nei Pick&Roll giocati in questa stagione, ha premiato un compagno (preferibilmente sul perimetro) nel 65% delle occasioni, optando per una soluzione personale solamente nel restante 35%.
E non è solo questione di volontà: l’ex Jazz e Grizzlies è generalmente un passatore migliore (e più esperto) rispetto a Russell.
Se il lavoro di Chris Finch andrà nella giusta direzione, l’arrivo di Conley non può che portare benefici alla pulizia e all’efficienza di Edwards. Ricordate l’effetto che ebbe Chris Paul su Devin Booker? Ecco, idealmente ci dovremmo aspettare un epilogo simile.
Per epilogo simile si intende un drastico calo dei possessi in cui tocca ad Edwards creare il vantaggio a partire da una situazione statica, favorendo invece situazioni in cui agisce da “innescato”, a difesa già mossa. E’ persino superfluo spiegare perché sia così importante permettere a un giocatore così veloce, potente, tecnico e atletico un maggior numero di ricezioni dinamiche.
Giochi come handoff e uscite dai blocchi, in cui Edwards è stato finora coinvolto con una frequenza complessiva ferma al 10%, dovranno presto diventare più centrali nel suo repertorio.
Ovviamente, il solo arrivo di un facilitatore come Conley non basta a provocare come risultato quanto detto. Oltre al lavoro sulle fondamenta del sistema da parte di coach Finch, sarà prima di tutto necessaria la buona volontà dello stesso Edwards nel modificare il suo gioco,
Se però l’obbiettivo è quello di diventare un attaccante inarrestabile, il passaggio è indispensabile. E ora ha il compagno giusto per farlo.