FOTO: Pittsburgh Post-Gazette

Freshmen che possono rilanciarsi

– a cura di Raoul Garavaglia

  • Kyle Filipowski

Quasi doppia-doppia di media per il freshman di Duke University, 15 punti e 9 rimbalzi per il fulcro dell’attacco di coach Jon Scheyer, a mani basse il miglior “rookie” stagionale dei Blue Devils, quello che ha attutito meglio l’impatto con il passaggio al college. Questo torneo sarà anche utile per rilanciarsi in ottica Draft, dimostrando di poter avere un impatto anche al piano superiore, visto che come archetipo non è propriamente uno dei più ricercati dagli scout NBA.

Per chi non conoscesse Kyle, è un lungo in grado di spaziare il campo, dotato di ottime mani e delle buone letture offensive, grazie alle quali riesce a trovare facilmente i compagni. I problemi principali sono nella metà campo difensiva, non è un grande atleta e ha piedi abbastanza lenti, caratteristiche che potrebbe pagare una volta entrato nella lega.


  • Nick Smith

Il freshman di Arkansas ha vissuto una stagione abbastanza travagliata. A causa di diversi infortuni non è mai riuscito a trovare continuità, il torneo rappresenta per lui un’occasione per tornare in top 10 in ottica Draft.

Abbiamo già parlato abbondantemente di Smith, ma è un tipo di giocatore che in un torneo del genere può tirare fuori tutte le sue qualità da shot creator di alto livello, non mi stupirei se dovesse segnare tiri importanti in partite punto a punto.

In coppia con Anthony Black forma uno dei backourt più giovani e divertenti della March Madness, consiglio di seguire i Razorbacks con un occhio di riguardo.

  • Jalen Hood-Schifino

Il freshman di Indiana è potenzialmente uno dei giocatori più maturi e versatili della classe, tipico profilo che potrebbe far gola a molte contender NBA, con il potenziale di diventare anche qualcosa di più di un role player.

Negli Hoosiers è la seconda opzione offensiva, dietro al lungo Trayce Jackson Davis, ma Jalen ha avuto diversi alti durante la stagione, come i 35 punti nella vittoria contro una delle favorite Purdue. Le medie stagionali rappresentano il giocatore che è: 13 punti abbondanti di media conditi con circa 4 rimbalzi e 4 assist, il tutto tirando con un solido 40/35/77.

Insomma, un ottimo giocatore che, in caso di run profonda di Indiana, potrebbe tranquillamente entrare in lottery per molti mock Draft.

  • Noah Clowney

Lungo di Alabama, 6’10”, braccia lunghissime e atletismo fuori dal comune, ottimo rimbalzista e bravo a finire al ferro. Insieme a Brandon Miller forma la coppia di freshmen di Alabama, una delle principali contender, anche grazie al tabellone favorevole.

Noah sarebbe attualmente un prospetto da scegliere a cavallo dei due giri, essendo un giocatore ancora molto grezzo, soprattutto offensivamente. Il tiro da 3 punti è ancora parecchio altalenante, ma ha potenziale per migliorare questo aspetto del gioco; il profilo fisico e atletico è invece molto interessante per l’NBA odierna.

Se dovesse giocare un ottimo torneo, le chances di scalare posizioni al Draft potrebbero aumentare notevolmente, specialmente se iniziasse a tenere delle percentuali migliori dalla lunga distanza unite ad un buon impatto difensivo, soprattutto in termini di maturità e letture.

  • Jarace Walker

Un giocatore che potrebbe definitivamente stabilizzarsi in top 5 è Jarace Walker da Houston. Il compagno di Marcus Sasser è a mani basse il miglior lungo del prossimo Draft: non molto alto, fisico già pronto per il salto in NBA, versatilità difensiva e un potenziale da shot creator da non sottovalutare.

Attualmente prospetto da top 10, ma giocando in una delle favorite si prospetta una run lunga per lui, in cui può far vedere tutto il suo potenziale. L’ago della bilancia potrebbe essere lo scontro con Jackson Davis di Indiana in un’eventuale Sweet 16, un match up che molti scout NBA seguirebbero sicuramente con una lente di ingrandimento.

Contender a pagina 1; favoriti per l’MVP a pagina 2