Siamo arrivati alla resa dei conti: Phoenix Suns contro Milwaukee Bucks, per l’anello. Ecco un’anteprima di quello che potremo vedere nel corso della serie.


FOTO: NBA.com

Ci siamo, è la resa dei conti. Sono rimaste solamente due squadre: Milwaukee Bucks e Phoenix Suns.

Certo, il risultato raggiunto è inaspettato, e sarebbe quantomeno opinabile affermare che nel loro tragitto verso le NBA Finals entrambe non abbiano trovato circostanze favorevoli, in primis derivanti dai vari infortuni che hanno colpito le dirette concorrenti. In ogni caso, ciò non toglie assolutamente nulla a due squadre solide e autrici di un’ottima stagione, a cui si aggiungerà il merito di last-one-standing.


Le avversità, comunque, non hanno risparmiato nemmeno loro. Da una parte Chris Paul ha avuto problemi alla spalla, alla mano e con il Covid-19; dall’altra, senza dimenticare la sempre pesante assenza di Donte DiVincenzo, Giannis Antetokounmpo sarà a forte rischio per un infortunio al legamento crociato anteriore.

“The Greek Freak” potrebbe comunque fare il proprio ritorno nella serie, se non addirittura debuttare sin da Gara 1. Per questo, in questa ultima preview stagionale, considereremo uno scenario in cui la star dei Bucks scenderà in campo.

Dopo i punti chiave, ci sarà un faccia a faccia finale fra i vari protagonisti, con tanto di pronostico.

Key Factors

I Bucks e la strategia difensiva sul Pick&Roll

La questione più spinosa è questa: la strategia difensiva contro i blocchi. Lo è stata contro gli Atlanta Hawks di Trae Young, e a maggior ragione lo sarà contro i Suns, che hanno a roster due portatori d’élite in situazioni di Pick&Roll, come Devin Booker e Chris Paul.

Contro la squadra di McMillan, i Bucks si sono inizialmente affidati a ciò che hanno usato per tutta la stagione, almeno con il quintetto base: la drop coverage. Questo tipo di difesa si è rivelata però non sostenibile contro le abilità di Trae Young, specie se si concede a quest’ultimo la soluzione offensiva preferita, e cioè il floater.

I 48 punti segnati da Trae in Gara 1 sono stati un campanello d’allarme troppo rumoroso per non essere ascoltato da coach Mike Budenholzer, che ha perciò, come mai aveva fatto precedentemente in questi Playoffs, messo mano ai propri schemi difensivi.

Abbiamo infatti visto per la prima volta un minutaggio elevato della small lineup con PJ Tucker da 4 e Antetokounmpo da 5, in grado quindi di poter cambiare su tutti i blocchi.

In Gara 5 e 6, con Giannis out per infortunio al ginocchio, Budenholzer ha messo in atto l’aggiustamento difensivo decisivo per vincere la serie: cambiare su tutti i blocchi anche con il quintetto base, pur con Bobby Portis e Brook Lopez in campo.

Complice l’assenza di Trae Young in Gara 5 e la sua limitata mobilità in Gara 6, questo ha tolto soluzioni all’attacco degli Hawks, costretti a una pallacanestro che non appartiene loro, fatta di possessi lunghi, uno-contro-uno e tiri forzati.

La squadra di McMillan ha voluto insistere nel cercare il mismatch in post per Gallinari e Collins, ma Jrue Holiday e PJ Tucker si sono dimostrati clienti tutt’altro che facili.

Questo ha certamente lanciato un messaggio ai diretti avversari e a qualsiasi squadra NBA che non voglia vedere il proprio attacco collassare su possessi stagnanti e poco produttivi. E lo ha fatto in maniera visibile:

I Suns, però, non sono gli Hawks, soprattutto quelli delle ultime due partite. Budenholzer lo sa, e anche per questo, Giannis o non Giannis, al via di Gara 1 rivedremo probabilmente l’uso della drop coverage, con la quale il coach di Milwuakee è sembrato trovarsi a proprio agio nel corso della stagione.

Nonostante quest’ultima non sia la strategia ottimale per prevenire la gestione del pick&roll di Phoenix, causa i pull-up di Booker e la mid-range shot creation di CP3, potrebbe rivelarsi comunque una scelta più convenzionale per i Bucks rispetto allo switch. Sia chiaro, quest’ultimo, come dimostrato nelle Western Conference Finals contro i Clippers, potrebbe essere l’ideale, soprattutto andando avanti nella serie. Ma, non essendo facile stravolgere un sistema su cui si è lavorato per tutto l’anno, sarà difficile immaginare un cambiamento radicale fin dall’inizio.

Un peccato, considerando che la small lineup con Antetokounmpo e Tucker potrebbe rivelarsi efficace sin dalle prime gare, permettendo a questi due di cambiare sul portatore senza accusare troppo, e sfruttando le ottime doti difensive di Holiday che, come detto, è in grado di disturbare anche avversari più grossi e lunghi.

Non si possono prevedere con esattezza quelli che saranno i cambiamenti nel corso della serie, ma l’implementazione della lineup Holiday-Connaughton-Middleton-Tucker-Antetokounmpo è l’opzione più quotata, con switch continui e, all’occorrenza, PJ Tucker sul portatore principale per prevenire mismatch facili per DeAndreAyton. Quest’ultimo dovrà essere bravo a leggere la situazione nelle ricezioni dallo short-roll, reagendo ad aiuti sul lato debole con rapidi passaggi in angolo o, in ogni caso, sul compagno libero sul perimetro (cfr. supra, prima clip).

Tornando, inoltre, a Tucker, quest’ultimo sarà certamente l’incaricato di occuparsi del nemico pubblico numero uno: Devin Booker. Come contro i Denver Nuggets, in cui a difendere quest’ultimo ha pensato Aaron Gordon, un prototipo simile all’ex-Houston per versatilità, D-Book dovrà fare i conti con un giocatore molto fisico e in grado di contestarlo in situazioni di arresto e tiro, nonostante possa risultare avvantaggiato in termini di rapidità.

Se, andando avanti, si realizzerà la tendenza dei Bucks a proporre un quintetto small, potremmo inoltre vedere anche Giannis cambiare sul figlio di Melvin. Il condizionale è comunque d’obbligo, viste le condizioni del greco. In più, tutto dipenderà dalla voglia di rischiare di Budenholzer: la drop coverage ha difetti, ma è un terreno già tastato, mentre per cambiare contro eccellenti giocatori di pick&roll come Paul o Booker serve una preparazione lunga e pensata. Nonostante tutto, i numeri hanno parlato chiaro.

Come attaccare i Suns

Nell’ultima serie l’attacco dei Bucks ha vissuto di rendita sfruttando al massimo gli accoppiamenti favorevoli e i tanti difetti difensivi degli Hawks. Difensori come Young, Bogdanovic (anche acciaccato), Williams, Gallinari e Collins sono stati facili target per attaccanti come quelli di Milwaukee, e talvolta ad Atlanta è venuta a mancare anche una buona difesa di squadra.

Oltre a Holiday e Middleton, a fare il bello e il cattivo tempo in isolamento è stato anche Antetokounmpo, pure nelle situazioni statiche, considerate il suo difetto offensivo. Questo perché il greco si è trovato spesso accoppiato con Collins, Gallinari o Hill, difensori che non possono contenerlo in nessuna situazione.

Alle Finals, però, i Bucks non potranno vivere di mismatch. La difesa dei Suns non ha apparenti difetti, ha una buona difesa “Point of Attack”, ali versatili come Bridges e Crowder, e un lungo che può cambiare sulle guardie e proteggere molto bene il ferro come Ayton.

Ecco quindi che si potrebbero ripresentare le problematiche offensive che avevano provocato molte critiche nel mezzo della serie contro i Nets, quando i Bucks avevano mostrato un attacco stagnante, con poche idee.

Questo potrebbe aprire un altro argomento di discussione destinato a restare in voga, e cioè l’utilizzo di Antetokounmpo al suo ritorno, con il timore di rivedere quei possessi in cui il due volte MVP tiene palla per molti secondi senza creare nulla, per poi schiantarsi contro una difesa ben posizionata che lo aspetta sotto al ferro.

Quindi anticipiamo dicendo che, per impensierire i Suns, servirà un uso massiccio di Giannis da bloccante, con gestione del pallone affidata a Holiday e Middleton, che nelle ultime due partite in particolare hanno mostrato di saperci fare.

Antetokounmpo da roll man obbliga i Suns a prendere delle decisioni. Se la squadra di Monty Williams opterà per la drop coverage, rischierà di concedere il pull-up al portatore, oltre al dover contenere Giannis nella situazione dove è maggiormente pericoloso.

Se i Suns decidessero di cambiare, i Bucks potrebbero invece andare alla ricerca di mismatch per uno dei tre violini principali. Specialmente per Khris Middleton, che ha 0.95 punti per possesso in isolamento in questi Playoffs, e ha mostrato di potersi accendere all’improvviso e decidere delle partite durante la serie contro gli Hawks.

Sicuramente i Suns hanno le armi per trovare una strategia efficace, soprattutto vista la versatilità delle ali non solo del quintetto titolare (Mikal Bridges e Jae Crowder), ma anche in uscita dalla panchina (Cam Johnson e Torrey Craig), ma varrà la pensa provare a metterli in difficoltà. Soprattutto se Middleton è questo:

Un altro aspetto che la squadra di Budenholzer ha cavalcato nell’ultima serie è stata la transizione offensiva. Giannis & Co hanno spesso trovato punti facili sfruttando abilità in contropiede e difesa carente da parte degli Hawks, aprendo così parziali a loro vantaggio con discreta facilità.

I Bucks sono primi per frequenza di gioco in transizione offensiva in questi Playoffs (17.6%), ma con una percentuale realizzativa non eccellente (1.06 punti per possesso, 40esimo percentile per NBA.com), a cui aggiungere il ruolo di miglior difesa in transizione (0.95 punti per possesso concessi).

Dall’altro lato, però, troveranno dei Suns che non si faranno alcun problema a correre, essendo primi per punti per possesso in transizione offensiva (1.28 punti per possesso) e terzi in quella difensiva (0.97). Uno dei tanti punti di contatto nell’equilibrio che si prospetta.

Infine, sarebbe importante per i Bucks se Lopez potesse stare in campo abbastanza da essere un fattore offensivo. L’ex Lakers ha messo a segno 33 punti solo qualche giorno fa, in Gara 5, e ha ampiamente dimostrato di essere un’arma importante. La sua presenza in campo aggiunge soluzioni all’attacco, tra cui l’uso del Pick&Pop, per sfruttare la sua pericolosità perimetrale e aprire il campo.

Il suo minutaggio però dipende strettamente da quanto riuscirà a essere sostenibile in difesa. Per lui, mai come ora, ci sarà bisogno di un continuo calcolo rischi-benefici.

Come mettere in difficoltà i Bucks

Come già detto, i Suns non sono gli Hawks, e potrebbero avere una risposta per ogni strategia dei Bucks.

Chris Paul e Devin Booker non hanno il floater game di Trae Young, ma sono, come detto poco sopra, due enormi specialisti del pull-up dal mid-range; provare a costruire una parte consistente della serie sulla drop coverage contro di loro potrebbe voler dire condannarsi a morte.

In aggiunta al discorso sui cambi effettuato sopra, va menzionata la gravity esercitata da Ayton. La questione posta riguardo il quintetto small, che potrebbe limitarne la ricezione o costringerlo a prendere decisioni da situazioni di campo non troppo profonde, funziona in linea teorica, e per i Clippers ha pagato in certe situazioni.

Ciò non vuol dire, comunque, che possa essere facile limitarlo. In un pick&roll, anche si volesse togliere il fondamentale di scoring all’handler in quella situazione, si rischierebbe solo di premiare Ayton con punti ancora più semplici, in particolare se si optasse per switch molto alti che permettano a Booker o Cam Payne di battere il lungo fuori dall’area, lasciando il pitturato in balia di DA e aiuti disperati. A dimostrare ciò ci sono gli incredibili numeri del centro dei Suns da roll man.

Escludendo l’aggiustamento visto nelle ultime due partite della serie contro gli Hawks, che vedeva Portis e Lopez cambiare sui blocchi – molto più difficle contro Booker, che non ha problemi a giocare l’uno-contro-uno e andare al ferro con facilità – torna quindi di nuovo, inevitabilmente, il concetto precedente: l’importanza di una lineup small.

Con Donte DiVincenzo, la lineup dei Bucks con Giannis Antetokounmpo da 5 sarebbe stata inattaccabile o quasi. Senza l’italo-americano invece, concede un piccolo difetto all’avversario: Pat Connaughton. I Suns cercheranno di orientare i cambi per cercare il mismatch contro di lui.

In poche parole, per concludere, quello che ci sarà da aspettarsi sul fronte Bucks, in uno scenario con Giannis in condizioni stabili, è un rapido cambio di rotta dalla drop coverage iniziale verso lo switch, reagendo al pick&roll con Tucker o il greco sul portatore e Holiday a fare il lavoro sporco per limitare Ayton.

Dal canto dei Suns, invece, il miglior modo di attaccare la drop coverage sarà quello di comportarsi esattamente come nelle serie precedenti, sfruttando gli screen di Ayton per un pull-up o un lob in caso di aiuto. Se, invece, i Bucks decidessero di cambiare, allora diventerà essenziale la ricerca del mismatch, coinvolgendo il più possibile Ayton per attaccare dal post o per riaprire dallo short-roll verso il compagno smarcato.


Face-to-face

Chris Paul:18.1 punti; 8.7 assist; 9.0 turnover%; 41.4 assist%Jrue Holiday: 17.6 punti; 8.4 assist; 12.5 turnover%; 31.4 assist%

I due veterani, i due con il percorso più simile. Nonostante gli anni di esperienza in NBA, con la dodicesima stagione per Holiday e la sedicesima per Paul, sono entrambi alla prima apparizione alle NBA Finals, in quello che potrebbe essere uno degli ultimi atti degno di nota della loro carriera.

Peraltro, entrambi sono al primo anno nelle rispettive squadre. One shot, one kill.


Devin Booker: 27.0 punti; 34.4 3-PT%; 44.4 FG%; 31.4 usage%Khris Middleton: 23.4 punti; 8.0 rimbalzi; 33.8 3-PT%; 43.4 FG%;

Sicuramente i profili da tenere maggiormente d’occhio, quelli da cui ci si aspetta un heat check da un momento all’altro. Oltre al profilo da scorer, sarà importante per entrambi la gestione della palla sul pick&roll per muovere le difese avversarie. Se ci sarà da forzare un tiro, aspettatevi di vederli protagonisti.


Giannis Antetokounmpo:28.2 punti; 12.7 rimbalzi; 32.0 usage%; 24.9 assist%Jae Crowder: 10.4 punti; 36.9 3-PT%

Questo sarà sicuramente uno dei matchup più caldi, soprattutto in situazioni di pick&roll o con Ayton fuori dal campo. La versatilità di Crowder permetterà al bahamense di poter quantomeno rifiatare, con la possibilità per Phoenix di andare small. I due si sono già affrontati nella NBA Bubble di Orlando, e potrebbe essere un buon rematch per Antetokounmpo.


Mikal Bridges: 10.8 punti; 35.1 3-PT%; 46.8 FG%PJ Tucker: /

No, non è un errore, sarebbe solo ingeneroso portare una statistica, per quanto grezza per il giudizio di tutti, per PJ Tucker. L’affiancamento a Mikal Bridges è voluto: entrambi difensori versatili, entrambi con più armi nella difesa del pick&roll. Quel che Tucker guadagna in termini fisici e toughness, Bridges lo restituisce con atletismo e capacità di segnare più avanzate, sia in spot-up, che self-creation. Saranno i Jolly difensivi delle due finaliste.


DeAndre Ayton: 16.2 punti; 11.8 rimbalzi; 70.6 FG%; 70.5 true shooting%Brook Lopez: 13.5 punti; 6.1 rimbalzi; 1.8 blocks; 35.3 3-PT%Dulcis in fundo,

i giocatori con più peso all’interno della serie. Se da un lato Ayton potrà essere usato a piacimento su Giannis e sul pick&roll, sia cambiando che in drop coverage, dovrà fare la voce grossa per dare respiro ai compagni in attacco. Allo stesso modo, le % di Lopez saranno importanti in caso il suo impatto difensivo dovesse essere ridotto.


Pronostico

Emil

: 4-3 Bucks

Mattia: 4-3 Suns (“Trust the bracket!”)