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Potenziali MVP

– a cura di Raoul Garavaglia

  • Marcus Sasser, Houston (point guard)

Marcus è il miglior giocatore della miglior squadra, è un senior e come tale giocherà con la cosiddetta “chip on the shoulder” tipica di chi sente di avere l’ultima occasione per fare qualcosa di grande, è uno dei migliori realizzatori dell’American conference con 17 punti a partita ed è pronto a guidare Houston a un titolo NCAA.

Sasser è una classica point guard collegiale, ottimo shot creator in grado di segnare su 3 livelli e in grado di gestire un attacco, grande leadership all’interno dello spogliatoio. Insieme a Tramon Mark compone uno dei migliori backourt della lega.


Purtroppo l’età e la difficile traslabilità del suo gioco a livello NBA non lo rendono un vero e proprio prospetto top in ottica Draft, come quasi tutti quelli che vedremo in questa lista, ma con un ottimo torneo potrebbe assicurarsi una scelta al secondo giro.

  • Jalen Wilson, Kansas (wing)

L’ala di Kansas è uno dei giocatori più completi dell’intero college basketball e le cifre lo dimostrano: circa 20 punti, 8 rimbalzi, 3 assist e 1,5 stocks a partita, non sarà uno dei giocatori più atletici o spettacolari, ma sa come fare canestro sfruttando i suoi punti di forza e ha una dimensione da passatore decisamente sottovalutata, che lo rende uno dei migliori creator NCAA.

È la stella di una delle favorite al titolo e da lui passerà tanto del torneo dei Jayhawks. Dick e McCullar saranno le sue spalle per la corsa al back-to-back, le premesse per provarci ci sono tutte.

In ottica Draft è un prospetto da secondo giro, sempre per lo stesso discorso fatto per Sasser. Non ha caratteristiche particolari che lo rendono un role player funzionale per qualche aspetto del gioco, ma se fossi una squadra Europea un pensierino in caso andasse undrafted lo farei.

  • Zach Edey, Purdue (center)

Ecco a voi il giocatore più dominante del panorama collegiale: sophomore, da Purdue, Zach Edey, 7’4” per 138 kg con 7’7” di wingspan, praticamente un mismatch vivente per chiunque si trovi nel pitturato.

In stagione viaggia a 22 e 12 di media col 60% dal campo, è immarcabile per qualsiasi squadra e l’asse con Braden Smith funziona a meraviglia, ma come tutti i giocatori con quella stazza e poca mobilità, ha i suoi punti deboli. Se le avversarie di Purdue riusciranno a metterli in mostra, allora potrebbero riuscire nell’upset di una delle migliori 5 squadre NCAA, altrimenti sarà veramente difficile eliminarli.

Chiaramente non è un giocatore da NBA, i suoi limiti in una lega così verrebbero messi in mostra dal primo all’ultimo, ma un futuro oltreoceano? Può essere, così come potrebbe tornare al college e provare a trascinare Purdue al titolo anche i prossimi anni.

  • Brandon Miller, Alabama (wing)

Si, vedere un freshman in questa lista non è proprio cosa da tutti i giorni. Vero anche che Brandon Miller è 2002, non proprio giovanissimo, ma l’impatto che ha avuto nel suo primo anno di college è stato incredibile. Circa 20 punti e 8 rimbalzi di media a partita per il giocatore di Alabama, che insieme a Noah Clowney forma uno dei più giovani tandem di stelle della lega, che ha portato Bama a dominare la SEC e renderla una delle favorite al titolo NCAA.

Miller è anche uno dei maggiori candidati ad un posto in top 5 al prossimo Draft. La combinazione di lunghezza, potenzialità di essere un ottimo difensore e shot making di alto livello lo rendono uno dei prospetti migliori in uscita dal college, nonostante qualche limite atletico che gli impedisce di creare sempre vantaggio sul difensore come vorrebbe.

Ah, una piccola aggiunta: 40% da 3 punti su più di 7 tentativi a partita. Se le percentuali rimangono in linea, auguri a chi si dovesse trovare contro i Crimson Tide durante le March Madness.

  • Jaime Jaquez jr., UCLA (wing/forward)

L’ultimo giocatore di questa lista è il leader tecnico dei Bruins, uno dei giocatori più intelligenti del panorama NCAA. Jaime Jaquez è il classico giocatore che, non disponendo di mezzi atletici fuori dal normale, per segnare si affida a una combinazione di conoscenza del gioco, fondamentali e tocco; è uno che riesce sempre a trovare i suoi spot preferiti per far male alle difese avversarie, cercando mismatch contro giocatori più piccoli o più lenti.

Non è un grandissimo tiratore: solo il 30% da 3 in stagione su meno di 3 tentativi a partita, questo è il suo limite principale anche in ottica NBA, più verosimile una carriera oltreoceano per lui. Le speranze di UCLA passano tanto dalle sue mani, soprattutto dopo la notizia che Jaylen Clark, uno dei migliori 3&D della lega, sarà fuori per infortunio al tendine d’Achille fino a fine stagione.

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