Dopo la pausa dell’All-Star Game, il numero #0 ha mostrato progressi molto interessanti nel suo gioco che, se confermati anche ai Playoffs, potrebbero segnare la svolta per Boston.

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Uno dei principali protagonisti di questa seconda parte di stagione regolare è senza alcun dubbio Jayson Tatum. Il numero #0 dei Boston Celtics sta attraversando un periodo di forma brillante, tanto da vincere il premio di giocatore della settimana della Eastern Conference per due volte nelle ultime tre settimane, e sembra aver finalmente intrapreso la strada giusta per poter fare il salto di qualità tanto atteso dal pubblico e dagli addetti ai lavori.

Non è la prima volta che nella carriera NBA dell’ex-Duke osserviamo questi exploit, tratti di stagione nei quali è letteralmente dominante. Se negli episodi precedenti i difetti di Tatum non erano però stati completamente eliminati, ripresentandosi sistematicamente poco dopo, questa volta il trend sembra differente, con il nativo di St. Louis che ha dato l’impressione di essere maturato, sotto controllo e di vedere il gioco a rallentatore, ostentando una consapevolezza nei propri mezzi fino ad ora sconosciuta.


Nonostante lo usage di Tatum sia del 32.5% (98° percentile nel ruolo e massimo in carriera), in questo filotto di partite post All-Star Game la palla di rado rimane troppo a lungo nelle mani del numero #0 di Boston, che difficilmente compie la scelta sbagliata (a differenza di quanto accadeva in passato) soprattutto nel cercare l’assistenza per i compagni.

In via di perfezionamento anche la shot selection, finora il vero e proprio tallone d’Achille del giocatore dei Celtics. Infatti, se ad inizio stagione Tatum era solito prendersi tiri dal coefficiente di difficoltà estremamente elevato, finendo così con lo sporcare le proprie percentuali, in questo finale di Regular Season il talento di Boston sta migliorando le letture offensive, attaccando con più decisione e continuità il ferro grazie a doti fisiche clamorose che gli permettono di segnare nel pitturato contro qualsiasi avversario – o di guadagnarsi un viaggio in lunetta per due tiri liberi, che converte con l’85.9% su 6.2 tentativi a partita (89.6% su 6.9 tentativi dal post All-Star break).

All-Star GamePrimaDopo
Paint touches2.02.9
PTS/touch0.9271.132
Elbow touches1.52.6
PTS/touch0.7410.676
Post touches1.81.2
PTS/touch0.6120.400
L’aumento di tocchi nel pitturato (quasi 1 in più di media a gara), unito ad una maggiore efficienza, fa molto la differenza. Da notare anche quasi il raddoppio di tocchi al gomito e il calo di quelli in post, indice di un modo di attaccare meno stagnante, soprattutto in ricezione.

Nelle due clip seguenti Tatum attacca all’interno del pitturato senza esitare. Nel primo caso sfrutta il mismatch con il lungo per batterlo e ottenere facilmente due punti al ferro (il “vecchio” Jayson si sarebbe accontentato del tiro da tre).

Nel secondo invece si trova in post spalle a canestro contro un piccolo e, invece che tirare buttandosi all’indietro, punta il ferro, lo batte con una virata, assorbe il contatto del raddoppio e porta a casa il canestro con il fallo.

Prima del weekend della gara delle stelle a Cleveland, Tatum – su un campione di 56 gare disputate – viaggiava a 25.7 punti, 4.2 assist e 8.4 rimbalzi di media a partita, con una percentuale del 43.4% dal campo su 20.5 tentativi di media e di un misero 32.9% dall’arco da tre punti su 8.4 tiri a partita, proprio a causa di una shot selection spesso discutibile e di una insufficiente capacità di leggere il gioco nel modo corretto.

Dalla ripresa dopo la pausa per l’All-Star Game si è assistito ad un impressionante cambio di rotta, con ogni statistica “grezza” del giocatore dei Celtics in netto miglioramento, a rimarcare i progressi registrati sul campo. Il prodotto di Duke dal 24 febbraio è il terzo miglior realizzatore della lega con 32.1 punti di media a partita, ai quali aggiunge 4.7 assist e 7.2 rimbalzi (unica statistica peggiorata). A far felici i tifosi di Boston sono anche le percentuali al tiro, decisamente migliorate nell’ultimo mese. Tatum tira attualmente con il 50.7% dal campo su 21.4 tentativi di media a partita e con un sontuoso 43.8% da tre punti su 9.8 conclusioni tentate dalla lunga distanza.

Un miglioramento notevole, che cambia la percezione ed il giudizio complessivo sul giocatore, ancora in grado di elevare tanti altri aspetti del proprio gioco – su tutti il pick&roll da palleggiatore.

L’impatto del numero #0 sulla squadra è totale e confermato anche da un sensazionale +16.8 di on/off (99° percentile nel suo ruolo), a dimostrazione di come sia diventato nel corso degli anni un buon difensore di squadra, bravissimo soprattutto nel portare aiuti, leggere le rotazioni ed intercettare le linee di passaggio.

Nonostante si stia prendendo in considerazione un campione di sole 14 partite, Tatum sembra aver realmente cambiato marcia. Il numero #0 di Boston non solo si sta confermando come uno scorer puro di indiscusso valore (ha scollinato in ben 9 occasioni quota 30 punti dopo l’All Star Game), ma sta anche sorprendendo in qualità di creator e facilitatore per i compagni. JT assiste infatti il 20.5% dei canestri di Boston, 90° percentile (con un rapporto tra assist e usage nella media, ma ai massimi in carriera), andando così a soddisfare, almeno in piccola parte, le necessità di creazione che richiede una squadra con ambizioni da titolo, ma che non presenta a roster una vera e propria point guard.

Infatti, dopo aver scaricato Dennis Schröder, Ime Udoka ha deciso di puntare su Smart e Tatum come playmaker primari, rinunciando così ad un play di ruolo e preferendo utilizzare il nuovo acquisto, Derrick White, nelle pieghe della partita piuttosto che come creator per i compagni.

Se, fino ad un mese fa, né Jayson Tatum, né Jaylen Brown sembravano poter rappresentare l’identikit del giocatore in grado di far svoltare la stagione dei Celtics, e il fit tra i due era sempre più frequentemente messo in discussione, oggi la situazione è di gran lunga differente. Con i due “Jays” in campo contemporaneamente, il net rating di Boston è di +14.3 e, partita dopo partita, la loro convivenza migliora a vista d’occhio. Entrambi inoltre paiono beneficiare dei miglioramenti di Tatum che, con queste prestazioni, si candida ad assumere sì ufficialmente il ruolo di primo violino della squadra, ma elevando anche il livello delle prestazioni del compagno – infrangendo così un particolare record di coppia.

Lo stesso Brown ha dichiarato che la squadra sta procedendo step-by-step per migliorare sotto ogni punto di vista e che non vuole porsi limiti.

La crescita di Tatum è direttamente proporzionale a quella di Boston, che nella seconda parte di questa Regular Season ha completamente svoltato la propria annata. I Celtics sono attualmente la squadra più in forma della Eastern Conference, con 23 vittorie nelle ultime 27 partite, e possono vantare il miglior defensive rating della lega (106.6), la miglior difesa perimetrale e la miglior difesa per percentuali dal campo avversarie.

Una solidità difensiva che, insieme ai ritocchi al roster effettuati durante la trade deadline e ai miglioramenti di Jayson Tatum, pone la squadra di Udoka come mina vagante in vista della post-season, considerando anche l’assenza di una chiara favorita per raggiungere le NBA Finals. Tanto che qualche tifoso di Boston ha deciso di festeggiare in anticipo – sperando, per lui e per i Celtics, che possa essere di buon auspicio.