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Dopo la sconfitta di ieri contro i Bulls, in cui LeBron James ha fatto il suo ritorno in campo (per la seconda volta in tutta la sua carriera uscendo dalla panchina) dopo esattamente un mese di assenza, la stella dei Los Angeles Lakers ha svelato alcuni dettagli sulle sue condizioni, sulle scelte che ha compiuto in seguito all’infortunio al tendine del piede destro, e sul rientro in anticipo rispetto alle previsioni delle ultime settimane.

LeBron ha raccontato di aver raccolto inizialmente due pareri medici, dopo i quali ha considerato l’ipotesi di un intervento chirurgico, che avrebbe posto fine alla sua stagione. Le prestazioni dei Lakers in sua assenza, la volontà di aiutare la squadra nel momento decisivo della stagione e un terzo parere medico, però, lo hanno convinto a scartare tale ipotesi, come raccontato da LeBron stesso.

Dopo un primo periodo di riabilitazione, infatti, gli è stato riferito dai medici che “stava recuperano più velocemente di chiunque altro avessero visto recentemente con un infortunio del genere”, ed è allora che “il LeBron James dei piedi” – come lui stesso ha definito un (ignoto) medico consultato a inizio mese – ha dato il via libera per posticipare l’eventuale operazione.


Come ha sottolineato Rajpal Brar, specializzato in medicina sportiva con esperienza in NBA, il recupero-lampo di LeBron, così come era avvenuto dall’ultimo infortunio all’adduttore, è frutto ancora una volta della sua incredibile dedizione nella cura del corpo.

Con otto partite rimanenti, comunque, LeBron è tornato e i Lakers aspettano anche il rientro di D’Angelo Russell (imminente) per tornare finalmente al completo. A caccia di un posto nei Playoffs, dove i giallo-viola sembrano avere le carte in regola per fare strada e puntare in alto, dopo la scossa al roster avvenuta alla trade deadline.