Questo contenuto è tratto da un articolo di Rajpal Brar per 3CB Performance, tradotto in italiano da Riccardp Pilla per Around the Game.
Gli antichi saggi tramandano: “you can’t beat father time”. Non puoi sconfiggere il tempo. O almeno, questo è quello che sostenevano prima di assistere alla carriera di LeBron James, che con le sue prestazioni ha convinto molti a ricredersi.
Nella sua quindicesima annata (2017/18) in NBA, LeBron ha giocato tutte le 82 partite di Regular Season per la prima volta in carriera ed è stato il giocatore dell’intera Lega con più minuti in campo (36.9 a gara). Ora ha compiuto 38 anni, con 20 stagioni NBA all’attivo e la linea del traguardo che non sembra ancora vicina.
Con il 99% dei giocatori, sarei preoccupato. Ma non con lui: la mentalità, il metodo e l’impegno che James dedica alla sua preparazione non è paragonabile a nessun’altro nella storia del Gioco. Il livello di cura del suo corpo – compreso un investimento che, a detta del suo manager Maverick Carter, supera il milione e mezzo di dollari – è stato fondamentale nel permettergli di opporsi all’invecchiamento con risultati così incredibili.
Potresti chiederti in quale modo esattamente un atleta come lui spenda una cifra del genere per il suo corpo. Sono qui apposta per darti una risposta.
In qualità di medico fisioterapista, ho assistito direttamente tanto alla facilità con cui il corpo umano può rompersi quando sottoposto a sollecitazioni sportive, quanto alle scelte che gli atleti intraprendono per prevenire questo tipo di infortuni.
Di seguito, approfondirò l’approcio mentale, i metodi di allenamento e le tecniche che LeBron adotta nella sua costante ricerca della forma migliore e del recupero fisico. L’obiettivo è quello di rispondere ad alcune grandi domande legate alla sua preparazione:
- Che tipo di approccio mentale c’è alla base della sua resilienza?
- Come spende il tempo a disposizione in off-season per creare le basi fisiche e mentali richieste durante la stagione regolare?
- Una volta iniziata la stagione, come fa LeBron a mantenere solide queste stesse fondamenta?
- Quali sono i fattori più importanti che garantiscono a LeBron tempi di recupero così brevi?
- Cosa differenzia davvero LeBron rispetto a tutti gli altri giocatori?
1) LeBron’s underlying mentality
Quando si parla di salute e benessere, c’è una parola che riassume efficacemente la sua filosofia: PREVENZIONE.
La maggior parte degli infortuni – ad esclusione di quelli causati da forti impatti come cadute o scontri violenti – maturano lentamente nel tempo fino a raggiungere un punto di non ritorno. Una volta superato il limite, il danno è fatto. Pensa al tuo corpo e alla tua mente come ad un’auto. Se non te ne prendi cura in maniera costante ed ignori i piccoli rumori e le avvisaglie che il mezzo ti manda, finisci presto dal meccanico con le guarnizioni distrutte, la cinghia rotta, etc. Imprevisti molto più gravi di quelli che avresti affrontato se solo ti fossi ricordato di cambiare l’olio. In altre parole, prevenzione proattiva.
LeBron James incarna alla perfezione questa mentalità.
Ha concluso la sua 15 stagione giocando più di 50.000 minuti, 2000 minuti in più dell’intera carriera di Micheal Jordan. Questi minuti includono otto intense, stressanti e consecutive cavalcate alle Finals, a cui si aggiungono diversi tornei olimpici. Nonostante tutto questo, ha saputo costantemente garantire un livello molto più alto di tanti altri giocatori con un chilometraggio ben inferiore. Questa resistenza è il testamento del suo incrollabile impegno rivolto alla proattiva prevenzione delle sua salute mentale e fisica. La totale convinzione che quello che faccio oggi potrebbe non darmi dei benefici per molti anni ma, prima o poi, lo farà.
Nelle due prossime sezioni, divise tra off-season e in-season, entrerò nello specifico dei piani che LeBron segue per raggiungere questi risultati.
2) The Off-Season
A. Micro – Livelli tissutali: muscoli, legamenti, tendini, cartilagini, etc.
Durante la pausa – dove non è costretto a sottoporsi al costante sforzo delle partite, ai continui viaggi ed in generale ad un calendario frenetico – l’obiettivo di LeBron diventa quello di costruire una base mentale e fisica forte, che gli permetta di aumentare la performance e proteggersi dagli infortuni. L’elemento comune è COSTRUIRE. Costruire forza, costruire resilienza, costruire fondamenta. Tuttavia, prima di potersi dedicare a questo, bisogna prima permettere alla mente e al corpo di riprendersi dalla brutalità della stagione e dei Playoffs. Prendersi una pausa e attendere la guarigione. Vacanze e tempo dedicato ai propri figli sono le costanti della prima parte della sua off-season. Non c’è nulla di più importante per LeBron della sua famiglia e questo gli permette anche di sfuggire a tutte le pressioni e lo stress a cui è costantemente sottoposto. In quel periodo è solo un marito ed un papà.
Quando è pronto a riprendere gli allenamenti, si dedica interamente alla forza muscolare, alla potenza e alla mobilità. Si allena due volte al giorno per cinque giorni alla settimana. Il regime di sollevamenti che segue è basato su poche ripetizioni ad alto carico, finalizzate ad aumentare l’esplosività e la forza. Cerca di variare spesso gli esercizi, così da creare costantemente nuova muscolatura. Inoltre, si concentra particolarmente sui muscoli stabilizzatori, attraverso esercizi che mirano a destabilizzare il suo centro di gravità forzandolo a rinforzare l’equilibrio ed il controllo del corpo.
In particolare si concentra sul cosidetto “Core”, che copre tutta la muscolatura della parte centrale del corpo: traverso dell’addome, obliqui esterni, obliqui interni, retto addominale, quadrato dei lombi, dorsali, multifido e glutei. Qui un esempio:
Partecipa anche a corsi di Pilates per migliorare la mobilità e lo stesso Core. Questo tipo di allenamento è diventato una priorità per LeBron da quando ha iniziato a soffrire di dolori alla parte bassa della schiena nel 2015. Il Core lavora insieme alla schiena per controllare i movimenti e crea la base per tutto il resto del corpo. C’è un detto nel mondo della fisioterapia che recita: “stabilità prossimale per mobilità distale”. In altre parole, una base stabile (schiena e addominali) garantiscono una migliore moblità delle estremità. Per questo avere una base forte è di massima importanza per LeBron.
B. Meso: fattori sistemici
1 – Bio-meccanica
La biomeccanica studia i movimenti del corpo. Per esempio, il modo in cui si corre o si salta è influenzato da fattori biomeccanici. Dopo aver convissuto per 10 mesi con dolori alla schiena, LeBron nel 2015 decide di assumere Donnie Raimon, ex membro delle forze speciali della marina specializzato in biomeccanica. Durante l’offseason, LeBron lavora su ogni tipo di mancanza biomeccanica individuata. Non sono a conoscenza dei dettagli dell’allenamento, ma proviamo a fare delle ipotesi.
Immaginiamo che il suo team lo osservi mentre atterra dopo un salto e noti il ginocchio eccessivamente valgo (piegato verso l’interno), fattore che aumenta il rischio di infortunio. Subito il team si dedica ad individuare le cause alla radice di questa tendenza. Potrebbe trattarsi di alcune debolezze muscolari, di un problema di esplosività, oppure essere legato al controllo neuro-muscolare (il tipo di risposta involontaria prodotta dal muscolo durante il movimento). Stabilito questo, viene preparato un piano di allenamento personalizzato per risolvere la disfunzione. L’esempio è ipotetico, ma il procedimento rimane valido qualunque sia la disfunzione rilevata.
2- Sistemi propriocettivi e vestibulari
Entrambi i sistemi forniscono costantemente al cervello informazioni sulla posizione del proprio corpo nello spazio. Sono responsabili dell’ottimizzazione dei movimenti tramite anticipazioni e micro-aggiustamenti del posizionamento del corpo, dell’attivazione muscolare e così via. LeBron allena questi sistemi attraverso esercizi di equilibrio, aggiungendo più livelli ai suoi allenamenti. Osserva questo esempio tratto direttamente dalla sua pagina Instagram: “Core and mind stability”. Queste attività incrociate richiedono molta concentrazione mentale, contribuendo a stimolare ed allenare i sistemi propriocettivi e vestibulari
3- Sistema cardiorespiratorio
Il sistema cardiorespiratorio comprende il cuore, i vasi sanguigni (arterie e vene), il sangue trasportato in tutto il corpo (circa 5 litri) e i polmoni. Nel suo complesso, è responsabile del trasporto di ossigeno, sostanze nutritive, ormoni e dell’eliminazione dei rifiuti cellulari. Non a caso è definito come “il lavoratore più duro tra tutti gli organi del corpo”.
LeBron ottimizza il suo sistema cardiorespiratorio attraverso due differenti piani di allenamento. Il primo si concentra su attività a lunga durata e bassa intensità, come lo spin ed il versaclimbing. Questo induce il corpo a due tipi di adattamenti:
- Periferico: aumenta l’efficienza dei vasi sanguigni e del tessuto muscolare. I vasi sanguigni sono in grado di fornire più sangue e ossigeno, liberandosi più rapidamente degli scarti. Al contempo aumenta la qualità del tessuto muscolare che si traduce in maggiore autonomia e minore consumo di energia da parte del corpo.
- Respiratorio: migliora l’efficienza polmonare. Il corpo è in grado di assimilare più ossigeno con minor sforzo.
Il secondo prevede esercizi più brevi ed intensi – come scatti, circuiti o ripetute di canottaggio.
Lo stimolo induce il corpo all’adattamento “centrale”, che migliora l’efficienza cardiaca. Il cuore è così in grado di pompare più sangue con minore sforzo.
L’ultimo, ma non meno importante, beneficio ottenuto dall’allenamento cardiorespiratorio è quello di aumentare la “soglia aerobica”. Per aerobico si intende un esercizio che “richiede ossigeno”. L’attività aerobica è il modo più efficiente con cui produrre energia. È allenata attraverso esercizi a lunga durata e bassa intensità. Una volta che il corpo supera la soglia aerobica entra nella fase “anaerobica” o “senza ossigeno”. In questo stato il corpo produce energia in modo molto meno efficiente e crea alcune sostanze nocive per l’organismo. L’esempio più conosciuto di queste sostanze è l’acido lattico che può – indirettamente – avere un effetto sfavorevole sulla contrazione muscolare e quindi sulle prestazioni.
Ecco un grafico che mostra i sistemi aerobici e anaerobici, in relazione alla concentrazione di acido lattico e di intensità dell’attività:
Quando LeBron allena il suo sistema aerobico, livelli più elevati di ossigeno vengono erogati in maniera più efficiente. Questo sposta la soglia aerobica a destra, consentendogli di impegnarsi in attività ad alta intensità per più tempo. Si ritarda così il passaggio dalla fase aerobica (energia efficiente) alla fase anaerobica (energia inefficiente).
In questo modo LeBron può dedicarsi al gioco per più tempo e con maggiore intensità, assistendo al contempo ad una riduzione del suo tempo di recupero sia durante la singola partita che tra un match e l’altro.
4 – Sistema nervoso autonomo (CNS)
Il CNS ha due parti principali: il sistema nervoso simpatico (SNS) e il sistema nervoso parasimpatico (PSNS). Laddove il SNS è responsabile dei meccanismi di lotta – fuga nei periodi di stress, il PSNS invece si occupa di ripristinare lo stato di riposo.
Durante l’off season, è fondamentale per LeBron rilassarsi e bilanciare la costante risposta allo stress che accompagna la stagione regolare ed i Playoffs.
Questo tipo di sollecitazione e di attività prolungata ad alta intensità può portare ad una condizione di stanchezza cronica del sistema nervoso autonomo, che influenza negativamente la funzione muscolare e le prestazioni.
Le attività di puro svago a cui si dedica LeBron durante la sosta mirano a ridurre la risposta del sistema nervoso simpatico, favorendo l’attività di recupero da parte del sistema nervoso parasimpatico. Non a caso, il programma di allenamento off season di LeBron, in genere, è meno rigido e più vario, così da creare un’atmosfera più rilassata e rilassante.
5 – Alimentazione
LeBron, sotto l’attenta guida e supervisione di un team di nutrizionisti, ottimizza la sua alimentazione in bassa stagione eliminando cereali, latticini e alimenti trasformati. Questo è benefico per il sistema gastrointestinale, metabolico e lo aiuta a perdere peso:
a – Sistema gastrointestinale (GI)Il sistema GI svolge due funzioni principali: digerire gli alimenti e assorbire i nutrienti. Gli alimenti trasformati, i cereali e il latte a cui LeBron rinuncia spesso contengono zuccheri aggiunti, che sono scarsamente digeribili e creano dei picchi nei livelli di insulina, aumentando la deposizione di grasso. Inoltre, i cereali e i latticini rappresentano quasi l’85% delle intolleranze alimentari, irritando l’intestino, le viscere e aumentando il livello generale di infiammazione nel corpo. Ciò si traduce tra le varie cose in un malassorbimento delle sostanze nutritive, un aumento della sensibilità al dolore e ad una compromissione del recupero fisico.
b – Sistema metabolicoIl sistema metabolico è costituito da più processi (che non descriverò qui) che lavorano insieme per convertire il cibo in energia e aiutare ad eliminare i prodotti derivati. Il piano nutrizionale che segue LeBron durante l’offseason lo mette in uno stato metabolico di chetosi. In questo stato, il corpo utilizza il grasso – una fonte di combustibile molto efficiente e stabile – come carburante. Alcuni studi mostrano addirittura che la chetosi migliora la cognizione e la chiarezza mentale.
c – Peso (massa)Negli ultimi anni, LeBron si è concentrato sulla riduzione delle calorie in bassa stagione per iniziare la stagione più snello e magro. Questo ovviamente riduce il carico e lo stress sul suo corpo. Un esempio saliente della perdita di peso in bassa stagione di LeBron è stata la sua dieta da 67 giorni (senza carboidrati, senza zucchero) nell’estate del 2014. Ecco le foto prima / dopo:
Non solo ha ridotto il suo peso di 10 chili (da 120 a 110) ma ha anche migliorato il suo micro-bioma e la sua salute intestinale, adattando il corpo all’utilizzo di un carburante ad alta efficienza come i chetoni. Interessante ricordare che LeBron scelse di seguire questa dieta dopo aver assistito all’effetto che aveva avuto su Ray Allen nell’estate del 2013.
3) The In-Season
Il tema ricorrente di LeBron durante la stagione è MAINTAIN & RECOVER. Mantieni la forza e le fondamenta che sono state costruite in bassa stagione e recupera il più rapidamente possibile.
A. Appena terminata la partita
1- Alimentazione
L’obiettivo è quello di ricostituire il glicogeno (riserve di energia), ridurre la disgregazione proteica (per mantenere la qualità e la massa muscolare) e aumentare la sintesi proteica (per aiutare a riparare qualsiasi danno causato dal gioco). LeBron inizia idratando il corpo con acqua e fluidi ricchi di carboidrati. L’acqua aiuta a combattere la disidratazione e i fluidi ricchi di carboidrati ricostituiscono le sue riserve di energia aumentando l’efficienza di trasporto dei nutrienti. Dopo l’immediata nutrizione post-partita, l’attenzione di LeBron si concentra sulla riduzione delle infiammazioni.
2 – Gestione delle infiammazioni
L’infiammazione è in realtà un’importante risposta di guarigione del corpo, ma spesso causa dolore. Per LeBron, che ha bisogno di recuperare in tempi brevi senza essere condizionato dal dolore, ha senso combatterla rapidamente.
Al termine della partita, LeBron come primo step si immerge in una vasca di ghiaccio. L’idea è che, riducendo la temperatura corporea, il metabolismo viene rallentato e i vasi sanguigni si restringono, così da ridurre l’infiammazione e sciacquare i residui tossici via dai muscoli.
L’immersione in acqua fredda si è rivelata la tecnica di raffreddamento più efficace. Diversi studi hanno dimostrato che un bagno di ghiaccio può ridurre l’indolenzimento muscolare fino a 4 giorni dopo l’esercizio (specialmente quando tale attività comporta la corsa), ridurre l’affaticamento percepito fino a 24 ore dopo l’attività e accelerare il recupero fisico. Questi benefici in realtà derivano più da indicatori psicologici (meno dolore e stanchezza percepita) che da cambiamenti fisiologici.
Tuttavia, la componente psicologica non può mai essere ignorata e spesso si rivela altrettanto importante, se non più importante, dei reali cambiamenti fisici – la percezione è la realtà.
Dopo il bagno di ghiaccio, LeBron indossa un paio di calzamaglie a compressione. Indossare questo tipo di attrezzatura dopo un’attività intensa aiuta a ridurre l’infiammazione e ad eliminare residui tossici attraverso la stimolazione del flusso sanguigno ai muscoli. Affinché questi benefici si verifichino, la compressione deve essere molto stretta e deve poter agire per diverse ore dopo l’attività. LeBron li indossa appena terminata la partita, durante le interviste e per tutto il viaggio verso casa. Lui stesso ne ha anche enfatizzato il beneficio psicologico, dichiarando di sentirsi molto meglio dopo l’utilizzo.
Una volta terminate le interviste, è tempo per Lebron di dedicarsi al ritorno a casa.
B. In volo
Il programma di recupero di LeBron continua durante il volo. Il primo passo è, ancora una volta, la nutrizione.
1 – Alimentazione
LeBron continua a bere acqua (l’altitudine favorisce la disidratazione) e fluidi ricchi di carboidrati per aumentare le riserve di energia e aumentare l’efficienza del trasporto di sostanze nutritive. Ad integrazione dei liquidi, mangia cibi ricchi di proteine e carboidrati di alta qualità. La proteina serve a mantenere la massa e la qualità muscolare, i carboidrati aiutano con i depositi di energia. I fluidi precedentemente ingeriti, ricchi di carboidrati, facilitano il trasporto dei nutrienti ed incrementano il tasso di riparazione del corpo.
2 – Controllo dell’infiammazione
La lotta di LeBron contro l’infiammazione continua anche durante il volo, soprattutto perché l’altitudine promuove il gonfiore.
Oltre a indossare le calzamaglie a compressione, si serve di diverse altre attrezzature:
- Elettrostimolatore (E-stim): questo piccolo dispositivo utilizza corrente elettrica per stimolare i muscoli. Può essere utile per ridurre il dolore e l’infiammazione.
- Stivali di compressione: LeBron utilizza delle particolari sacche, prodotte da Normatech, sia per le gambe che per le braccia. Questi stivali sono dotati di un sistema di compressione programmato che pulsa ad un ritmo prestabilito, così da imitare la contrazione muscolare delle gambe e cancellare l’infiammazione.
- Soft Tissue: Mike Mancias, allenatore e amico fidato di LeBron, è a disposizione durante il volo per vari massaggi terapeutici. Il trattamento elimina il gonfiore e riduce il dolore.
LeBron svolge anche una serie di esercizi per aiutare a spegnere l’infiammazione e facilitare il recupero. La contrazione muscolare attiva porta ad un aumento del flusso sanguigno ai muscoli (il sangue trasporta sostanze nutritive e ripulisce dalle tossine). In questo modo il corpo pompa i fluidi nei sistemi venosi e linfatici.
4) Arrival
A. Sleep
Dormire è semplicemente vitale per il recupero di LeBron. Il giocatore lo sa bene e ha un obiettivo di 12 ore di sonno per notte. Questa è la chiave per creare un ambiente favorevole alla guarigione mentale e fisica. La mancanza di sonno è collegata ad una diminuzione del tempo di reazione, al consumo di glicogeno e carboidrati (due principali fonti di energia per il corpo) e ad un aumento del cortisolo (l’ormone dello stress). Questo ha un effetto negativo sul pensiero e sul movimento.
B. Between games
LeBron si serve di diverse attrezzature e tecniche che velocizzano i tempi di recupero tra una partita e l’altra:
1 – Vasche di reazione: consiste nel passaggio da una vasca in cui l’acqua è molto calda ad una in cui è molto fredda. Il freddo costringe i vasi sanguigni mentre il caldo li dilata. Questo movimento alternato imita l’azione di pompaggio del sangue nei muscoli e riduce l’infiammazione. Le evidenze sull’efficacia delle vasche di reazione non sono univoche, ma molti giocatori le adorano, incluso LeBron… quindi perché mai non fidarsi?
2 – Soft tissue: LeBron si sottopone a frequenti massaggi decontratturanti per lavorare su specifici punti di dolore. Il trattamento è benefico per la qualità del tessuto muscolare e favorisce il rilassamento del corpo.
3 – Light conditioning work (es. cyclette): come già descritto nella fase in volo, LeBron svolge attività leggere allo scopo di stimolare la circolazione del sangue ai muscoli, favorendo il recupero e la disinfiammazione.
4 – Sollevamento pesi: durante la stagione, il programma di LeBron è focalizzato, sette giorni su sette, sulla resistenza e l’efficienza muscolare. Grande attenzione è dedicata ai compound movement (movimenti che coinvolgono tutto il corpo, come stacchi o squat) con molte ripetizioni e pesi relativamente bassi.
5 – Core Stability: LeBron continua a concentrarsi sulla stabilità del Core e sul mantenimento della forza funzionale centrale che ha costruito durante la pausa. La forza del Core facilita tutti i movimenti e stabilizza anche la parte inferiore della schiena. Per LeBron, che nelle ultime due stagioni ha sofferto spesso di problemi lombari, poter contare su di una muscolatura centrale forte e affidabile è requisito fondamentale.
6 – Esercizi cardiorespiratori: non dedica molto tempo a programmi specifici in quanto sono le partite stesse a garantirgli un’ottima preparazione da questo punto di vista. Si limita agli allenamenti con la squadra, corse di riscaldamento e sessioni di tiro.
7 – Camera iperbarica: LeBron utilizza una camera iperbarica per aumentare la quantità di ossigeno che raggiunge i suoi muscoli e tessuti. Viene pompato ossigeno ad una pressione superiore a quella atmosferica così da aumentarne la quantità nel sistema. Ad esempio, a 2 atmosfere, il contenuto di ossigeno nel sangue di LeBron è del 2,5% superiore al normale. Questo aumento facilita il recupero, garantendo più energia per le cellule del corpo e per i processi di riparazione.
8 – Crioterapia: LeBron utilizza una camera di crioterapia per imitare gli effetti terapeutici della vasca di ghiaccio (diminuzione dell’infiammazione e del dolore) in molto meno tempo. La stanza viene raffreddata tramite azoto gassoso fino a raggiungere i -130°C gradi. Questa idea di super-raffreddamento del corpo ha avuto il suo inizio in Giappone nei primi anni ’70 (ora è chiaro come faceva Goku a riprendersi dai combattimenti così in fretta) ed è diventato popolare nell’Europa occidentale negli anni ’90. Solo recentemente si è diffuso negli Stati Uniti e in Australia. Come spesso succede con le nuove tecnologie, le prove a sostegno dell’efficacia di questi trattamenti sono ancora poche. Sembra però che la crioterapia aiuti a mitigare le infiammazioni, abbia proprietà antiossidanti e stimoli la qualità del sonno. Nonostante questo, non è ancora paragonabile al buon vecchio ghiaccio. Sebbene le temperature raggiunte siano molto più basse, non c’è un contatto diretto con il corpo e quindi il freddo non penetra in profondità attraverso pelle e grasso per raggiungere i tessuti molli ed i muscoli. Questo potrebbe spiegare perché gli effetti terapeutici della crioterapia si sono dimostrati più efficaci con persone ad elevata massa magra, come LeBron, dove la quantità di grasso da attraversare è minore. LeBron nel dubbio fa entrambe le cose ed è stato infatti uno dei primi giocatori ad avere la sua criocamera privata (Cristiano Ronaldo ne ha addirittura una installata in casa sua).
5) Game Day
Il giorno della partita è uno dei più tranquilli per LeBron, poichè la maggior parte del lavoro è già stata svolta nei giorni precedenti. L’attenzione è rivolta ad eliminare gli ultimi dolori rimasti e prepararsi psicologicamente per la partita. Di solito partecipa alle sessioni di tiro con la squadra e alla sessione tattica con lo staff tecnico. Il pasto pre-partita è a base di proteine e carboidrati di alta qualità come petto di pollo e pasta.
A questo punto, LeBron è pronto a scendere in campo.
6) Fattori contestuali
LeBron gode del costante supporto del suo staff. Tra tutti, è doveroso ricordare: l’allenatore Mike Mancias, il consulente di biomeccanica Donnie Raimon, la squadra di preparatori atletici, gli chef personali ed il team di massaggiatori (che comprende sia i suoi personali che quelli dei Lakers, guidati da Gunnar Peterson). Dal punto di vista del business, LeBron può sempre fare affidamento sul suo agente di fiducia Rich Paul, nonchè sul proprio manager Maverick Carter, senza dimenticare il contributo di sua moglie, Savannah, che si prende cura di tutte le questioni familiari.
Ognuno di loro è fondamentale per il recupero di LeBron, in quanto gli permettono di concentrarsi esclusivamente sul recupero e sulla preparazione della partita, senza essere distratto da altri pensieri. Poter godere di un personale fidato, una famiglia che ti supporta, risorse a cui delegare senza preoccupazioni parte delle attività è cruciale per ridurre lo sofrzo mentale e quindi diminuire lo stress complessivo. Inoltre, avere sempre un programma molto dettagliato e preciso elimina l’incertezza e promuove la tranquillità, aumentando la consapevolezza e la fiducia.
“Come mi devo preparare per la prossima partita?” “Ho il supporto di tutti?” “Sarò pronto per giocare? ” – in questo modo si riduce la probabilità che domande come queste possano destabilizzarlo o deconcentrarlo, e silenziare questi pensieri come detto è fondamentale per ridurre lo stress.
Lo stress infatti compromette il recupero fisico e la performance, aumenta il livello di infiammazione, acuisce la percezione del dolore e diminuisce l’attività del lobo frontale e quindi la capacità di pensare in modo chiaro. Un contenuto livello di stress è, insieme al sonno, l’aspetto che maggiormente contribuisce alla salute del corpo.
Oltre al supporto delle persone del suo staff, LeBron ha il privilegio di avere tutte le attrezzature a portata di mano. In casa sua troviamo palestra, vasca per il ghiaccio, vasca per l’idromassaggio e camera iperbarica. Gli spostamenti ed i tempi di attesa sono ridotti al minimo e questo contribuisce alla sua serenità e al suo recupero psicofisico.
7) Conclusioni
La forza fisica e la costanza nelle prestazioni che LeBron garantisce da così tanti anni sono la prova della sua dedizione a cure proattive e preventive a breve, medio e lungo termine. Non è un miracolo inspiegabile, non è magia, è sacrificio.
Diversi giocatori e compagni di squadra hanno parlato della cultura del lavoro di LeBron:
“Una cosa che ho imparato su LeBron quando ho lavorato con lui è che si prende cura del suo corpo … sa che per poter giocare a quei livelli così a lungo, il suo corpo deve essere perfetto. Deve tenerlo in forma. Per lui è una vera e propria religione”. (Kevin Durant)
“Alcuni potrebbero pensare che si comporti da divo, ma se arriva in ritardo a un evento per cui è stato pagato milioni lo fa solo perchè la priorità è sempre data al suo corpo e ai suoi trattamenti. Prima si dedica a quello e poi a tutto il resto. Sa che solo così sarà in grado di fare anche domani quello che può fare oggi”. (Iman Shumpert)
Ne ha parlato, poi, anche lo stesso LeBron James:
“È il lavoro di ogni giorno. Ogni ora dell’anno lavoro sul mio corpo .. trattamenti e allenamenti costanti per continuare a rinforzarsi durante tutta la stagione. Mentre gli altri si stancano partita dopo partita, io continuo a migliorare, riducendo il peso sulle mie gambe quando sono in campo e puntando sempre all’efficienza”.
La longevità è ciò che separa un gran giocatore da uno leggendario. Gran parte di quella longevità deriva dalla mentalità, dall’etica del lavoro e dal livello di impegno.
Noi da fuori lo diamo per scontato semplicemente perché, come spettatori, non lo vediamo. L’obiettivo di questo articolo è proprio questo: far luce su ciò che non si vede, il dietro le quinte. La passione, la dedizione e il sacrificio di uno degli atleti più incredibili di tutti i tempi.