Grazie alla sua “memoria da elefante” e a un continuo studio dei filmati, Morant ha sviluppato una grande comprensione del gioco.

Questo conenuto è un estratto di un articolo di Marc J. Spears pubblicato su The Undefeated (Andscape), e tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.


Per come la vede Jaren Jackson Jr, i Memphis Grizzlies hanno due coach: uno è l’allenatore vero e proprio, Taylor Jenkins. L’altro è la star della franchigia, Ja Morant

“Morant è il nostro allenatore in campo. Il coach dà a lui molte indicazioni che ci riguardano, e Ja parla con noi. Ma anche quando è in panchina, Morant dà continuamente consigli. In ogni momento, puoi tranquillamente andare da lui e chiedergli come pensa stia andando la partita. Così, parliamo spesso di come stiamo giocando, come stiamo gestendo il nostro ritmo e come gli avversari stanno difendendo su di lui e contro di me.”


– Jaren Jackson Jr

Morant si è affermato soprattutto per le sue capacità da scorer e la sua capacità di produrre punti nel pitturato, nonostante la taglia. Ja è un grande atleta, ma ciò che passa spesso sotto traccia è il suo IQ cestistico. Frutto di una grande dedizione e un continuo studio dei filmati.

È un giocatore in grado di accelerare da un momento all’altra, ma sa tenere sotto controllo quello che sta succedendo in campo: “So riconoscere sempre più schemi difensivi, e anche molti set offensivi, e li riconosco negli attacchi avversari. Questo mi permette di essere un passo avanti agli altri. Giocando da point guard, devo poter essere in grado di dire al coach e ai compagni ciò che vedo sul campo”. 

JJJ ha raccontato che ha notato per la prima volta l’intelligenza cestistica di Morant guardando alcune sue partite al college a Murray State. Secondo lui, è questo aspetto che gli consente di segnare facilmente e di scegliere le soluzioni migliori nei minuti finali delle partite. “Sa ciò che vuole, e come vuole che la difesa reagisca”, ha detto Jackson. “Se la difesa ha un game-plan preparato per lui, gli mette contro un difensore particolare, prova a raddoppiarlo o a forzargli letture diverse, Ja elabora queste informazioni e le usa a suo vantaggio”. 

Pete Branica, commentatore dei Grizzlies, ha detto che Morant ha un IQ cestistico più alto di qualunque altro giocatore abbia visto nei suoi 18 anni con la franchigia. Ha anche aggiunto che Morant ha una memoria pazzesca delle partite che gioca – e Tee Morant, suo padre, concorda su questo aspetto, e conferma che suo figlio ricorda ogni secondo di ogni partita.

“Nell’anno da rookie di Ja, eravamo a Cleveland e io ero seduto sul bus della squadra, mentre mi preparavo per la partita”, ha raccontato Pranica. “Lo sento parlare con un compagno, ripercorrendo alcune particolari giocate della partita precedente. E ciò che mi ha impressionato è proprio la sua capacità di ricordarsi le singole situazioni, sia per ciò che stava facendo lui che per gli altri nove giocatori in campo… qual è stata la prima giocata dell’attacco, la seconda, come si è comportata la difesa, e come l’attacco ha reagito… si ricordava tutto”. 

Anche Tee Morant lo ha confermato: “Penso che mio figlio abbia ereditato la memoria da un elefante. È in grado di dirti ‘Questa azione è andata esattamente così’”. 

È risaputo che Morant abbia passato ore ed ore della sua adolescenza ad allenarsi dietro casa con il padre sul ball-handling e sul tiro, e a migliorare l’elevazione saltando su pneumatici da trattore. Ma in quegli anni stava anche sviluppando la sua intelligenza cestistica.

Tee Morant ha raccontato di non aver mai visto filmati delle sue stesse partite quando giocava alla Claflin University, scuola storicamente afroamericana, in Division II. Ha realizzato, però, che sarebbe stato importante per suo figlio, quando questi ha iniziato a giocare al college. Ha quindi iniziato a filmare le partite al primo anno di college del figlio con una piccola videocamera su un cavalletto, il che però si rivelò problematico quando nelle partite si alzava il ritmo. Per risolvere il problema, Tee Morant attaccò una GoPro a un cappellino, in modo da riprendere correttamente la partita semplicemente muovendo la sua testa e seguendo il gioco. Alla fine delle partite, padre e figlio tornavano a casa e studiavano i filmati. 

“Questo è ciò che abbiamo fatto quando giocava al college. Dopo ogni partita, guardavamo le riprese e io gli chiedevo: ‘Perchè hai fatto questo? Perchè hai fatto quello? Avresti fatto qualcosa diverso?’ Passavamo così le nostre ore assieme”. 

Tee Morant

FOTO: NBA.com

Tee Morant dice di aver notato che suo figlio aveva un IQ cestistico veramente fuori dal comune quando la sua Crestwood High (Sumter, South California) giocò contro Buford High nell’anno da senior di Ja. Crestwood era sotto di 1 in una gara di Playoff, a 13 secondi dal termine; dopo un tiro libero sbagliato dagli avversari, Morant prese la palla, attraversò il campo in una transizione 3 contro 1 e raccolse il pallone per un inaspettato tiro da tre punti. 

“Ja partì in transizione e raccolse la palla, tirando da tre quasi da metà campo”, ricorda Tee Morant. “Mi sono alzato e ho urlato ‘No!’, ma il tiro è entrato, e mio figlio mi ha guardato come per dire ‘Che hai?’, così gli ho chiesto ‘Perchè hai tirato da lì?’, e lui ha risposto ‘Perchè eravamo 3 contro 1. Se la segno, siamo sopra di 2. Se sbaglio, I miei compagni possono facilmente prendere il rimbalzo e fare un layup, portandoci sopra di 1. Ho provato a andare sopra di 2 invece che di 1’”. 

Tee Morant ha detto che ancora oggi lui e suo figlio guardano insieme i filmati di tutte le partite dei Grizzlies; quando giocano in trasferta, guardano le partite non appena Ja torna a casa.

Lo stesso Ja ha dato merito a tutte quelle ore di studio dei filmati per il miglioramento della sua comprensione del gioco. Suo padre ha raccontato che studiano i video degli avversari su un iPad, per imparare come attaccano, come potrebbero difendere su di lui, e altre caratteristiche.

“Devo essere un giocatore completo”, ha detto il numero 12 dei Grizzlies. “Non mi posso semplicemente focalizzare sullo scoring. Io studio il gioco, guardo moltissimi filmati. Questo mi ha permesso di sviluppare un’alta comprensione del gioco”. E il padre ha aggiunto: “Conosce sempre tutti gli schemi degli avversari. Studia come nessun altro”. 

Morant e coach Jenkins sono arrivati ai Grizzlies più o meno nello stesso periodo, e hanno sviluppato un ottimo rapporto. Non è raro che si scrivano (a qualunque ora) per analizzare qualche aspetto di una partita, elaborare qualche idea e parlare di potenziali aggiustamenti.

A proposito del suo coach, Morant ha detto: “È un grande. Le mie capacità e il nostro rapporto sono migliorati costantemente nel corso degli anni. Impariamo l’uno dall’altro. Nel guidare la squadra, ci fidiamo l’uno dell’altro. Dialoghiamo spesso, anche uscendo a cena; stiamo costruendo un ottimo rapporto. In definitiva, è un grande allenatore”. 

Jenkins ha anche spinto Morant a parlare di più, cosa che, secondo Jaren Jackson Jr, è accaduta. L’head coach ha raccontato che un aspetto di Morant che spesso non viene notato sono le sue capacità da leader, sottolineando che nonostane la giovane età, Ja “comunica sempre in maniera positiva con i compagni”. 

Jackson ha raccontato che Morant ha dedicato molto tempo a lavorare con il rookie Ziaire Wiliams. “Sta facendo passi da gigante come giocatore e come leader. Nei primi due anni ha cercato di trovare il modo migliore per esprimersi, ora ha più consapevolezza in merito a cosa deve fare per guidare questa squadra”. 

Morant ha condotto i Grizzlies ai Playoffs nella scorsa stagione, per la prima volta dal 2017, ed è diventato il primo giocatore di Memphis dal 2017 a diventare un All-Star.

“Ciò che si vede subito è l’aspetto più evidente del suo gioco”, ha detto Jackson. “Sono cose ovvie. Ma chi conosce veramente il gioco, si rende conto della crescita delle sue letture. Ed è qualcosa di pazzesco. Giocandoci insieme, notiamo sempre di più che il suo approccio mentale è superiore a quello di chiunque altro. Con quel tipo di mentalità, riesce a migliorare più velocemente di qualunque altro giocatore.”