Il successo dei Phoenix Suns passa anche da un Devin Booker trasformato. Non è più “solo” l’ottimo scorer che conoscevamo.

FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Damon Allred per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.



Devin Booker si è trasformato in qualcosa di più della superstar ad alto usage e scoring.

C’è stato un tempo in cui sembrava fosse quella l’unica strada che stava prendendo. Uscito dal Draft 2015, in cui è stato selezionato con la 13esima scelta assoluta dai Phoenix Suns, si pensava che non avrebbe fatto molto altro in NBA, se non fare canestro.

Anche di recente, prima dell’arrivo di Monty Williams, quando ha avuto questa striscia pazzesca:

Da quel momento, si è evoluto in una delle guardie più complete della lega e il suo più grande miglioramento è stato iniziare ad avere un buon impatto anche in difesa. È arrivato al punto in cui, visto il suo usage e la sua presenza difensiva, è senza dubbio tra le migliori guardie two-way della lega.

Attualmente Booker si trova al 16esimo posto per Usage%, con 31.3. Le uniche guardie sopra di lui in questo dato sono Donovan Mitchell (32.4), Ja Morant (33.0), Trae Young (33.1) e Luka Doncic (36.5). L’unico che tra questi quattro poteva essere considerato un miglior difensore di Booker era Mitchell, ma questa stagione ha detto ben altro.

Sotto di lui troviamo DeMar DeRozan (30.8) e Shai Gilgeous Alexander (29.8), che non sono difensori migliori di Booker. Al 23esimo posto invece troviamo Jaylen Brown (29.7), che è chiaramente un miglior difensore, ed è uno dei migliori two-way dell’NBA.

Ho deciso quindi di immergermi nelle registrazioni di alcune partite recenti alla ricerca di qualche giocata che illustrasse quello che rende Booker un buon difensore, ma anche quelli che invece sono i suoi punti deboli.

Durante la mia ricerca, mi sono reso conto che le guardie avversarie che di solito creano dal palleggio ormai hanno poco interesse a sfidare Booker. Negli anni scorsi, lo vedevano come un bersaglio a cui puntare, ma quei giorni sono finiti. Ciò valeva in particolar modo per giocatori come Will Barton, James Harden e Tyrese Maxey.

Difesa on-ball:

Per cominciare, un aspetto in cui Booker si è sempre dimostrato migliore di quanto gli si riconosca è la sua abilità nell’usare la forza fisica sul lato difensivo.

In questo esempio si trova davanti a Tobias Harris, ala di 206 cm e 107 kg, che chiaramente è in grado di sfruttare il suo corpo in post. Non può molto in questa situazione, ma fa del suo meglio ed è apprezzabile il fatto che regga fisicamente, concedendo ad Harris questo tiro (segnato):

Qui invece usa il suo corpo difendendo su Tyrese Maxey, che è molto rapido. Non riesce a stargli proprio davanti, è più di fianco, ma rende comunque la penetrazione difficile per Maxey, che contro l’aiuto di Ayton prende un tiro molto complesso:

Qui lavora bene col corpo su una penetrazione di Bones Hyland:

Negli ultimi due anni si è rivelato abbastanza bravo nelle situazioni di isolamento, anche grazie ad una accresciuta esperienza. Come si può osservare in quest’azione contro James Harden, in cui Booker muove i piedi, mantiene una buona posizione, resiste alle finte e contesta bene il tiro dal mid-rage del Barba. In una situazione in cui ad Harden di solito viene facile creare un vantaggio sull’avversario.

Booker è affidabile anche nelle mansioni più complesse. Qui Harden ed Embiid attaccano il cambio di Booker ed Ayton, vogliono cercare il mismatch in post. Sicuramente i 76rs non fanno un bel lavoro, ma Booker si trova davanti ad Embiid quando arriva il passaggio, ed è in grado di intercettarlo prima che il centro riceva nel pitturato.

Il più importante miglioramento di Booker come difensore sulla palla è la sua capacità di passare sui blocchi, come si può vedere in questo possesso in cui difende sul pick&roll tra Maxey ed Embiid:

Difesa off-ball:

D’altra parte, quando il compito di Booker non è quello di passare sui blocchi, ma piuttosto di cambiare o di leggere delle situazioni derivanti da cambi di suoi compagni, è diventato bravo a rendere questi switch sostenibili:

Qui invece è bravo in questo blitz su Embiid e poi a recuperare nell’angolo opposto su Danny Green:

Come roamer, Booker fa un ottimo lavoro nell’occupare lo spazio giusto per scoraggiare penetrazioni e passaggi nel pitturato. Qui riesce anche a contestare bene la tripla dall’angolo:

Aspetti da migliorare

Booker non sarà mai un difensore eccezionale, ma il suo impatto è diventato positivo sulla difesa dei Suns e questo è molto importante per coach Monty Williams. Gli aspetti della sua difesa che ancora vanno migliorati riguardano principalmente alcune distrazioni e il superamento di qualche cattiva abitudine.

Un esempio. Jeff Green non sta tirando benissimo quest’anno, ma aveva il 38% nelle due stagioni precedenti. È un giocatore su cui serve attenzione (e dei closeout). In questo possesso D-Book è pigro e non ha un buon posizionamento:

Ecco un’altra situazione che si vede talvolta con Booker, anche se meno che in passato. A volte è poco attento e si addormenta quando il suo uomo effettua dei tagli o si muove mentre il trattatore di palla sta attaccanto il canestro:

A lungo a Phoenix si è detto che “bisogna necessariamente circondare Booker di buoni difensori”; ma ora, se al suo fianco c’è un guardia limitata difensivamente, non è più un grosso problema, perché D-Book garantisce solidità in diverse situazioni e accoppiamenti.

A 25 anni, Booker è tra le migliori guardie two-way della lega. E l’apice della sua carriera probabilmene deve ancora arrivare.

In pochi si sarebbero immaginati qualcosa di simile quando nel Draft 2015 i Suns l’hanno scelto alla 13.