FOTO: Boston.com

Con tutti i riflettori della notte puntati sulle Conference Finals dell’ovest, anche ad est si torna in campo dopo la canoniche 48 ore di riposo, e per Boston Celtics e Miami Heat è tempo di farlo, ancora al TD Garden, con il risultato di 1-0 per la franchigia della Florida. Risultato probabilmente inaspettato: certo, la differenza nelle qualità dei due coach è evidente a tutti (e in modo consequenziale, anche quella di leggere il game plan iniziale della serie), come è evidente a tutti anche la disparità nei roster, con i Celtics più lunghi e completi rispetto a una Miami ai minimi storici analizzando il ciclo Butler. Risultato maturato però per merito di una grande capacità di Spoelstra di andare forte sui più grossi dubbi che avevamo a inizio della serie, trasformando potenziali forze di Boston, nei motivi per cui Miami è riuscita a portare a casa Gara 1.

Uno dei tanti fattori (come ne avevamo ampiamente parlato ampiamente nella preview) era l’utilizzo delle lineup col doppio lungo da parte dei Celtics, con Time Lord e Horford ad aggiungere fisicità sotto canestro e negare il più possibile l’attacco del ferro da parte di Jimmy Butler e compagni. Vediamo ora come nella prima gara della serie Spoelstra sia riuscito a risolvere il problema proposto da Mazzulla, utilizzando principalmente due fattori che, se confermati nel corso della serie, potrebbero creare tanti problemi alla difesa di Boston.

L’aggressività di Bam Adebayo

Lo abbiamo detto tante volte: Bam Adebayo non è migliorato nello scoring, è ancora un giocatore che soffre il doversi prendere e soprattutto costruire un tiro e che non sempre sa sfruttare il mismatch riservatogli dalle difese. Esattamente l’opposto di quello che abbiamo visto in Gara 1. Bam e la capacità di attaccare il matchup sono stati dei punti fondamentali nella vittoria di Miami, capace di attaccare bene il doppio lungo soprattutto grazie alla fiducia sviluppata nel suo stesso tiro durante la partita.


Partiamo con una situazione base: fin da subito Boston ha riservato un matchup con Horford inizialmente su Butler e Tatum/Brown pronti su Bam per evitare un mismatch dopo lo switch, con gli altri che avrebbero dato aiuto al ferro solo in caso Butler avesse attaccato Horford da subito evitando il gioco in pick&roll. Basta questo per capire che un corpo come quello di Adebayo, se riuscisse con costanza ad attaccare individui più piccoli di lui, convertendo il tiro con il matchup di riferimento, possa essere un’arma perfetta per Miami. L’aggressività del lungo di Kentucky questa volta c’è stata e Boston ne ha risentito soprattutto all’inizio, portando a 6 punti veloci nel primo quarto di gara.

E questa sua aggressività è pesata tantissimo in situazioni in cui Miami non è riuscita a creare tanto con il suo set preferito coinvolgendo Bam: il dribble hand-off per i tiratori. Qui si vede bene come White sia bravo a coprire prima il taglio di Robinson e poi il movimento per la ricezione. A questo punto, Bam attacca Williams in una situazione teoricamente favorevole ai Celtics ma che ha portato a un canestro pesante per Adebayo.

Nella clip precedente abbiamo visto come Bam sia accoppiato da subito a Robert Williams, impegnato solamente a proteggere il ferro e lasciare quel tiro ad Adebayo. Situazione che si è ripetuta anche con Horford: qui Miami addirittura cerca questo isolamento concentrando tutti i tiratori sul lato debole per liberare il ferro, la difesa non aiuta Horford che deve lasciare quel tiro e Adebayo riesce a convertire.

Il ruolo di Kevin Love

Alzi la mano chi pensava potesse trovarsi davanti un titolo del genere durante i Playoffs 2023. Kevin Love è in una forma straordinaria, con Spoelstra che riesce a sfruttare alla perfezione tutto lo spacing e le abilità da bloccante che riesce a dare ancora a buonissimi livelli. Grazie a questo, è stato molto importante per Miami accoppiare i minuti di Love con la presenza dei due lunghi in campo, in una scelta tanto facile quanto geniale: con Love ad agire principalmente dall’arco, almeno uno fra Horford e Williams doveva tenersi vicino a un tiratore in modo da liberare il ferro da uno dei due lunghi, impegnando l’altro o nel pick&roll, o nel matchup con Adebayo, come visto prima sfruttato molto bene.

Anche qui qualche esempio. Prima situazione con Horford seduto e Love impegnato solamente per allargare il campo e bloccare Tatum generando un tiro per Strus. Guardate quanto la posizione dell’ex Cavs porti fuori Williams e liberi praticamente tutto il lato debole, dove ci sono Butler – che potrebbe attaccare il ferro facilmente – e Bam, che ancora più facilmente può sfruttare il mismatch con Brown, come giustamente fa.

High-side P&R: Williams segue Love restando in una drop coverage alta, ma lasciando comunque tanto spazio nel pitturato. L’ex Cavs si riposiziona sul perimetro e ha una tripla wide open che Butler può trovare facilmente. Obbligato a occupare la linea, pitturato sgombro, due punti facili per Jimmy.

Anche i numeri parlano da sé: il net rating con Love in campo è stato di +22.9 per Miami in Gara 1, con gli Heat che durante i suoi 16 minuti hanno preso il maggior numero di tiri nel pitturato rispetto ai 32 con lui fuori, a spiegare proprio la sua funzione di sgombrare l’area dagli eccessivi aiuti avversari, permettendo a Butler e compagni di giocare dei facili mismatch contro Horford e Williams.

Questa è la mappa dei tiri di Miami nelle due grosse span con Love in campo nel primo e terzo quarto

Sarà molto curioso vedere quale delle due parti subirà un cambiamento di minutaggio già in Gara 2, se i minuti con i due lunghi per Boston oppure i minuti di Love in campo, per fornire dello spacing fisso per Miami e per allontanare l’unico (in certe situazioni) lungo dei Celtics dall’occupare il ferro.