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Un aggiornamento massivo sui Golden State Warriors è arrivato da Shams Charania, insider di punta di The Athletic, che ha deciso di infiammare la Baia da qui alla trade deadline. Dopo le ultime due pesanti sconfitte, -15 contro i Toronto Raptors e addirittura -36 contro i New Orleans Pelicans, sembra esserci aria di cambiamento, suggerita anche dai recenti report sull’insoddisfazione di giovani come Jonathan Kuminga e Moses Moody: il primo, per quanto faccia senza dubbio parte al momento dei piani futuri dei Dubs, secondo le indiscrezioni avrebbe perso fiducia nei confronti di Steve Kerr e nelle capacità dell’allenatore di permettergli di raggiungere il suo potenziale; qualcosa di simile per il secondo, definito “frustrato” dal reporter Jason Dumas per il ruolo marginale assegnatogli. Malumori di questo tipo, in un ambiente già scosso dalla questione Draymond Green, non fanno certo piacere a Stephen Curry, uscitosene non a caso con queste dichiarazioni sul da farsi entro la trade deadline dell’8 febbraio: “È abbastanza evidente che, se le cose dovessero rimaner uguali, sarebbe la definizione di pazzia, giusto? Ripetere la stessa procedura e aspettarsi lo stesso risultato?”. A gettare ulteriore benzina sul fuoco, infine, ci ha pensato il già citato Shams:

“La mentalità per i Golden State Warriors in questo momento che tutti, eccetto Stephen Curry, sono disponibili sul mercato. Realisticamente, ecco i loro asset: c’è Klay Thompson, che speravano di tenere e con il quale non hanno raggiunto un accordo per l’estensione; Draymond Green è reduce da un’estensione; poi il front office è fan di Jonathan Kuminga, di Brandin Podziemski, di Trayce Jackson-Davis. Ma tutti questi, così come Andrew Wiggins, devono essere tenuti in considerazione.”

“Il problema è che vogliono muoversi, essere aggressivi, ma non vogliono ricevere indietro contratti a lungo termine, altri contratti giganti come quello di Zach LaVine. In aggiunta, il contratto di Steve Kerr è in scadenza e non ci sono segnali di un rinnovo nemmeno per lui. A meno di un mese dalla trade deadline, tutti a parte Curry dovranno essere presi in considerazione.”


Ricapitolando, un passo indietro rispetto non solo a LaVine, ma anche a Dejounte Murray, negli ultimi giorni accostato ai Golden State Warriors (ne abbiamo parlato QUI), dal momento che l’attuale giocatore di Atlanta ha appena esteso fino al 2027 (potenzialmente 2028, con player option). Più probabile, invece, la pista Pascal Siakam: l’avevamo già menzionata QUI, dal momento che Chris Haynes (Bleacher Report) parlava di interesse per il giocatore da parte di Golden State, e adesso anche Anthony Slater (The Athletic) conferma che i front office delle due squadre stiano trattando da settimane, con un confronto di persona fra Masai Ujiri e Mike Dunleavy Jr. anche prima della gara vinta dai Raptors qualche giorno fa. Il contratto del giocatore è in scadenza, perciò sembrerebbe corrispondere al potenziale identikit tracciato da Shams.

Nonostante questo, i rumors impazzano nelle ultime ore: si starebbe già accostando Klay Thompson ai Bulls per un possibile scambio per LaVine, così come il nome di Andrew Wiggins si può leggere accostato agli Indiana Pacers (da una fonte un po’ più autorevole, Jake Fischer di Yahoo Sports) assieme a quello di Jonathan Kuminga. Insomma, i fronti attivi sono già moltissimi per i Golden State Warriors, prossimi a un mesetto di rumors infernali.