FOTO: NBA.com

Manca poco al 4 agosto, data a partire dalla quale LeBron James potrà ricevere un’estensione da parte dei Los Angeles Lakers. E, ancora, non si conosce molto a riguardo.

Secondo Marc Stein, e Brian Windhorst prima di lui, il futuro di LBJ a LA non dovrebbe trovarsi, per il momento, troppo a rischio. LeBron sarà eleggibile per un’estensione massima di due anni – secondo la Over-38 rule – a circa $97 milioni, sebbene lo scenario più probabile sia quello di un contratto annuale da $47 milioni. In caso nessuno di questi due scenari si verificasse, James diventerà free agent a fine 2023.

Quel che più di tutto rende però plausibile l’estensione di un anno potrebbe avere a che fare con ben altro rispetto alle solite contrattazioni o alle conseguenze “di campo”. Il 2024, infatti, sarà l’anno di LeBron Raymone James Jr., per gli amici “Bronny“, e “papà Bron” non ha nascosto l’interesse per voler chiudere la carriera giocandoci assieme.


Figlio maggiore di LBJ, “Bronny” sta entrando nel suo anno da senior nella High School di Sierra Canyon, e dovrà decidere in quale college portare i suoi talenti in vista dell’anno prossimo. Secondo New York Times, oltre due dozzine di college e allenatori si aspettano che il recruiting di “Bronny” sia qualcosa di leggermente diverso dalla norma, per quella che Billy Witz e Adam Zagoria hanno definito “The Decision Jr.”:

“Non credo che le chiamate con mamma e papà saranno quelle a cui sono abituato.”

– Head coach e recruiter anonimo

D’altronde, non potrebbe essere altrimenti. Il figlio maggiore di LeBron è già famosissimo su ogni social, e condivide con il padre un nome di un certo rilievo, tanto che – sempre su Times – ci si aspetta che la scelta si basi su un college sponsorizzato da Nike e che ESPN rivesta un ruolo importante per una partnership. Le chiamate tra mamma e papà, a quanto pare, includeranno anche Rich Paul e Klutch Sports.

Questo, però, non deve creare pregiudizi. Paragoni con il padre sarebbero incredibilmente superficiali e insensati, dato che si parla anche di un frame fisico diverso, e non sono un argomento valido per definire la qualità di un prospetto che, fino ad ora, si sta guadagnando la potenziale attenzione in vista del Draft 2024. Essere figlio di LeBron e godere di un certo seguito non deve essere indice né di aspettative troppo elevate, da un lato, né di una svalutazione aprioristica. Anzi, è meglio dare un’occhiata al tipo di prospetto di cui si parla.

Ad Agosto Bronny James sbarcherà in Italia per giocare l’Axe Euro Tour, l’occasione perfetta per scoprire che giocatore sia oggi e cosa ci si aspetta da lui in futuro. Partiamo da quello che piace di Bronny e lo rende un prospetto interessante anche a livello NBA.

TIRO

Bronny intriga sia come catch&shooter, sia come tiratore dal palleggio. Ha dimostrato di avere già un range NBA e negli ultimi mesi la shooting form sta diventando sempre più fluida e con una ottima ball rotation. A questo punto del suo sviluppo ha un pull-up game da uno, massimo due palleggi forti dopo il blocco, e rimane più sicuro dalla ricezione, mentre la costruzione di un tiro con più palleggi o in isolamento uno-contro-uno è ancora lontana.

DIFESA ON BALL

Bronny non ha (e non avrà) il corpo del papà ma resta una guardia con discreta taglia, ottime rapidità di piedi e tecnica difensiva che lo rendono un difensore sulla palla potenzialmente d’élite. Quello che impressiona di più è la sua capacità di scivolare e opporre il petto, spesso forzando anche uno sfondamento grazie alle sua abilità di battere l’avversario “to the spot”.

QI CESTISTICO

Bronny è andato alle alte scuole del basket e in campo si vede. Il suo QI cestistico è altissimo e gioca con una compostezza non comune per l’età. Fa quasi sempre la scelta giusta e raramente va fuori dallo spartito.

Passiamo ora alle note dolenti del suo gioco e alle aree di miglioramento chiave per il suo futuro.

SELF CREATION

Bronny manca gravemente di capacità di self creation. Tra le cause c’è l’atletismo, che è sicuramente sopra la media ma non gli permette di battere sistematicamente il difensore dal palleggio o di chiudere facilmente al ferro anche contro lunghi di alto livello. Ad oggi il pull up game sul pick&roll è la sua unica vera arma di self creation a metà campo. Nel suo sviluppo deve imparare a usare i cambi di velocità, le finte e a sostenere i contatti se vuole diventare un penetratore e self creator di livello NBA.

ASSERTIVITÀ

A Bronny manca anche un po’ di assertività. Abbiamo apprezzato prima come il suo gioco sia molto composto, ma a volte lo è troppo. Il non volere sporcare il foglio spesso sfocia in passività e mancanza di sicurezza.

DIFESA OFF BALL

Se andiamo oltre alla sua capacità di generare deflection e steal, la difesa off ball ha bisogno di una ripassata. Come molti altri giocatori della sua età si distrae spesso lontano dalla palla, dando le spalle all’attaccante e perdendolo di vista.

PASSING GAME

Anche se da molti addetti ai lavori è menzionato tra i suoi pregi, il passing game di Bronny è ancora molto migliorabile. Nei suoi tre anni a Sierra Canyon ha dimostrato di essere un passatore diligente e intelligente, soprattutto in transizione, ma non ha fatto vedere molte visioni illuminate e spesso i suoi passaggi sono tecnicamente rivedibili.

SVILUPPI FUTURI

L’anno prossimo Sierra Canyon perderà Amari Bailey, il suo giocatore più ball dominant diretto a UCLA. Di conseguenza, ci si aspetta che Bronny, ormai alla stagione da Senior, avrà molto di più la palla in mano. In particolare, giocherà più pick&roll, area di miglioramento chiave per diventare un creatore migliore sia per se stesso, sia per i compagni. Dalla stagione da Senior ci si aspetta anche un ultimo salto a livello atletico dopo quello fatto nell’ultimo anno, sia in termini di altezza, sia di massa muscolare ed esplosività.

In conclusione, Bronny ha tutte le carte in regola per diventre un buon giocatore di complemento in NBA per merito della sua intelligenza cestistica, le sue doti di tiratore e difensore ma, a causa dei dubbi sulla sua self creation, è difficile prevedere uno sviluppo da giocatore primario o addirittura da stella NBA.