La conversazione con Steve Kerr e il processo di crescita: le dichiarazioni di Draymond Green

A qualche giorno dal ritorno in campo, è tornato a parlare Draymond Green. Le sue spiegazioni erano attese, dopo l’ennesimo gesto sopra le righe, la sospensione e un periodo di silenzio totale. Il numero 23 si è fatto sentire a modo suo, attraverso una nuova puntata speciale del Draymond Green Show su YouTube, lunga quasi un’ora.

Si tratta di un monologo in cui il 34enne ha toccato diversi temi, parlando a cuore aperto in modo introspettivo.

A proposito di quanto successo nel mese in cui non abbiamo avuto sue notizie, Green ha raccontato un aneddoto sulla particolare visita del coach degli Warriors Steve Kerr:


Coach Kerr è venuto a visitarmi. Ci siamo seduti in giardino, io ho pianto, lui ha pianto, perché c’è un legame forte, che ha visto alti e bassi.

E mi ha detto solamente “Voglio che tu finisca tutto questo nel modo giusto, e in questo momento non lo stai facendo”

La parte più importante del discorso è però un’altra: quella in cui parla del suo processo di crescita, in cui devono rimanere esclusi tutti gli alibi:

Ho cominciato a individuare le aree in cui avevo bisogno di crescere, e ho cominciato il mio ‘viaggio’. Ad esempio, non devo vedere la parola ‘aiuto’ come la vedevo quando avevo 15 anni, perché allora non avevo risorse, mentre ora le ho. Non usare le risorse che ho a disposizione per aiutare me stesso è immaturo e stupido.

Ho cominciato a parlare con alcune persone di cui mi fido e ho fatto un piano. Sono passate tre settimane e mezzo, sono ancora lo stesso Draymond che conoscevate prima, ma ho realizzato che ci sono delle cose che posso lasciare alle mie spalle. Posso lasciare alle mie spalle certi gesti in campo, non cambierà il mio impatto in campo. Prima mi davo delle scuse, dicevo “Non posso giocare al mio massimo se non faccio certe cose”, ma in realtà non è vero. Quindi basta scuse

A breve Dray potrà tornare a far parlare le sue azioni: quello sarà il vero esame.