Stando a ogni metrica, White deve essere un All-Star in questa stagione.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Jack Simone per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Derrick White è un All-Star.
I Boston Celtics sono la miglior squadra in NBA al momento, il loro record di 21 vittorie e 6 sconfitte conduce la Lega, sono imbattuti in casa e hanno vinto 8 delle loro ultime 10 partite. E l’ex Spurs è stato il più impattante. Le statistiche cumulative sono certamente importanti, bisogna dare credito ai leader per punti, assist e rimbalzi, trattandosi dei primi artefici del successo di squadra, ma non sono le uniche da tenere in considerazione. Anzi, usarle per valutare l’impatto di un giocatore come prima risorsa può indurre in errore. White è infatti quarto per punti segnati nei Celtics e primo per assist, ma le statistiche avanzate raccontano tutta un’altra storia.
Dopo 27 gare stagionali, è il leader di squadra per Win Share (3.4). Siamo in linea con Tyrese Haliburton, Jalen Brunson e LeBron James, al 12esimo posto in NBA. Guida Boston in VORP (Value Over Replacement Player) a 1.6, accanto a nomi del calibro di Kevin Durant, Anthony Davis e Domantas Sabonis, al 14esimo posto in tutta l’NBA. Ha anche il miglior BPM (Box Plus/Minus) a 5.9, nella stessa categoria di Kawhi Leonard, James Harden e Donovan Mitchell, 13esimo nella Lega. Qualunque metrica si usi per valutare l’impatto del giocatore sul successo di squadra, Derrick White risulta il miglior giocatore dei Celtics.
Jayson Tatum potrà pure segnare più punti di media, Jaylen Brown potrà aver migliorato il suo playmaking, Kristaps Porzingis potrà aver cambiato del tutto il suo gioco offensivo e Jrue Holiday potrà anche essere la solita potenza two-way d’élite ma, quando si tratta di vincere, White è stato il giocatore più importante. Viaggiando comunque a 16.5 punti, 4.0 rimbalzi e 5.1 assist, tirando con il 49.2% dal campo e il 42.9% da tre punti – tutti massimi in carriera (escluso il 61.5% della rookie season da dietro l’arco, ma su un campione di 17 gare e 13 tentativi totali).
Sebbene a favorire le candidature ad All-Star siano spesso i numeri delle prime tre voci a tabellino – punti, rimbalzi e assist – l’impatto difensivo di White è comunque ciò che lo separa dal gruppo di altri candidati a est. La guardia di 193 centimetri sta viaggiando a 1.3 palle rubate e 1.2 stoppate a partita (entrambi massimi in carriera). Ha più steal di Kyle Lowry, Alex Caruso e Donte DiVincenzo e più stoppate di Jarrett Allen, Onyeka Okongwu e Mark Williams. Certo, il suo impatto come difensore perimetrale è semplificato da un quintetto d’élite che si affida spesso ai cambi, ma la sua presenza al ferro è ciò che lo rende davvero speciale.
Fra i giocatori con minimo 25 minuti a partita e minimo 15 partite, Derrick White si classifica 11esimo per defensive rating (108.1), secondo dietro solo ad Al Horford fra i Celtics – aggiungendo il 12esimo posto in NBA in offensive rating (121.3) e il quarto miglior net rating a 13.2. Nonostante le sue giocate di alto livello su tutte e due le metà campo enfatizzino il suo impatto sulle vittorie, il suo ruolo a Boston è spesso oscurato dai tanti punti e dai lampi delle altre stelle. Questo, però, non va contro di lui, ma a suo favore.
Anziché farne un problema, White si adatta a rivestire qualunque ruolo gli venga richiesto. Si tratta di un tiratore letale in catch&shoot da tre punti (quinto in NBA con il 44.4% fra i giocatori con almeno 90 tentativi), di un giocatore stellare nel controllo del corpo e nel finire al ferro (13esimo tra le guardie con almeno 50 tentativi entro gli 8 piedi, con il 68.3%) e, cosa più importante, di uno dei più efficienti scorer della Lega – il suo 61.8 di effective field goal% rientra nel 97esimo percentile fra le guardie filtrate.
Parliamo di un giocatore che si trova a suo agio sia con sia senza palla, felice di agire da quinta opzione offensiva ma capace anche di essere la prima al bisogno, che ha trovato il perfetto equilibrio fra la creazione per altri e l’arrivare a generare dei buoni tiri per sé. Nelle ultime 10, White sta viaggiando a 20.1 punti, 4.3 rimbalzi, 5.2 assist, 1.6 rubate e 1.6 stoppate di media, tirando con il 53.1% dal campo e il 48.1% da tre punti. Questa striscia contiene due “trentelli”,due gare da almeno 20 punti, quattro con almeno 7 assist e tre partite con almeno tre stoppate (le ultime tre). In questa span, i Celtics hanno un record vincente di 8 a 2.
Ma nessun numero potrà mai sostituire l’osservare Derrick White impattare sulla partita in tempo reale. Nella seguente giocata contro i New York Knicks, dopo la tripla sbagliata da Tatum, l’ex Spurs ruba la palla a Josh Hart e si guadagna da solo un extra possesso per i Celtics.
Nel tabellino, questa è una semplice palla rubata ma, guardando la partita, si è rivelata cruciale. In quel momento, i Knicks avevano appena accorciato il vantaggio di Boston dal +13 al +7 in due minuti e, andando in transizione, avrebbero potuto guadagnare ulteriore inerzia favorevole e avvicinarsi ulteriormente. White li ha fermati.
Poi ho sbagliato una tripla, preso il proprio rimbalzo e attaccato il ferro per due punti. Dopo uno stop difensivo, ha messo ancora palla a terra, guadagnando un fallo e ottenendo due tiri liberi per estendere il vantaggio dei Celtics di nuovo oltre la doppia cifra. New York non si è più riavvicinata.
Ma non dimentichiamo l’highlight reel contro i Miami Heat il 27 ottobre. I Celtics e gli avversari erano nel bel mezzo di una battaglia nel quarto periodo e Boston aveva appena esteso il vantaggio a 8 punti, con un libero di Jimmy Butler a riportare i suoi sul -7. Proprio Butler ha preso palla dopo un errore di Brown e ha spinto in transizione, schiantandosi però sul muro eretto da White.
Quella è stata la terza stoppata della notte per lui, tutte contro Butler e due avvenute più o meno allo stesso modo. Boston ha vinto di 8 punti, anche grazie alla fase offensiva di White, che ha segnato o assistito 4 degli ultimi 10 punti. Di seguito, infine, contro i Toronto Raptors, non ha avuto bisogno di fare altro che rivestire il proprio ruolo, sparando una tripla nel clutch time per cristallizzare la vittoria.
Tatum sarà un All-Star in questa stagione. Ha raggiunto il punto della sua carriera in cui la reputazione, il talento e la popolarità gli garantiranno un posto nel quintetto titolare tra voti di fan, giocatori e media. Ma gli allenatori scelgono le panchine. Al massimo, nella Eastern Conference possono esserci 6 guardie. Il quintetto titolare è fatto di due giocatori di back-court e tre di front-court, con lo stesso formato per la panchina, fino ad arrivare ai due spot wild card che possono appartenere a ogni posizione.
Damian Lillard, Tyrese Haliburton, Tyrese Maxey e Jalen Brunson saranno dei no-brainer nelle selezioni, e lo stesso si potrà dire per i nomi nel front-court, con Tatum, Giannis Antetokounmpo e Joel Embiid. Sono già 7 posti riempiti di cui quattro nel back-court. Tre fra Brown, Porzingis, Jimmy Butler, Bam Adebayo, Paolo Banchero, Franz Wagner, Scottie Barnes, Pascal Siakam e Mikal Bridges otterranno probabilmente gli altri slot nel front-court, lasciando Trae Young, Donovan Mitchell e DeMar DeRozan, fra gli altri, a competere con White per una chiamata. Molti di questi hanno migliori numeri grezzi del Celtic, sono punti focali degli attacchi delle rispettive squadre e hanno la reputazione legata ai passati All-Star Game. Ma pochi di loro sono stati impattanti quanto White.
Giocatori vincenti hanno ricevuto il riconoscimento di All-Star in passato nonostante cifre nella norma: Draymond Green nel 2021/22 per i Golden State Warriors, Mike Conley nel 2020/21 per i Utah Jazz, Al Horford nel 2017/18 per i Celtics, Jeff Teague nel 2014/15 per gli Atlanta Hawks. I punti in comune? L’impatto sul successo di squadra.
Il giocatore al settimo hanno ha trasceso la forma di un role player NBA, e porta con sé la mancanza di rispetto per non essere stato nominato un top-100 della Lega nella classifica di ESPN. Ha trasformato il proprio gioco per integrarsi in uno dei migliori roster in circolazione e sta mettendo su i migliori numeri in carriera, inclusi i minuti per partita (32.6). Ogni cifra, statistica e metrica avanzata dimostra che si tratti del giocatore più impattante di Boston. Ha influito sulle vittorie più di chiunque altro dei Celtics, la squadra con il miglior record NBA – che, essendo tale, dovrebbe avere più nomi fra i convocati per l’All-Star Game. Derrick White deve essere uno di quelli.