Solamente una manciata di giorni successivi alla gloriosa Gara 7 in quel di Denver, i Minnesota Timberwolves sono passati dalle stelle alle stalle, sotto 0-2 dopo due partite in casa in una serie che – almeno sulla carta – sarebbe dovuta essere un po’ più semplice.
A dire la verità, la sensazione è che la squadra di coach Chris Finch si sia scavata la fossa con le proprie mani, facendosi riacciuffare da un vantaggio che ha toccato i 18 punti e gestendo nel peggiore dei modi i due possessi decisivi. Con 30 secondi rimasti sul cronometro i Timberwolves avevano palla in mano e 2 punti in più, poi il disastro: palla persa e tripla di Luka Doncic.
Anthony Edwards e la mancanza di lucidità
Per il possesso che avrebbe potuto sigillare la vittoria e l’1-1 nella serie Minnesota si è affidata, naturalmente, alle mani di Anthony Edwards.
Con circa 13 secondi sullo shot-clock Ant chiama il Pick&Roll alto con Rudy Gobert, con McDaniels e Reid spaziati negli angoli e Anderson nel dunker spot. Accorgendosi dell’uscita alta di Dereck Lively, Gobert finta il blocco ed esegue lo ‘slip’, portandosi dietro Derrick Jones per un attimo e forzando così il cambio difensivo.
Edwards attacca immediatamente Lively verso sinistra, ma Jones se ne accorge ed è pronto a bloccargli la strada per il canestro. Il numero 5 vede Gobert rimasto solo nel pitturato leggermente troppo tardi, e PJ Washington stringe. A questo punto, Ant raccoglie il palleggio (errore che commette piuttosto spesso) e potrebbe servire McDaniels e Reid negli angoli, ma non lo fa.
Dopo i consueti giri sul piede perno salta e riapre in emergenza sul perimetro, trovando tuttavia solamente il pubblico in prima fila.
Un insieme di piccoli errori, tra lentezza nella lettura e mancata lucidità, che hanno riconsegnato la palla nelle mani dei Mavericks.
Rudy Gobert e la mancata applicazione del game-plan
Dietro alla tripla da fenomeno assoluto di Luka Doncic c’è una leggerezza piuttosto grave commessa dal difensore dell’anno Rudy Gobert.
Sia chiaro, nessuno chiede a Gobert di marcare il palleggio di Doncic come Lu Dort. Tuttavia, alla luce della situazione (+2 con pochi secondi rimasti), il tiro da 3 punti in step-back sarebbe dovuto essere l’opzione da evitare a tutti i costi di concedere allo sloveno. L’errore diventa ancora più bizzarro se consideriamo il modo in cui Gobert ha gestito lo switch nel possesso precedente.
L’ordine di Finch era quello di accettare il cambio e di indirizzare Doncic verso il centro dell’area, per poi attivare il sistema di aiuti che, grazie alle caratteristiche dei difensori a disposizione, risulta quasi sempre parecchio efficace. Seguendo questo game-plan la difesa dei Timberwolves riesce a forzare Doncic ad un tiro contestato dal mid-range nel possesso precedente.
30 secondi dopo, Gobert lascia al numero 77 lo spazio necessario per scatenare la sua mossa preferita, e ne paga le conseguenze.
Il disegno dell’ultima rimessa non è stato di certo illuminante, ma di fatto i Timberwolves sono stati traditi dai due giocatori più rappresentativi.
Il tempo per farsi perdonare e scalare la montagna, tuttavia, non manca di certo.