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NBA e NBPA si sono accordate per la firma del nuovo CBA, con una serie di cambiamenti rivoluzionari che vi abbiamo riportato QUI. Ma non è tutto. Nella notte sono infatti arrivati ulteriori dettagli riguardo alle limitazioni imposte a quelle squadre il cui payroll arriva a toccare soglie troppo oltre le luxury tax line.

Per fare chiarezza, riprendiamo uno dei punti per come si era presentato ieri:

Il “luxury tax apron” è una soglia al di sopra della quota della Luxury Tax che impone certe limitazioni, già esistente, a cui però si è deciso di aggiungerne un secondo per limitare tutte quelle squadre dai payroll stellari, come Clippers e Warriors. Arrivati nella soglia di questo “secondo apron”, posto a circa $17.5 milioni oltre la luxury tax line, le squadre non potranno più utilizzare la taxpayer mid-level exception per firmare dei free agent. Golden State non avrebbe potuto firmare Donte DiVincenzo, ad esempio, citando l’esempio di Wojnarowski su ESPN.


Dunque, estrapolando le parti importanti: un secondo apron per chi si trova oltre la soglia dei $17.5 milioni al di là della luxury tax line, con la limitazione del non poter usare la taxpayer mid-level exception. Dopo l’aggiornamento, però, tutto è molto più drastico.

Ecco le limitazioni di quelle squadre rientranti nel secondo Apron:

  • niente taxpayer MLE
  • niente cash considerations negli accordi
  • niente inclusione di first-round picks a 7 anni di distanza
  • niente firma di giocatori dal buyout market
  • negli scambi, impossibilità di ricevere più di quanto ceduto

Una bella botta, che si avvicina molto al concetto di limite massimo di spesa (“upper spending limit”) vagliato nei mesi precedenti, sebbene l’intenzione sia abbastanza palese: promuovere la crescita tramite Draft. Ciò che non impone un tetto massimo di spesa è che, tramite i Bird Rights, si possa continuare a eccedere nelle spese e superare a piacimento la soglia della luxury tax; una volta troppo oltre, però, diventa quasi impossibile effettuare firme o trade degne di nota.

In particolar modo, la limitazione sulle firme dal buyout market rischia di essere sottovalutata, essendoci stata una discreta esplosione di giocatori rilasciati con questa modalità e ritrovandosi spesso le squadre reduci da blockbuster trade con slot a roster scoperti – vedi la firma di Terrence Ross con i Phoenix Suns dopo lo scambio per Kevin Durant.

Mentre l’esclusione di cash e determinate Draft picks agisce principalmente in funzione limitativa pratica, a livello concettuale l’impossibilità di ricevere più di quanto ceduto negli scambi rappresenta effettivamente il punto di maggior avvicinamento a un limite massimo di spesa.

Parlando più semplicemente, immaginate il payroll come una torre a blocchi: se un owner volesse aggiungere un blocco oltre quella che è la soglia della luxury tax, potrebbe farlo, arrivando però a toccare il secondo apron; se da qui volesse aggiungere un altro blocco, comprandolo da altri, non potrebbe farlo; l’unico modo di aggiungere un ulteriore blocco è dalla propria scatola – estendendo, cioè, i giocatori scelti al Draft, o in squadra dagli anni richiesti, con i Bird Rights.

Non proprio un “upper spending limit”, dunque, ma una bella limitazione. Al momento, le squadre limitate dal nuovo CBA sarebbero Warriors, Clippers, Bucks, Celtics, Mavericks, Suns. Chi potrebbe essere colpito il prossimo anno?

Il nuovo CBA sta muovendo, e si muoverà ancora, per ottimizzare questo nuovo assetto. Ad esempio, il fatto che la crescita del salary cap anno per anno avrà un limite massimo e che, in base a questo incremento, le fasce della luxury tax line procederanno di pari passo, è già qualcosa (tutti i dettagli QUI). Per adesso, le restrizioni sono state importanti, e solo il tempo potrà dirci se il prodotto in mano a Adam Silver ne uscirà valorizzato.