FOTO: Sports Illustrated

Nel mock Draft 2024 a cura dell’analyst di ESPN, Jonathan Givony, Bronny James è stato inserito alla posizione numero 10. La scelta di Givony è stata a dir poco sorprendente, considerando che il figlio di LeBron è solamente alla posizione 19 del ranking ESPN dei migliori liceali d’America nella classe del 2023 e alla 26 dell’equivalente ranking di 247 Sports.

Sebbene non ci sia una perfetta corrispondenza tra il ranking di un giocatore in uscita dal liceo e la sua attrattività agli occhi degli scout NBA, un salto di così tante posizioni è insolito e ha suscitato parecchie perplessità e critiche. Da anni Bronny è accompagnato dalla narrativa, falsa e superficiale, per cui sarebbe solo un nome altisonante e non un vero prospetto NBA ma, per fortuna, basta guardare un paio di partite della sua Sierra Canyon per delegittimare ogni dubbio a riguardo. Il giocatore Bronny vale, questo lo possiamo garantire, ma vale così tanto da meritarsi addirittura una chiamata nella lottery NBA?

Nei suoi primi tre anni di liceo, Bronny James non è mai stato una superstar, ma si è dimostrato un giocatore solido e con uno skillset da role player di lusso. Le sue doti principali sono sempre state la difesa sulla palla e, in attacco, il tiro da 3 punti e una comprensione del gioco molto avanzata per un giocatore della sua età. Le zone di debolezza invece riguardavano la sua poca aggressività sul campo e i limiti nella creation, ovvero una scarsa capacità di creare tiri per se stesso e per i compagni in situazioni di pick&roll o di uno-contro-uno. A questo si aggiungeva un fisico di discreto livello ma che non aveva ancora raggiunto la piena maturità, in termini né di taglia, né di esplosività.


Per una guida più completa al suo skillset, avevamo già preparato questo articolo ad agosto:

A partire dall’estate 2022, però, Bronny sembra avere incontrato un periodo di grande crescita fisica e tecnica che ha elevato il suo gioco e la sua attrattività per gli scout NBA. Nello specifico, ha migliorato in maniera significativa 3 aree del suo gioco: atletismo, self creation e assertività.

Atletismo

Il miglioramento più evidente è sul piano atletico. Non è cresciuto in altezza (è rimasto “piccolo”, di poco sopra i 190cm), ma ha preso parecchio peso e finalmente riesce a imporre la sua fisicità sulle partite, in entrambe le metà campo. In difesa ha aggiunto una scalabilità che prima non possedeva e che ora lo proietta nella dimensione di quelle guardie forti fisicamente e versatili, capaci di marcare posizioni dall’1 al 3 e reggere anche contro attaccanti più alti e lunghi. Secondo Givony, forse con un po’ troppo ottimismo, può essere considerato “il migliore difensore perimetrale della classe”.

In attacco, sembra che lo step up atletico si sia trasformato in maggiore fiducia nell’attaccare l’area e chiudere al ferro, anche nel traffico. In più, per la prima volta quest’anno abbiamo visto Bronny usare il fisico per prendere posizione vicino a canestro contro le guardie avversarie, una tipica giocata di quei giocatori di back-court con taglia e consapevolezza della propria forza fisica a cui Bronny dovrebbe ispirarsi per plasmare il proprio gioco futuro.

Self creation

Nel nostro scouting report di Agosto 2022 avevamo individuato nella self creation, ovvero l’abilità di costruirsi un tiro da solo, la principale lacuna e area di miglioramento di Bronny James. La mancanza di creazione è un problema non indifferente perché ne limita l’upside e, in proiezione NBA, lo rinchiude nella categoria dei giocatori di complemento destinati a non avere molto la palla in mano. Anche nell’anno da Senior, la shot creation di Bronny resta limitata, però lo è meno rispetto a qualche mese fa.

Durante il Senior year sta piano piano aggiungendo soluzioni al proprio gioco da palleggiatore sul pick&roll. Se prima riusciva a essere efficace solo con un pull-up dopo un paio di palleggi decisi o con una penetrazione dritto per dritto, adesso sembra che “il gioco intorno a lui stia rallentando”, permettendogli di essere più creativo e sotto controllo. È leggermente cresciuto anche nella manipolazione delle difese sul pick&roll, usando il corpo e i cambi di velocità in maniera più matura. Tuttavia, fatica ancora a costruirsi tiri facili in avvicinamento e spesso si schianta contro gli aiuti dei lunghi avversari. Pertanto deve ancora dimostrare molto prima di convincere gli addetti ai lavori di essere un ball handler efficiente e di alto volume, prima al college (o dovunque andrà l’anno prossimo) e poi in NBA.

Assertività

Fin dalle medie, Bronny è stato accusato di essere un giocatore fin troppo ordinato, che manca di assertività e non cerca mai di uscire dal seminato. Non sappiamo se la serie di Zero Calcare sia arrivata anche in California, ma negli ultimi mesi James ha smesso di “strappare lungo i bordi” e ha cominciato ad atteggiarsi da stella di Sierra Canyon. Certo, avere un corpo più maturo aiuta, essersi liberato della presenza ingombrante di Amari Bailey aiuta anche di più, ma il senso di responsabilità dimostrato quest’anno è chiaramente figlio di un click mentale di un giocatore che vuole aggredire le partite.

Solo nella stagione da Senior ha fatto vedere tiri in transizione forzati, penetrazioni nel traffico anche contro 2 o 3 difensori e, elemento da non sottovalutare, intense e genuine reazioni emotive a quello che succede in campo.

Bronny è una scelta top-10?

Quindi, alla luce di questi miglioramenti, Bronny James è una futura lottery pick? Probabilmente no, perché i miglioramenti sono importanti ma non sono così sostanziali da cambiare l’archetipo di giocatore che ci si aspetta diventi in NBA, ovvero un role player. Vero che alcuni role player di lusso vengono scelti nelle prime 14 pick, ma quasi sempre sono davvero specializzati in almeno una delle loro skill, mentre Bronny fa bene tante cose, ma non abbaglia con niente.

È un buon tiratore, ma se lo paragoniamo ai suoi futuri colleghi, non svetta per percentuali, fluidità o rapidità di tiro rispetto al 3&D NBA medio. Allo stesso modo, la sua difesa è solida ma non regge il confronto con i grandi stopper della Lega come Marcus Smart, Jrue Holiday o Cason Wallace (specialisti difensivi a cui è stato paragonato).

Per questo, se ci dimentichiamo per qualche secondo del suo nome e delle esternalità positive (nella forma di LeBron James e buzz mediatico) che Bronny porterà alla franchigia che lo sceglierà (a proposito, ne abbiamo parlato QUI), il range di scelta al Draft a oggi più realistico è probabilmente un tardo primo/inizio secondo giro.