Questo contenuto è tratto da un articolo di Henry Daley per The Lead, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Molti giovani talenti hanno intenzione di attirare l’attenzione di tutta la NBA in vista della Stagione 2024/25. Per alcuni dei migliori prospetti in circolazione ciò significa riuscire a giocare abbastanza bene da poter prender parte al loro primo All-Star Game. Con soli 24 posti disponibili, è probabile che non tutti i meritevoli riescano a partecipare all’edizione di quest’anno, che si terrà a San Francisco. Ma tra tutti, ci sono in particolare 3 giocatori che avranno molte chance di aiutare la loro squadra a migliorare le performance della passata stagione, contribuendo alla loro candidatura in vista dell’ASG.
1) Victor Wembanyama, Centro, San Antonio Spurs
L’inclusione di Victor Wembanyama in questa lista sembra solamente una formalità. Il centro francese, alto 224 centimetri, ha ottenuto paragoni illustri con LeBron James, superstar dei Los Angeles Lakers, durante la sua stagione da rookie in cui ha superato le aspettative. Ha terminato la stagione con una media in doppia-doppia da 21.4 punti, 10.6 rimbalzi e quasi 4 assist a partita.
Il video precedente mostra il modo in cui Wembanyama si sia dimostrato un’enorme risorsa difensiva, totalizzando 1.2 palle rubate e 3.6 stoppate – primo in NBA – a partita. I San Antonio Spurs hanno avuto diversi problemi senza di lui sul parquet, e soprattutto senza l’apporto fornito in quanto a rim-protection e difesa sul perimetro. La sua versatilità gli ha garantito una candidatura nell’All-Defensive First Team, qualificandosi 2° per il premio Defensive Player of the Year. Nonostante qualche iniziale problema fisico, la sua stazza non ha mai causato grossi intoppi, riuscendo a scendere in campo per 71 volte.
La ragione della sua candidatura è piuttosto scontata: Wembanyama è stato uno dei migliori in fase difensiva nella passata stagione, mentre non può che migliorare nel versante opposto del rettangolo di gioco. Ciò gli dona di diritto lo status di All-Star. Gli Spurs arriveranno tanto lontano quanto il loro French Phenome riuscirà a portarli, con i texani capaci di competere al meglio quando il giovane centro avrà raggiunto il ritmo migliore. Se Wemby si confermerà efficiente in entrambi i versanti di gioco riuscirà certamente a prender parte al suo primo All-Star Game, e forse i San Antonio Spurs potranno persino far ritorno ai Playoffs.
2) Jonathan Kuminga, Ala Grande, Golden State Warriors
I Golden State Warriors hanno necessariamente bisogno che Jonathan Kuminga mostri tutto il suo potenziale. L’Ala grande, 201 centimetri, è sembrato a suo agio giocando in quintetto nella scorsa stagione, allineandosi con le aspettative che Golden State aveva quando lo ha selezionato alla #7 al Draft 2021. Ha terminato l’annata con una media di 16.1 punti e 4.8 rimbalzi a partita, con la percentuale del 50% dal campo ed alcune ottime giocate, visibili nella prossima clip.
Le sue giocate al ferro hanno sbloccato parecchie opzioni offensive per i Golden State Warriors, tanto che Kuminga potrebbe essere considerato la seconda opzione offensiva dopo Stephen Curry. Jonathan è uno scorer efficiente, dotato di mezzi che potenzialmente potrebbero garantirgli una media da 20 punti a partita. Lo scorso anno ha avuto una percentuale del 70% nelle conclusioni da meno di 5 metri dal canestro avversario e del 40% nelle triple dagli angoli. Se i suoi numeri rimanessero tali, un minutaggio più consistente gli permetterebbe di compensare le altre statistiche ed essere tenuto in considerazione per l’All-Star Game. L’unica insidia per una sua convocazione All-Star è rappresentata dal fatto che i Warriors devono essere vincenti. Curry è certo di far parte dell’All-Star Game, ma se i Dubs fossero una contender potrebbero avere 2 All-Star in roster. I Golden State Warriors sono in una modalità pseudo-rebuilding, e la franchigia della Baia confida nella crescita di Kuminga per tornare a competere. Ci sono possibilità che i Warriors raggiungano i Playoffs, ma gran parte delle responsabilità ricadono sulle spalle di Jonathan Kuminga, dipendendo dal suo sviluppo.
3) Brandon Miller, Ala Piccola, Charlotte Hornets
Brandon Miller è passato quasi inosservato ai più per via di un’orrenda passata stagione da parte degli Charlotte Hornets. Ma nonostante ciò ha dimostrato il suo valore. Dopo alcuni problemi in Summer League, il prodotto di Alabama ha superato un inizio di Regular Season sotto tono riscattandosi con un finale di stagione brillante. Miller ha messo a referto 17.3 punti e 4.3 rimbalzi a partita, con il 37.3% su 6.7 tentativi da oltre l’arco. Gli Hornets lo hanno scelto al Draft per essere un’ala plug-and-play capace di offrire il suo contributo in entrambi i versanti di gioco, ed è esattamente ciò che ha fatto.
Miller ha accentrato le attenzioni su di sé nella seconda parte della passata stagione, vincendo ben 3 Rookie of the Month consecutivi. Al minuto 1:26 del video precedente è evidente tutta la sua crescita, attraverso la giocata in cui sfida e sconfigge in crossover il suo NBA GOAT, Paul George, prima di colpire gli avversari con una tripla da parecchio lontano. Il suo finale di stagione gli ha garantito il 3° posto nella corsa al Rookie of the Year, ed un posto nell’All-Rookie Team. Brandon avrà moltissime occasioni di giocare le proprie chance al fianco della point guard LaMelo Ball, perciò riuscirà facilmente a migliorare le statistiche.
Il dubbio, per quanto riguarda la convocazione All-Star, è simile a quello sollevato per Jonathan Kuminga. Ball ha disputato 58 partite complessive nelle 2 passate stagioni, e se non dovesse rimanere integro gli Charlotte Hornets avranno molti problemi a rimanere competitivi. Se Ball riuscirà a rimanere in salute, insieme a Miller potrebbe formare uno dei migliori young-duo in circolo. Ciò non basterebbe a permettere agli Hornets di raggiungere i Playoffs, ma sarebbe comunque un inizio incoraggiante. In base a come crescerà Brandon Miller nel suo anno da sophomore, potrebbe essere abbastanza per garantirgli una presenza all’All-Star Game.