Dejounte Murray

I San Antonio Spurs non stanno certamente vivendo i fasti del passato, con la squadra allenata da coach Popovich indirizzata verso un soft rebuilding e un’età media di 25.4 anni, 8° più giovane in NBA. Se questo non offre particolari spunti nell’ambito delle ambizioni o dei risultati di squadra, non significa che nulla meriti di alzare la soglia di attenzione in determinati frangenti.

Dejounte Murray, che in un contesto del genere si presentava sicuramente come il vero deputato a compiere il salto di qualità, non sta deludendo le aspettative, e si sta consacrando come un ottimo, se non tra i migliori, all-around players dell’intera lega. La point guard degli Spurs sta infatti guidando la classifica dei pari ruolo a rimbalzo (8.2 di media), mentre è quinto per assist di media a partita nella classifica generale (9.0).

Concentrandoci per un secondo sulla produzione offensiva, la 29° scelta assoluta al Draft 2016 non ha sviluppato una dimensione perimetrale credibile. La frequenza al tiro pesante è sempre piuttosto bassa, così come le percentuali (31% non-corner 3PT), fatta eccezione per un netto miglioramento dagli angoli, seppur con un sample ridotto e, di conseguenza, poco indicativo (12/29).

Se si considera anche il non entusiasmante 40% dalla media, zona da cui parte il 53% dei suoi tiri (93° percentile), sembrerà assurdo pensare a Murray come ad uno dei giocatori più migliorati del 2022. Ma non è così.

La crescita di Dejounte Murray riguarda infatti le responsabilità e il carico offensivo a cui è sottoposto nella costruzione dell’azione, ai (personali) massimi storici in quasi ogni valore:

2020/212021/22
Usage%25.529.9
Turnover%9.410.4
Assist%24.736.8
Assist/Usage0.971.23
Stats: Cleaning the Glass

Molto stretta, fino ad ora, l’intesa con Jakob Poeltl, perfetto compagno sul pick&roll e al quale Murray passa la palla più che a chiunque altro (10.7 volte a partita), fatta eccezione per Derrick White. La quantità di assist effettuati da Murray per compagni posizionati al ferro, e la qualità del suo interior passing in generale, hanno subito un incremento non trascurabile, tanto che, con la metà delle gare disputate, ha quasi raggiunto la quota di rim assist del 2020/21 (128 in 67 gare, contro i 107 di queste prime 35).

Se ciò non dovesse bastare a rendere sostenibile, in una prospettiva Playoffs, la completa assenza di un tiro quantomeno credibile da fuori (a tratti anche dal mid-range), a compensare potrebbero giocare un ruolo significativo le percentuali al ferro.

Il suo 66.0% entro i 4 piedi è l’unico livello di scoring in cui Murray raggiunge l’élite, grazie soprattutto ad un tocco molto sopra la media che, se contestato, gli permette di alzare la parabola senza distorcere potenza di spinta e angolazione. Questo, assieme all’elegante controllo del corpo, lo rende una terrificante arma in transizione, da cui genera 1.28 punti per possesso (81° percentile) con una effective Field Goal% di 69.0. Questo apre il collegamento con l’altro punto di forza di Dejounte: la difesa sulle linee di passaggio.

Su questo non vale la pena dilungarsi, dal momento che è un talento ampiamente riconosciuto da sempre quello del prodotto di Washington di sporcare palloni (3.9 deflections a gara, 2° solo a Fred VanVleet) e di scippare la palla dalle mani degli avversari, oltre alla capacità di navigare sui blocchi e di cambiare su avversari di vario tipo e stazza.

In ogni caso, Murray è forse quello meno migliorato e meno migliorabile fra i nomi trattati. Il motivo? Sulle prestazioni potrebbe influire quella che è una diffusa mancanza di talento all’interno del roster attuale degli Spurs, che porterebbe Dejounte ad avere più responsabilità di quanto il suo skillset e il suo prototipo richiedano. Certo, il merito di mantenere una certa efficienza, nonostante il ruolo estemporaneo a cui sottoposto, è visibile e lo inserisce di diritto fra i candidati al MIP.

Ma, non per questo, significa che quella di Dejounte 2022 sia la versione richiesta altrove, dove potremmo vederlo nei prossimi anni e dove, probabilmente, sarà impossibilitato a svolgere compiti da portatore di palla primario, diventando poco adattabile a causa della poverissima dimensione off ball. In ogni caso, proiezioni pessimistiche a parte, questa stagione di Murray è sicuramente da premiare.