FOTO: Bright Side Of The Sun

Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Mancano venticinque giorni al 6 febbraio, il conto alla rovescia è iniziato: c’è la trade deadline dell’NBA, un rituale sacro e caotico nel calendario. Certo, non è più la frenetica bonanza da blockbuster di una volta, ma attira ancora tutti come falene alla fiamma. È il giorno in cui le squadre si buttano sul mercato, a caccia di offerte come gli acquirenti del Black Friday. Comprare. Vendere. Scambiare e trattare. Alcuni vanno alla ricerca di quel tassello mancante per raggiungere i Playoffs, alcuni stanno puntando sulla stagione per fare scorta per il futuro. In ogni caso, è tutto sul tavolo e si aspetta il dramma. I Phoenix Suns stanno affrontando una battaglia in salita e stanno cercando di alleggerirsi. In prima linea c’è il centro Jusuf Nurkic, che non ha visto il parquet nelle ultime due partite. Non perché sia alle prese con un misterioso infortunio, ma perché, francamente, è stato fatto riposare. Forse è stato fatto riposare per preservarlo sul mercato? O semplicemente è un tacito riconoscimento del suo difficile inserimento nell’NBA di oggi.

Non è più lo stesso Nurk che si presentava su Twitter facendo la voce grossa, scambiando battute con i tifosi e ostentando sicurezza. La regressione lo ha colpito duramente nel suo secondo anno con i Suns. E siamo sinceri: la gente ama cinguettare quando vola alto, ma non tanto quando è a terra. Nessuno è qui per schernire Nurk, però, è una situazione difficile, sarebbe stato una bestia se fossimo nel 1987. Ma nel 2025, con 18.1 milioni di dollari legati al suo nome, sta lottando per trovare un ruolo. E per quanto riguarda il mercato degli scambi? Neanche i Suns stanno trovando acquirenti. Certo, erano disposti a trasferirlo in estate e all’inizio della stagione, ma ora? Niente. Perché? Perché, diciamolo, non c’è una lunga fila di squadre che bussano alla porta per lui. Per trasferire Nurkic sarebbe quasi certamente necessario indorare la pillola con del Draft capital, di cui i Suns sono a corto. Che cosa c’è nella loro rimessa? Una first-round e tre second-round pick. Tutto qui. Non proprio un bottino da re.

Tuttavia, forse i Suns hanno abbastanza risorse per scaricare Jusuf Nurkic per qualcosa – qualsiasi cosa – che aiuti la squadra. Ma non prendiamoci in giro: non si tratta di un’operazione così semplice da concludere. Le squadre non intervengono per salvare le franchigie dai loro contratti sbagliati o dai giocatori non adatti per pura generosità, non si tratta di un’asta di beneficenza. Non tutte le squadre hanno la magia inspiegabile dei Lakers, che in qualche modo riescono sempre a evocare partner commerciali disposti a dar loro una spinta, anche se l’affare non ha alcun senso per l’altra parte. Ma, ehi, non divaghiamo. La domanda è: chi può permettersi di prendere Nurkic o, meglio ancora, chi vuole davvero farlo?

Il primo e secondo apron NBA sono come una morsa finanziaria, che soffoca la flessibilità delle squadre e le rende caute su qualsiasi mossa che potrebbe ritorcersi contro. È l’era del conservatorismo nella lega, in cui le squadre sono più propense a mantenere l’attuale roster piuttosto che scommettere su un elemento che potrebbe mandare all’aria i loro piani a breve termine solo per (forse) aiutare nel lungo periodo. Tuttavia, se si analizza il panorama della NBA, c’è almeno una squadra che potrebbe fare il tifo per uno scambio di Nurkic: gli Charlotte Hornets. Le voci di corridoio si sono già rincorse, sussurrando che gli Hornets potrebbero essere interessati. Resta da vedere se si tratta di un miraggio, ma se non altro dà ai Suns un barlume di speranza in un mercato altrimenti desolante.

Ah, Nick Richards. Si sono viste le sue capacità martedì scorso, quando gli Hornets hanno ottenuto l’ottava vittoria stagionale contro Phoenix. Per Marc Stein:

“I Suns devono affrontare sfide simili con Jusuf Nurk, improvvisamente fuori rotazione, che non è stato semplicemente spostato in panchina come Beal: Nurkić ha subito un vero e proprio DNP-CD nelle ultime due partite di Phoenix. Con Nurkić che guadagnerà 19,4 milioni di dollari nel 2025-26, generare qualcosa sul trade market per lui si è rivelato a questo punto meno facile che per Beal.

I Suns hanno tre second-rounder negoziabili (oltre a una first-round pick del 2031) per cercare di convincere una squadra come Charlotte ad accollarsi il contratto di Nurkić in cambio di un pacchetto che preveda la richiesta del lungo degli Hornets Nick Richards… ma quante di queste tre scelte costerebbe loro?”

Richards, lungo ventisettenne uscito dal Kentucky, si è messo in mostra contro Phoenix e ha messo a segno 15 punti e 12 rimbalzi in soli 25 minuti, il tutto uscendo dalla panchina. Questo è il tipo di prestazione che fa alzare il sopracciglio ai front office e che fa scattare i messaggi. Con 5 milioni di dollari quest’anno e altri 5 milioni bloccati per la prossima stagione, Richards non sta esattamente sbarcando il lunario. Le sue abilità? Un classico archetipo di rimbalzista e giocatore di alto livello. Un atletismo che si integrerebbe a meraviglia nel sistema dei Suns. Immaginatelo mentre si invola a canestro in pick&roll con Devin Booker che fa da ago della bilancia, oppure mentre prende rimbalzi offensivi e li cede a Kevin Durant per le sue triple. Questo è il tipo di utilità di cui Phoenix ha disperatamente bisogno, soprattutto se la squadra manca di una presenza interna costante. Richards non è un semplice lungo sostitutivo, ma un giocatore che gioca con energia e determinazione. E per una squadra di Suns che sta cercando di massimizzare la sua finestra di titolo, il suo set di abilità potrebbe essere l’ingrediente perfetto per aiutare a trovare un equilibrio.

Nurkic e Richards a paragone

5 similarità:

  • difesa del pitturato:
    • Entrambi i giocatori eccellono nelle metriche difensive, con voti elevati per Difesa in post, Difesa in aiuto e Difesa sui blocchi, con punteggi pari o superiori al 90° percentile.
    • Voti: quasi il massimo per entrambi i giocatori in queste categorie.
  • rimbalzo difensivo:

Entrambi i giocatori sono forti sotto i tabelloni, con Nurkic che si posiziona al massimo percentile e Richards al 76° percentile, ottenendo rispettivamente una A+ e una B+.

  • impatto difensivo (D-LEBRON):

Entrambi i giocatori hanno una valutazione A+ per D-LEBRON, che indica il loro significativo impatto difensivo per 100 possessi.

  • Protezione del ferro:

Entrambi sono efficaci protettori del ferro, con Richards che ha ottenuto un punteggio leggermente superiore in questa categoria (92° percentile) rispetto a Nurkic (83° percentile), ma entrambi hanno ottenuto almeno la sufficienza.

  • talento da bloccante:

Nurkic e Richards eccellono come bloccanti, guadagnando voti A+ per la loro capacità di contribuire alle giocate.

5 differenze:

  • Rimbalzo offensivo

Richards supera significativamente Nurkic, classificandosi al 99° percentile (A+) rispetto all’84° percentile (A-) di Nurkic.

  • efficienza:

Richards fa leggermente meglio di Nurkic, ma si colloca comunque in un percentile basso (19°, voto F) contro il 5° percentile di Nurkic (voto F).

  • Playmaking:

Entrambi fanno fatica, ma Nurkic si comporta meglio con un 14° percentile di valutazione (F) rispetto al minimo percentile di Richards (F).

  • LEBRON WAR:

Nurkic ha un impatto maggiore in quanto a Wins Against Replacement (72° percentile, B) rispetto a Richards (64° percentile, B-).

  • Tiro da fuori:

Entrambi fanno fatica, ma Richards è nettamente più debole nel talento al tiro da tre punti (-2,27, F) e nel tiro da tre in catch&shoot (-1,64, F) rispetto alle prestazioni leggermente superiori di Nurkic (rispettivamente -0,66, D+, e -0,38, C+).


Si noti che la statistica ‘LEBRON’ non è una statistica che dice “quanto il giocatore è vicino ad essere LeBron”. LEBRON (nome orribile, lo so) è una sorta di pagella definitiva per i giocatori di basket, che mostra quanto effettivamente aiutino la loro squadra quando sono in campo in base a calcoli complessi. Il sistema analizza due aspetti: quello che dicono le statistiche (come punti, rimbalzi, assist) e il rendimento della squadra quando il giocatore è in campo rispetto a quando non lo è. Si tratta di una combinazione di matematica e eye test per avere un quadro completo dell’impatto di un giocatore ogni 100 possessi. Esistono tre versioni di LEBRON:

  • LEBRON (impatto complessivo) indica il quadro generale.
  • O-LEBRON si concentra sull’attacco (come scoring e playmaking).
  • D-LEBRON si concentra sulla difesa (come stoppare i tiri o fermare gli avversari).

È importante quanto il giocatore aiuta la squadra a vincere, non solo quanto è abile. Ci si aspetta che i più giovani migliorino rapidamente, mentre quelli più anziani finiscono per rallentare, proprio come nella vita. Jusuf Nurkic è il coltellino svizzero del ruolo di centro. È versatile, ma incredibilmente inefficiente. Porta in dote un po’ di tutto: rimbalzi difensivi, un tocco al tiro leggermente migliore e quel tipo di flessibilità offensiva che ti fa strizzare gli occhi e dire: “C’è del potenziale lì, da qualche parte”. Ma quando si tratta di consistenza, beh, è un’altra storia.

Ecco Nick Richards, l’esecutore senza fronzoli che è l’incarnazione della potenza atletica e grezza nel pitturato. Forse non ha gli stessi strumenti offensivi di Nurkic, ma quello che fa, lo fa con una ferocia che mette l’avversario in difficoltà su ogni incursione a canestro. Richards è una minaccia come protettore del ferro, un rimbalzista offensivo dalla tenacia implacabile e un creatore di blocchi che porta a termine il lavoro con precisione chirurgica. Se c’è bisogno di qualcuno che controlli il flusso in quelle aree ad alto impatto, Richards è l’uomo giusto.

Entrambi i giocatori, tuttavia, sono in grado di difendere, ma il vantaggio di Richards in termini di atletismo gli dà una marcia in più, soprattutto quando si tratta di proteggere il ferro o di andare a caccia di quei rimbalzi offensivi che cambiano le partite.

Completare la trade

Cosa ci guadagna Charlotte? Questa è la domanda. Scambiare Nick Richards con Jusuf Nurkic non è esattamente un upgrade. Anche se i Suns indorassero la pillola con una potenziale first-round pick o un paio di second-round pick, gli Hornets potrebbero comunque esitare. È come cambiare l’affidabile Toyota con una vecchia e goffa Cadillac che consuma benzina e ha l’aria condizionata rotta. Certo, ha un certo prestigio, ma ne vale la pena? E poi la questione si fa più oscura.

Non si tratta di un semplice scambio 1:1. Le regole del salary cap dell’NBA fanno sì che nulla sia mai facile. Gli Hornets, non essendo una squadra over-apron, possono riprendersi solo il 200% dello stipendio inviato, più 250.000 dollari. In questo potenziale affare Nurkic-per-Richards, in base all’importo inviato, possono riprendere solo 10.2 milioni di dollari. Tradotto? Richards per Nurkic non è sufficiente. Per far quadrare i conti, Charlotte dovrebbe inserire un altro giocatore.

Per fortuna, Phoenix ha un posto libero a roster che non vede l’ora di essere riempito. Chi è quel “qualcuno in più” in questo pasticcio? È molto probabile che si tratti di una trattativa. “Volete che prendiamo Nurk?” – chiedono gli Hornets – “Dovete prendere anche un po’ della nostra merda”. E Charlotte ne ha di roba.

Grant Williams

Grant Williams è fuori per la stagione a causa di un infortunio al legamento crociato, ma prima di allora era noto per la sua capacità di portare tanta grinta, una caratteristica di cui Phoenix avrebbe bisogno. Williams ha la capacità di entrare nella pelle degli avversari, rendendolo un po’ fastidioso in campo. Questo atteggiamento, tuttavia, non è sempre andato a genio alla sua ex squadra, i Boston Celtics. Dopo alcuni memorabili scontri con Jimmy Butler, hanno deciso di spedirlo a Dallas.

L’ala ventiseienne ha firmato un contratto quadriennale da 53,3 milioni di dollari con i Celtics prima di essere ceduto, ma non è durato nemmeno una stagione intera con i Mavericks. Ricordate che i Mavs hanno messo a segno lo scambio per P.J. Washington prima della corsa alle finali NBA del 2024? Fu il contratto di Williams a contribuire alla realizzazione di quell’affare. Williams guadagnerà 13,0 milioni di dollari in questa stagione, 13,6 milioni di dollari l’anno prossimo e 14,3 milioni di dollari nel 2026-27. Con uno stipendio di questo tipo, Charlotte potrebbe completare una trade.

Uno dei contro maggiori per Williams, a parte le sue buffonate da “duro”, è l’infortunio che ha subito. A fine novembre si è rotto il crociato anteriore, il menisco e altri legamenti del ginocchio. Questo tipo di infortunio comporta di solito un anno di stop, per cui qualsiasi scambio per Williams significherebbe probabilmente che sarà fuori fino a circa questo periodo della prossima stagione.

Josh Green

Anche Josh Green potrebbe essere un tassello fondamentale per far funzionare lo scambio dal punto di vista finanziario. L’ex studente dell’Università dell’Arizona è al primo anno di un contratto triennale da 41 milioni di dollari e guadagna 12,7 milioni in questa stagione. Con un’altezza di 1 metro e 96, Green non aggiungerebbe molto volume al frontcourt dei Suns, ma è robusto e, inoltre, è un po’ un locale, essendo passato per la Hillcrest Prep di Phoenix. In questa stagione ha giocato 32 partite con gli Hornets, con una media di 7.2 punti e una percentuale di tiro di 41/40/64, il che lo renderebbe una solida aggiunta alle rotazioni.

Il vantaggio di Green è che è sano, a differenza di Williams. Il lato negativo, però, è che, come Williams, ha ancora due anni di contratto. Nel frattempo, Jusuf Nurkic ha un solo anno residuo, e questo potrebbe essere un aspetto che i Suns stanno valutando con attenzione in questo potenziale scambio.

La prossima mossa?

Ora? Quello che i Suns hanno fatto per sei mesi. Aspettiamo. Ci sono numerosi meccanismi in gioco per quanto riguarda i giocatori e le scelte del Draft. La scelta migliore? Semplice. Prendere Richards, e aggiungerci anche Grant Williams. Se si deve rinunciare a un paio di scelte al secondo giro, ben venga. I Suns non si imbatteranno ogni anno in un altro gioiello come Oso Ighodaro, bisogna essere onesti, quindi devono utilizzare il poco capitale che rimane per concludere l’affare. L’aggiunta di Richards e Williams offre flessibilità e talento, che Nurkic non è in grado di fornire dalla panchina. È il momento di fare la mossa.