
Già da inizio stagione Nikola Jokic, coach Michael Malone e tutti i Denver Nuggets sono apparsi piuttosto nervosi. La perdita in free agency di un veterano come Kentavious Caldwell-Pope ha lasciato un vuoto in termini di abilità di tiro dinamico, di leadership e di esperienza che si faranno sicuramente sentire nei momenti maggiori di difficoltà, come negli eventuali Playoffs. Effetti simili già verificatisi nella passata stagione con la rinuncia a Bruce Brown, fondamentale nella corsa al titolo. La dirigenza ha optato per puntare forte sui membri chiave del nucleo titolare, andando al risparmio su role player altrettanto fondamentali in piena finestra competitiva, un modus operandi che permette di salvaguardare le finanze in caso di mancata vittoria finale ma non molto suggerito in piena finestra competitiva, con un all-timer come Nikola Jokic. Quest’ultimo si sta spingendo oltre limiti che si pensavano ormai invalicabili dopo tre MVP in quattro stagioni, ma i massimi in carriera di 30.5 punti e del 48.7% su 4.5 triple tentate a partita lasciano senza parole, soprattutto considerando che anche il numero di assist è rimasto su 9.5, per una stagione da quasi tripla-doppia di media sfiorando il 30-13-10. Il suo on/off, la differenza fra quando è in campo è fuori, è di +26.1 – sono i punti in più che la squadra segna rispetto a quelli che subisce su 100 possessi – e l’on/off offensivo è di +27.7: in poche parole, senza di lui, quello che è il 6° miglior attacco della Lega con un offensive rating di 117.9 non sarebbe nemmeno nella classifica attuale delle 30 squadre – i peggiori sono i Wizards a 104.3. Per dare qualche altro riferimento sul dato generale dell’on/off, Steph Curry nel 2020/21, stagione in cui Klay Thompson era infortunato, si “fermò” a +13.3; LeBron James, nei Cleveland Cavaliers 2008/09, a +17.8. Nonostante questo rendimento senza alcun tipo di senso logico, i Denver Nuggets hanno un record di 16-13, valido per il 7° posto nella Western Conference, appena dentro la zona Play-In, tante sconfitte per una squadra che ha perso più di 30 partite una sola volta nelle precedenti 6 stagioni (record di 48-34 nel 2021/22). Proprio per queste ragioni, Jokic è stato schietto nell’ultima conferenza:
“Non siamo nemmeno vicini a dove dovremmo essere, ma credo che, per quanto abbiamo giocato male, siamo in una buona posizione.”
Questa è solo l’ultimo dei tanti interventi che i leader di Denver hanno effettuato da inizio stagione, come la frecciata scagliata da coach Malone riguardo alla mancanza di tiratori:
“Pensieri generali: perdere fa schifo, questo è il primo. Credo che difensivamente abbiamo fatto un gran lavoro, tenere gli altri a solo 100 punti concessi in questa NBA è davvero complicato. Abbiamo generato anche buoni tiri, ma abbiamo tirato 7/38 e segnato 87 punti. Anche 16 palle perse ma solo 11 punti concessi da esse, la difesa è andata bene, bisogna sistemare l’attacco.”
“Niente, ma il tiro era una cosa che mi preoccupava in vista dell’inizio della stagione. Abbiamo perso uno come KCP, tiratore da oltre il 40%. Christian Braun è stato grande, ma Christian Braun non può essere KCP. Ma ripeto, niente panico, dobbiamo solo riconoscere chi è CB e adattarci.”
Al quale seguì proprio l’intervento di Nikola Jokic (Fun fact: sta tirando molto meglio dei due menzionati):
“Non siamo una squadra di buoni tiratori, a parte Michael Porter Jr. e Jamal Murray. Tutti noi siamo più streaky, anzi, nemmeno streaky, tiratori nella media, dobbiamo trarre vantaggio da altri aspetti in campo.”
Ulteriori dichiarazioni “arrendevoli” sono arrivate ancora da coach Malone a inizio stagione, dopo un paio di sconfitte:
“Non è l’inizio che volevamo, ma questa è la nostra realtà. Quindi accettiamola, proviamo a trovare il nostro ritmo in trasferta e a toglierci questo schifoso saporaccio dalla bocca.”
Insomma, un ambiente tutt’altro che sano, non proprio l’ideale da mettere attorno a una superstar come Nikola Jokic, che probabilmente a Denver (in NBA?) non si rivedrà nei prossimi 50 anni. Solo la ricerca di un’altra stella o di role player di livello, per quanto realistica (ne abbiamo parlato QUI), potrebbe sistemare quello che rischia di diventare un errore gravissimo del front office.