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Questo contenuto è tratto da un articolo di Oliver Fox per SB Nation, tramite Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La stagione delle vacanze invernali si fonda principalmente su rinascita e rinnovo. Si tratta di un momento di riflessione, in cui ognuno s’impegna ad avere una possibilità di migliorare in vista del nuovo anno. Molta gente si auspica di andare con più frequenza in palestra, smettere di fumare o essere più presenti con parenti e amici quando hanno bisogno. Ma tutti sanno che queste sono cose prive di significato. La vita quotidiana non è altro che una piccola impronta, se paragonata all’interminabile e iper-consumistica carneficina della NBA. Le franchigie lottano con ogni forza per poter avere un momento di tregua, che potrebbe comunque essere spazzato via da un singolo, piccolissimo errore. Per la NBA il periodo natalizio non è un momento di tiepida riflessione sorseggiando zabaione, poiché migliorarsi finché il trade market è aperto non è una cortesia, ma una necessità per poter proseguire il proprio cammino. Perciò si eviterà di fare troppa confusione. 

Benvenuti, sia vecchi lettori che neo-appassionati, a quello che probabilmente potrebbe essere il più complicato e artisticamente ridicolo articolo su fake trade dell’anno. Di seguito sono elencate 15 trade tra le 30 franchigie che cambierebbero radicalmente il panorama della NBA. Ma non si tratta di un pezzo del tipo “i Rockets dovrebbero tenere in considerazione il giocatore X, Y o Z per competere quest’anno”. In compenso si propongono delle mere dichiarazioni da non equivocare e da cui non estrapolare nulla. Ogni trade sarebbe legale, per lo più logicamente ermetica e specificamente forgiata entro i confini di una nuova visione della NBA. Questa collezione di card, chiamata NBA TradeMas, non è una creazione benevola, ma un lavoro artistico nudo e crudo, inteso per identificare rapidamente i vari problemi in giro per la lega e provare a trovare la loro soluzione. O, quanto meno, per la maggior parte di essi. 

NB: per i tifosi di New Orleans Pelicans, Charlotte Hornets o Detroit Pistons non sono previsti grossi pacchi regalo sotto l’albero. Ma per via dei vari asset in giro per la lega, come ad esempio Buddy l’Elfo che smitraglia palle di neve agli avversari, alcune squadre sono state “costrette” alla parte più noiosa dell’operazione di mercato, per far funzionare il tutto. Ecco il regolamento: ogni squadra imbastisce una trade – perciò quest’articolo dovrebbe essere inteso come il più dispendioso Yankee Swap. Ogni trade è legale dal punto di vista economico, con il supporto di asset per Draft futuri come possibile ulteriore compenso a completare l’affare – ma realisticamente parlando, se anche una sola delle seguenti trade dovesse andare in porto, gli asset sarebbero molti di più. Tenendo conto che ogni volta che squilla il telefono in un ufficio di una franchigia, il prezzo aumenta ad ogni risposta. Gli affari funzionano così in NBA. Bills Simmons si è già auto-dichiarato il Picasso della trade-machine, ma ci sarà posto anche per Van Gogh? E per coronarlo come l’opera d’arte che realmente è, ogni trade ha ricevuto un buffo nome da adottare, come fosse una scultura. Per favore, mantenersi lontano dalle protezioni in velluto delle varie opere mentre si sfila per visionarle. E buon divertimento!

1) Bogdan BogDenveravic

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  • Hawks: Zeke Nnaji, Dario Saric, Russell Westbrook e una pick al Draft 2031 (top 3 protetta);
  • Nuggets: Bogdan Bogdanovic;

Come già notato da molti commentatori NBA, Denver è ancora stimata come una buona squadra, con alcuni problemi messi in mostra dal loro stile di gioco quest’anno. Detto questo, per i Denver Nuggets è davvero arduo poter migliorare ancora il roster. Hanno una carenza totale di contratti appetibili in ambito trade, e non possiedono molte risorse per quanto riguarda gli asset dal Draft. Eventuali upgrade al roster saranno marginali, e costeranno parecchio alla franchigia del Colorado. La buona notizia è che i Nuggets non sono andati all-in come i Phoenix Suns o i Boston Celtics. Possono ancora aggregare contratti ed hanno qualche pick al Draft da sfruttare in ottica affaristica. Per chi dovrebbero sedersi a trattare? Per la spalla di Nikola Jokic nel roster della Serbia. La scelta di spedire Bogdan Bogdanovic a Denver a giocare al fianco di Jokic è stata irresistibile, anche se è lecito chiedersi se questo pacchetto sia il migliore che gli Atlanta Hawks possono ottenere in cambio di Bogey. Il serbo è un ottimo giocatore, ma non è stato in grado di spiegare le ali in fase offensiva ad Atlanta al fianco di Trae Young, il quale sta attuando una stagione davvero unica, dominando i vari possessi. Una scelta al First Round del Draft potrebbe fungere da lubrificante, ma è possibile che gli Hawks trovino una soluzione migliore. Ma per Atlanta, la domanda da porsi è “siamo davvero una contender?“. Young sta giocando in maniera eccelsa, stanno ottenendo lo 0.0000001% del meglio di De’Andre Hunter al momento, e Dyson Daniels sembrerebbe mutato in Scottie Pippen una volta lasciata New Orleans. Ma questa squadra avrà abbastanza esperienza o struttura fisica da poter competere con Boston? E con Cleveland? O persino con Milwaukee, che li ha eliminati alle Semifinals della NBA Cup? Non si è certi che gli Hawks siano al loro livello, perciò l’aggiunta di altri asset non sarebbe un progetto sbagliato. 

2) Il Big back-up di Boston: Bonanza

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  • Celtics: Daniel Theis;
  • Pelicans: Xavier Tillman, una Second Round pick al Draft 2030;

Nella vita è importante inserire la cura di sé stessi all’interno dell’ardente routine produttiva quotidiana. Ed è in quest’ottica che va intesa questa trade. I New Orleans Pelicans hanno pochissimi motivi per regalare Daniel Theis ai Boston Celtics – un tangibile miglioramento rispetto a Xavier Tillman – per poco più di una scelta al Second Round di un Draft che avverrà tra 6 anni. Eppure ci sono dei margini affinché esso accada: magari i Pelicans vedono in Tillman delle risorse difensive, ad esempio come centro in un quintetto small. E chissà, forse la Second Round pick potrà trasformarsi nel nuovo Nikola Jokic – e ai Pelicans piace parecchio il prospetto dodicenne di origini italiane che verrebbe draftato nel 2030. Chissà cosa passa loro per la testa per adesso. Di certo ci sono 2 cose: questa trade sarebbe perfetta per Boston, mentre i Pels non avrebbero motivo di relegare Theis nel magazzino di una squadra che probabilmente non otterrà nulla di significativo in questa stagione. Ma tralasciando questo, si renderebbe Theis Man un vero e proprio talismano in casa sua, dove potrebbe provare a vincere l’Anello che, secondo molti, meriterebbe.

3) Il lungo ritorno a casa di Finney-Smith

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  • Nets: Kleber, Quentin Grimes, una First Round pick al Draft 2025 (lottery protected);
  • Mavericks: Dorian Finney-Smith;

Dorian Finney-Smith non ha una fama esorbitante, ma è un’ala, professionista NBA, in grado di fornire puntualmente il proprio contributo alla propria squadra durante i Playoffs, senza dare troppo nell’occhio. Potrebbe non sembrare intrappolato nel roster dei Brooklyn Nets, ma in realtà può ancora risultare una risorsa decisiva in una contender. E nonostante non sia tra i nomi più altisonanti, si pensa che i Nets possano comunque strappare una scelta al primo giro del Draft in cambio. E quale sarebbe la prima franchigia tra gli indiziati, se non i Dallas Mavericks, in cui lo stesso Finney-Smith ha esordito e spiegato per la prima volta le sue ali? Questa trade avrebbe senso per entrambe le parti, inoltre il contratto di Maxi Kleber sarebbe perfetto per Brooklyn, che nel frattempo prega gli Dei del Basket per ottenere Cooper Flagg. I fan dei Mavs potrebbero lamentarsi del fatto che ci sia già un doppione di Finney-Smith a roster, ovvero Naji Marshall; ma perché non raddoppiare le proprie risorse? Le ali all’interno delle rotazioni non sono mai abbastanza, e Luka Doncic non aspetterà in eterno che il giocattolo venga assemblato. Finney-Smith ha più esperienza di Marshall ai Playoffs, ed ha dimostrato di essere un tiratore migliore. Per Dallas si tratterebbe di scambiare una pick per un giocatore dal rendimento quasi certo.

4) “COSA abbiamo ottenuto per Khris Middleton?”

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  • Bucks: Kuzma e Saddiq Bey;
  • Wizards: Khris Middleton, una First Round pick al Draft 2031;

Recentemente i tifosi dei Milwaukee Bucks potrebbero essere stizziti a parlare di trade, dopo l’affermazione riguardo una possibile cessione di Giannis Antetokounmpo. Ma questa è un’altra pagina, che potrebbe risultare altrettanto fastidiosa, poiché riguarda il 3° membro dei Big Three dei Bucks: Khris Middleton. La trade ha pochi altri retroscena: talento in entrata per talento in uscita, e i Washington Wizards chiuderebbero un buon affare. Ma Middleton si è trasformato nello stile di gioco, passando da 2° Scorer in una contender al Titolo a Terza Star raramente in salute, e infine a Ottimo Giocatore ma quasi mai disponibile. Se i Bucks vogliono dimostrare che la loro finestra competitiva non sia ormai chiusa, dovrebbero smettere di puntare su Khris Middleton – il loro frequente pezzo mancante per infortunio. Da quando ha saltato la run in difesa del titolo per infortunio ha disputato 33, 55 e 6 (finora) presenze: questa non è la disponibilità di un giocatore d’élite, specie se in un ruolo fondamentale. Per tre stagioni, i Bucks hanno attraversato fasi in cui avevano bisogno che Middleton fosse in salute, ma non lo era. Guadagna una cifra assurda e potrebbe andarsene dopo quest’anno se rifiutasse la sua player option da 34 milioni di dollari (cosa che non farà). Scambiarlo aiuterebbe i Bucks a scendere sotto il Second Apron, che favorirebbe loro il percorso verso un riassestamento del roster, fin qui tanto sperato. Inoltre, molti tralasciano il fatto che Kyle Kuzma sia un cestista di enorme qualità, in grado di offrire molto più che la semplice assistenza inerme alle spinning moves di Jordan Poole, all’interno di uno dei peggiori roster mai visti. Potrebbe davvero aiutare la franchigia del Wisconsin semplicemente con la sua presenza, molto più di quanto sia capace di fare Middleton a questo punto della sua carriera. La Player Option di Khris potrebbe risultare un po’ troppo costosa per i Wizards, ma potrebbero aprirsi possibilità di scambio con altre contender, cercando di ottenere asset futuri che Washington potrebbe sfruttare all’occorrenza. Oppure, Middleton potrebbe sfruttare l’annata per rimettersi in salute. Per i tifosi dei Bucks è una scelta dura. Ma dovrebbero accettarla. Poiché sarebbe solo per il bene della loro squadra.

5) Jonathan KuminGONE

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  • Bulls: Andrew Wiggins, Jonathan Kuminga e Kyle Anderson; 
  • Warriors: Zach LaVine; 

Questa trade è talmente ovvia che quasi si descrive da sola. Jonathan Kuminga è quel giocatore giovane su cui i Chicago Bulls punterebbero nel tempo, mentre Zach LaVine lo scorer veterano in grado di togliere pressione di dosso a Stephen Curry, alla ricerca del Titolo numero 5. Tutto troppo scontato. Ma c’è anche dell’altro. La mancanza di scelte al Draft sarà risultata evidente, ed è stata voluta in quanto LaVine sarebbe da considerare come un asset quasi esaurito, più che una vera e propria risorsa. Averlo però considerato quasi esaurito ha fatto dimenticare quanto effettivamente bravo sia nel giocare a basket – e certamente sarebbe in grado di aiutare i Golden State Warriors a vincere delle partite. In ogni caso, sarebbe un’idea per provare a migliorare gli ultimi anni di carriera di Steph. E sarebbe un’idea allettante. Alcuni dei tifosi californiani più speranzosi vorrebbero certamente puntare ancora su Kuminga trattenendolo, ma ci sarebbe da chiedersi: la sua situazione potrà davvero terminare con un lieto fine? Senza estensione contrattuale, dopo aver incolpato il coach in conferenza nella scorsa stagione, e costantemente alla ricerca di più tiri nonostante le offensive dirette da e per Curry? Bisogna analizzare la questione per ciò che essa è: Kuminga ha bisogno di cambiare scenario, ed eccone uno per lui. Lo si considera abbastanza talentuoso ed esplosivo da potergli concedere tempo e spazio per maturare. Perciò, sarebbe giusto collocarlo in un roster che gli permetta di fare tutto ciò.

6) Missione: Marcare Jayson Tatum

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  • Cavaliers: Dillon Brooks; 
  • Rockets: Caris LeVert, Georges Niang, Second Round pick al Draft 2028 e 2029;

La totale carenza di small forward da parte dei Cleveland Cavaliers nelle ultime 3 stagioni è stata quasi esilarante. Sulla carta Darius Garland, Donovan Mitchell, Jarret Allen ed Evan Mobley sono una base fenomenale da cui partire per creare un quintetto. Che però è terminato da: Isaac Okoro. Verrebbe da chiedersi: ma davvero? Si potrebbe fare di meglio, provando ad inserire un affidabile difensore che possa fermare Jayson Tatum nelle Eastern Conference Finals tra Boston e Cleveland che tutti si aspettano. Parrebbe più semplice di quanto sia: in un quintetto colmo di scorer, serve un giocatore in grado di affrontare il migliore in campo degli avversari e metterlo al tappeto, rischiando persino l’espulsione per falli. Per gli Houston Rockets si potrebbe trattare di “addizioni ottenute da una sottrazione”: possiedono un’assoluta cacofonia di giovani talenti, ed ottenere degli asset in cambio di un giocatore su cui non puntano sul lungo periodo potrebbe essere sensato. Dillon Brooks potrebbe valere più asset al Draft di quanto scritto in precedenza, ed in effetti i Rockets potrebbero ottenere di più in termini di scelte al Draft. Ciò coinciderebbe probabilmente con una trade che coinvolge Fred VanVleet, l’altro veterano in una squadra piena di talenti emergenti. Chiaramente questa non è la turbo-trade 3-per-1 che i Rockets sembrerebbero voler attuare, e il motivo potrebbe essere che il giocatore da loro voluto non sia ancora in circolo. Si pensava a Houston come possibile destinazione per Giannis, ma non si è avverato. Ma, adesso, togliere Brooks da quel contesto creerebbe più chance e spazio per i giovani, in attesa che il fit perfetto si renda disponibile per realizzare la trade. Quando la prossima star chiederà di essere ceduto – il ché accadrà, prima o poi -, i Rockets saranno pronti a cogliere l’occasione. 

7) Intermezzo: il “Grande Swap” tra Marcus Sasser e Seth Curry

  • Hornets: Marcus Sasser; 
  • Pistons: Seth Curry;

Questa trade parla talmente tanto da sé che avrebbe poco senso approfondire il discorso.

8) Philadelphia Fold

FOTO: SB Nation
  • Pacers: Kelly Oubre Jr.; 
  • Sixers: Isaiah Jackson, Ben Sheppard e una pick al Second Round del Draft 2028; 

Scambiare Kelly Oubre Jr. per 2 giovani interessanti e una Draft pick al Second Round può essere davvero considerato come gettare la spugna? No, ma questa stagione per i Philadelphia 76ers sta conducendo rapidamente al nulla, e potrebbe esser giunto il momento di piazzare i role player, in vista dei Playoffs, prima che perdano valore. Isaiah Jackson sarebbe un solido back-up per Joel Embiid, mentre Ben Sheppard ha mostrato sprazzi di bel gioco lo scorso anno, che avevano impressionato anche coach Nick Nurse. Ma, essendo onesti, questo sarebbe un leggero reset in una stagione che, forse, era già finita prima ancora di avere inizio. Avrebbe potuto esserci una trade per Embiid, solo a scopo ludico, ma sarebbe stata realmente d’aiuto per qualcuno, o quanto meno credibile? No. Oubre Jr. è uno scorer veterano, in grado di togliere pressione offensiva dai ball-handler degli Indiana Pacers, e allo stesso tempo ampliare gli spazi e fornire stazza fisica – e questo tipo di giocatori potrebbe essere quello da cui i Philadelphia 76ers potrebbero voler trarre il massimo, prima di un reset generale in estate. Questa trade sembrerebbe poter funzionare, anche se non segnerebbe di certo la parola “fine” del mercato dei Sixers. 

9) Due autostop a Los Angeles

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  • Clippers: Gabe Vincent, Christian Wood, Jaxson Hayes; 
  • Lakers: Derrick Jones Jr., Nicholas Batum, Mo Bamba; 

Non è un segreto che il nome di Gabe Vincent sia quello più chiacchierato tra i tifosi dei Los Angeles Lakers in ottica trade – basta controllare la Fanspo trade machine per verificare che ogni giorno Vincent sia presente in top-20. Inoltre, i Los Angeles Clippers potrebbero trovare interessante lo stile di gioco di Christian Wood (se in salute), e dello stesso Vincent, al fianco di Jaxson Hayes che “forse potrebbe provare in lob”. Se in salute, Vincent potrebbe essere un solido ball-handler da affiancare a James Harden, e quanto meno entrambi hanno uno stile di gioco offensivo e potrebbero generare situazioni “da lob”.. o qualcosa di simile. Nel mentre, i Los Angeles Lakers sono in modalità “proviamole tutte”, escludendo una cessione di Anthony Davis. Perciò, sia Derrick Jones Jr. che Nicholas Batum potrebbero essere 2 valide opzioni da sfruttare dal perimetro – specialmente negli angoli – e anche Mo Bamba potrebbe diventare un centro utile in quel contesto, nonostante il declino della sua carriera. E se non dovesse funzionare, cosa importa? Per entrambe le franchigie il destino sembra già segnato a prescindere.

10) Jimmy Blue Suede Shoes

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  • Grizzlies: Jimmy Butler; 
  • Heat: Desmond Bane, Brandon Clarke, Scotty Pippen Jr. (scambiabile entro il 13 gennaio), GG Jackson, una First Round pick al Draft 2027 e 2029;

Se quest’articolo fosse stato uno show di Natale, questo sarebbe l’evento principale, insieme alla trade numero 15. Sembrerebbe che infine, mestamente, la fine dei Miami Heat sia arrivata, e i giorni di Jimmy Butler come fiero condottiero ed esponente della Heat Culture siano contati. Ma dove potrebbe trasferirsi e quanto gli converrebbe farlo? Per quanto riguarda i Memphis Grizzlies, Butler varrebbe l’intero pacchetto menzionato in precedenza, che comprende anche Desmond Bane e 2 scelte al First Round del Draft – scelta che potrebbe anche essere un tremendo errore per la franchigia della Bluff City. Ma questo sarebbe il prezzo semmai le franchigie dovessero sedersi a trattare, e sembrerebbe arduo controbilanciare il peso contrattuale senza coinvolgere Bane. Quest’ultimo potrebbe rendere il boccone meno amaro per Miami, che al contempo potrebbe provare a costruire progetti futuri attorno a Bam Adebayo e lo stesso Desmond, con al fianco altrettanti giocatori adatti ed adattabili alla Heat Culture come Scotty Pippen Jr. e GG Jackson. Sarebbe un saluto doloroso, poiché Butler è stato il miglior giocatore in 3 Conference Finals e 2 NBA Finals negli ultimi 4 anni. Non è una superstar che avanza con l’età, ma un uomo certificato dai più alti servizi di Stato. I Memphis Grizzlies cederanno alle richieste di Pat Riley? Non si sa, ma sarebbe una mossa incredibile per il GM Zach Kleiman per ottenere un’altra star da affiancare a Ja Morant, per provare a mettere a ferro e fuoco ulteriormente la Western Conference. Sarebbe un rischio, ma potrebbe funzionare.

11) L’ultima corsa al Titolo di Chris Paul

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  • Timberwolves: Chris Paul, Malaki Branham; 
  • Spurs: Mike Conley, Luka Garza, Second Round pick al Draft 2029 e 2031; 

Ci sono parecchi dubbi su chi tra Chris Paul e Mike Conley possa risultare migliore attualmente, perciò è stato inserito anche Malaki Branham, recentemente selezionato al primo giro del Draft, ma che non ha finora impressionato particolarmente, per bilanciare il fatto che i San Antonio Spurs cambino la loro point guard così rapidamente, ottenendo però qualche asset futuro. Un periodo davvero lungo. In sintesi, Chris Paul è stato inserito in un contesto da contender come i Minnesota Timberwolves, mentre gli Spurs opterebbero per un veterano dalle caratteristiche simili, oltre che ottenere le scelte al Draft. Branham ha mostrato sprazzi interessanti l’anno scorso, ma non è inamovibile e renderebbe meno amara la pillola ai T-Wolves per cedere le loro scelte al Draft. Se i Timberwolves dovessero riuscire a raggiungere i Playoffs, CP3 sarebbe in grado di aiutarli a portare a termine il loro obiettivo. Ed è una di quelle trade abbastanza strane, ma non davvero necessarie. Con lo scenario creato dal Second Apron, le scelte al Second Round potrebbero diventare più interessanti d’ora in avanti, per qualsiasi squadra voglia scovare talenti nascosti a buon mercato. Gli Spurs potrebbero corrispondere all’identikit di questa franchigia, dando anche a Point God l’ultima chance per il Titolo prima del ritiro. 

12) Jakob “Non più valevole una First Round Pick” Poeltl approda nella Grande Mela

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  • Knicks: Jakob Poeltl; 
  • Raptors: Mitchell Robinson, Miles McBride, Ariel Hukporti, Second Round pick al Draft 2026 (via Warriors) e 2027 (via Bucks);

Due centri stazionari, dal fisico possente, entrambi favorevoli e utili alla rim-protection, all’interno di un contesto simile al Purgatorio della Eastern Conference. Signore e Signori, ecco la trade perfetta per Jakob Poeltl. I New York Knicks dovrebbero smettere di sperare che Mitchell Robinson possa tornare allo stato di forma avuto nella post-season del 2023. Si è trattato di un periodo impressionante per lui, però rimane un giocatore esposto al rischio d’infortuni. Jakob Poeltl potrebbe esser preso a prezzo di saldo, più che mai nella sua carriera, e includere Miles McBride fluidificherebbe le trattative dal punto di vista dei Toronto Raptors. Un giovane e un giocatore affidabile in cambio di un solido veterano. Uno scenario di mercato vecchio come il mondo.

13) Perché dovevano prendere qualcuno

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  • OKC: John Collins;
  • Jazz: Aaron Wiggins, Ousmane Dieng, Jaylin Williams, Jones, una First Round pick al Draft 2025;

Questo sarebbe stato il classico intermezzo, se quest’articolo fosse stato uno show natalizio, da mandare in onda tra uno spot pubblicitario ed un’intervista all’agente di Jimmy Butler in cui ricorda al mondo quanto egli detesti Shams Charania. Non si sa bene cosa stia accadendo, ma sarebbe giunto il momento in cui Sam Presti faccia fruttare le migliaia di Draft picks a sua disposizione per migliorare le rotazioni degli Oklahoma City Thunder. Chiunque potrebbe finire ad OKC, per renderli più pericolosi. Hanno più asset di chiunque, abbastanza scelte al Draft da poter rinunciare a qualsiasi offerta o proporne altrettante, e sono alla ricerca di mettere a segno la nuova versione della trade che portò Kevin Durant ai Golden State Warriors. Ma per i fini di quest’articolo, i Thunder sono stati trattati come quella squadra di Staz (Don’t Lie) davvero troppo forte, contro la quale tutti gli altri membri della lega cospirano e nessuno vuole fare trade. John Collins è un upgrade di tutto rispetto all’interno di queste rotazioni, e gli Utah Jazz sarebbero tra le poche squadre a non batter ciglio pur dovendo cedere un giocatore solido ed affidabile in cambio di 4 giovani talenti. Si tratta di uno special tipico di Danny Ainge, e non ci si dovrebbe sorprendere se riuscisse ad inserire anche una scelta al First Round al pacchetto – c’è poco da scherzare, Collins finora ha performato talmente bene, ed i Thunder altrettanto, da poter loro permettere di cedere qualcuno dei loro infiniti asset futuri. Ma i Thunder accetteranno tutto questo? Il loro “colpo” più recente è stato l’arrivo di Gordon Hayward dagli Charlotte Hornets lo scorso anno, che subito dopo si è ritirato dopo non esser sceso quasi mai in campo. Perciò Sam Presti confiderà ancora su questo roster, confermando le scelte fatte in precedenza, oppure opterà per un giocatore come John Collins – o altri nomi più intriganti?

14) La difensa conta in una serie Playoffs?

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  • Suns: Robert Williams III, Matisse Thybulle;
  • Trail Blazers: Jusuf Nurkic, Josh Okogie, una First Round pick al Draft 2031; 

Citando Gandalf Il Grigio, questa trade potrebbe appellarsi “Il respiro profondo prima del balzo”, considerando ciò che aspetta alla numero 15. Il duo difensivo dei Portland Trail Blazers potrebbe cambiare aria, in direzione Phoenix Suns, con il solo scopo di difendere sugli avversari. I Suns sono stati massacrati da Anthony Edwards nella passata stagione, e devastati da Nikola Jokic l’anno prima. Difendere sui centri e sulle ali, tra i principali compiti durante i Playoffs, non è proprio la specialità di casa in Arizona, ed ottenere un rim-protector ed un difensore indemoniato sul perimetro sarebbero un toccasana. Perderebbero qualcosa in fase offensiva senza Jusuf Nurkic, ma la trade bilancerebbe questa perdita. Scambiare le ultime risorse in ottica Draft in cambio di giocatori dall’attitudine difensiva può essere rischioso, ma è pur vero che Kevin Durant non potrà giocare fino al 2031. Si tratta di una nuova musica di origine più recente. Nurkic di ritorno a Portland sarebbe oggettivamente comico, e si pensa che i Portland Trail Blazers possano cederlo velocemente per qualche Second Round pick ad una terza franchigia, poiché i suoi servigi non dovrebbero essere richiesti dai Blazers. Qualunque cosa bolla nella loro pentola.

15) Magic Kingdom

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  • Magic: De’Aaron Fox;
  • Kings: Cole Anthony, Kentavious Caldwell-Pope, First Round pick (non protette) al Draft 2026, 2028, 2030; 

Questa è la vera e propria Notte Stellata di Van Gogh di quest’articolo, l’opera d’arte. Gli Orlando Magic hanno modo di aggregare contratti (anche pesanti), possiedono parecchie scelte al Draft e hanno un vero e proprio problema: il ruolo della point guard. Chi sarebbe il migliore per colmare questa lacuna, in una squadra che prova a mantenersi in salute in ottica futura? I Sacramento Kings potrebbero sembrare una contender andata all-in con i loro Big Three, Domantas Sabonis, De’Aaron Fox e DeMar DeRozan, ma in realtà non lo sono. Possiedono praticamente tutte le loro Draft pick da qui in avanti, e possono permettersi di poter ricostruire senza necessariamente dover disfare tutto. Non devono necessariamente cedere Fox, e potrebbero provare a modellare i margini del roster per migliorarsi. Ma i Magic dovrebbero quanto meno provare a presentare un’offerta per lui, se fossero confermati i rumor circa una sua apertura alla trade. Tre scelte al First Round – ed anche qualche swap – dovrebbero equilibrare il tutto, ed Orlando potrebbe finalmente ottenere i suoi Big Three, per trasformare la squadra degli infortunati Paolo Banchero e Franz Wagner in una vera e propria contender della Western Conference. Si, Banchero e Wagner sono infortunati e lo saranno ancora a lungo, ma nessuno dei due è fuori dai giochi per il resto dell’annata. I Magic possiedono le risorse per poter realizzare la trade, e quindi è solo questione di tempo affinché il loro status cambi da “prossima speranza” a “all-in”. Questo è il tipo esatto di trade moderna di cui la NBA ha bisogno: crea una contender dal nulla, senza quasi danneggiarne un’altra. Non si tratta meramente di Draft pick o della conference, e neppure di 6 in cambio di Mikal Bridges, poiché s’incastra perfettamente con progetto e tempismo di entrambe le squadre. I Kings non saranno felici di questa proposta, ma per loro sarebbe il terzo anno consecutivo in cui verrebbero sopraffatti da qualcun altro nel West. Fox è il classico giocatore tutto anima e cuore, che difficilmente raggiungerà la Terra Promessa con la sua prima squadra in NBA. Basta pensare ad Anthony Davis ai Pelicans. Ma gli dovrebbe esser concessa la possibilità di contendere per il Titolo. I Kings farebbero un favore all’intera lega, accettando la loro realtà, e rendendo la NBA un campionato migliore.


Infine, non tutti ne usciranno migliorati, ma quanto meno hanno ottenuto qualcosa di utile – che si tratti di un asset futuro, di un giovane talento o di un giocatore utile nel reset generale. Se si pensa che la propria squadra del cuore ne uscirebbe ridimensionata, va ricordato che la NBA è una lega la cui equazione da sempre 0. Ci sono 615 vittorie totali a disposizione, e ci saranno vincitori e perdenti ad ogni interazione. Se non si ottiene il giocatore che si vuole, si spera che almeno si sia ottenuta una nuova prospettiva. Ma, come ogni grande artista farebbe, siamo certi di aver fatto alzare sopracciglia ed aprir bocche nello scrivere questo assurdo, modernista e anarco-astrattista ritratto della NBA. E come ogni altro tipo di arte, c’è bisogno che venga rivisto e criticato. Altre possibili trade non menzionate? Paul George ai Golden State Warriors? Anthony Davis… agli Charlotte Hornets? Qualsiasi cosa può essere sognata – all’interno dei confini della CBA. Basta lasciarsi andare con l’immaginazione, e forse la NBA esaudirà i desideri.