Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La guardia dei Golden State Warriors, Stephen Curry, non ha molto spazio libero all’interno della sua stanza dei trofei, per via dei suoi 2 titoli MVP più 1 MVP delle NBA Finals, 1 Joe Dumars Trophy ed 1 NBA Sportsmanship Award. All’età di 36 anni, l’unico trofeo mancante per Curry è proprio una medaglia d’oro, che potrebbe vincere per la prima volta ai Giochi Olimpici di Parigi. 

“Sono sorpreso che molta gente si stia rendendo conto che questa sia la mia prima partecipazione alle Olimpiadi. Ho già giocato per Team USA nel 2010 e nel 2014, partecipando alla World Championship. Ma ho perso ben 3 opportunità di andare alle Olimpiadi da quando faccio parte di questa lega. Perciò sono davvero entusiasta. Ho un pò d’esperienza con le regole FIBA. La nostra squadra è davvero fenomenale. Parigi, in cui si disputerà la competizione mondiale, non sarà una passeggiata. Sarà dura vincere per noi.”

“Personalmente si tratta di una delle poche cose che non sono riuscito a vivere: essere un Olimpico. Spero di poter vincere l’Oro. In questo stadio della mia carriera, è una grande opportunità per me anche solo poter essere presente e divertirmi giocando a basket. Si tratta di pura espressione del gioco del basket. Tutti proviamo e vogliamo vincere, ed è molto bello.”

Stephen Curry

Curry ha giocato per Team USA nel 2007 nel corso della World Championship Under 19, al termine della quale ha vinto la medaglia d’argento. Conta sporadiche presenze nella World Championship del 2010, in cui Team USA ha vinto l’oro annoverando in roster Chauncey Billups, Kevin Durant e Derrick Rose. Infine, Curry faceva parte del quintetto iniziale durante la World Championship del 2014. Perciò, come mai Steph non ha giocato alle Olimpiadi del 2012, 2016 e 2020? C’erano varie ragioni, ma con Golden State out dalla postseason 2024, certamente Curry ha avuto tutto il tempo di prepararsi al meglio per le Olimpiadi parigine. 

“Nel 2012 non sono stato selezionato perché non ero al livello richiesto. Nel 2016 ero reduce dalle Finals e credevo che non avrei avuto il giusto riposo per prepararmi alla stagione successiva. E nel 2020 è stato l’anno del Covid. Non ricordo cosa stesse accadendo all’interno della mia famiglia in quel periodo, ma non era un buon momento per me.”

“Draymond [Green, ndr] ci ha giocato. Le ha vinte 2 volte, nel 2016 e 2020. E ovviamente sono stato ad osservarlo. Quest’anno si sono allineati i pianeti. Ed è bellissimo. Ovviamente ho avuto del tempo libero per allenarmi in vista di Parigi. Tutto fantastico.”

Stephen Curry

Il seguente è un Q&A di Curry ad Andscape, nel quale Steph racconta della sua presenza alle Olimpiadi di Atlanta 1996 da ragazzino, dell’addio dello storico compagno di back court, Klay Thompson, della situazione dei Warriors, del futuro con la sua amatissima franchigia ed infine di ciò che ha intenzione di fare al di fuori delle Olimpiadi di Parigi.

FOTO: Andscape

Da piccolo guardavi le Olimpiadi?

I miei primi ricordi delle Olimpiadi risalgono a quando si sono tenute negli USA, nel 1996 ad Atlanta. Ci siamo andati viaggiando dalla mia città natale, Charlotte, ad Atlanta. Abbiamo assistito ed una gara di nuoto (del Pre-Olimpico). Mi ricordo che stavamo in varie case in affitto per qualche settimana. La mia madrina lavorava per la Nike in quel periodo, ed avevano già dell’esperienza che hanno dimostrato. Ero solo un ragazzino ed ho affrontato la cosa divertendomi. C’era un gran caos per le partite. Ero già stato ad Atlanta in precedenza. Si è trattata di un’atmosfera ed un’energia del tutto differente, in scala ingrandita. Non sono più stato tanto vicino alle Olimpiadi da allora.

Sei entusiasta di partecipare alla Cerimonia d’Apertura venerdì?

Certamente. Ricordo che osservavo le Cerimonie d’Apertura e tutti coloro che si trovavano attorno alla pista, con le varie bandiere. Tutti sono in visibilio in quella situazione, per quell’esperienza vissuta. Tutti hanno i telefoni in mano. Ricordo che nel 2016 gli atleti che incontravano i ragazzi della NBA (di Team USA) si fermavano a chiedere delle foto mentre aspettavano di iniziare. E poi hanno postato tutto sui vari social. Quindi ho già visto quella parte, ma non so se indosseremo l’outfit delle Olimpiadi. Non so come sarà la Cerimonia a Parigi, ma sono entusiasta di farne parte.

Tua moglie ed i tuoi figli verranno a Parigi?

No. Mia moglie potrebbe venire nell’ultima settimana, quando inizierà la corsa alle medaglie. Abbiamo un bimbo piccolo, perciò è più difficile viaggiare.

Che valore ha, non solo far parte dello stellare e rinomato Team USA, ma giocare anche al fianco di LeBron James per la prima volta?

Chiaramente, io e LeBron James non siamo mai stati compagni di squadra in un contesto realmente competitivo. Capire come il nostro stile di gioco si adatti e migliori entrambi è stato davvero fantastico finora.. Tutti sono qui, a divertirsi, comprendendo il momento dall’inizio alla fine. Il nostro Team annovera: me stesso, KD, LeBron, 2 Campioni NBA, ovvero Jason Tatum e Jrue Holiday, poi Joel Embiid. So che probabilmente sarà la mia prima ed unica esperienza alle Olimpiadi, giocando al fianco di campioni con i quali probabilmente non giocherò più, in un contesto realmente competitivo; è speciale. Io, KD e LeBron abbiamo fatto la stessa foto che Michael Jordan, Larry Bird e Magic Johnson hanno fatto nel 1992. Non vedo l’ora di averla appesa alla mia parete con firme e dediche. Per me è un onore, visto ciò che abbiamo ottenuto nelle nostre carriere. Il fatto di essere tra i più esperti, insieme a Bron è incredibile. 

Parlando della situazione dei Warriors, cosa pensi che accadrà dopo l’addio di Klay Thompson?

Per adesso è davvero strano. Non ho ancora assimilato le emozioni, perché è una di quelle cose che non si realizzano fin quando non si arriva ad ottobre, ed andando nello spogliatoio in cui ogni volto e suono è familiare al Chase Center. Tutto giunge alla sua fine, prima o poi. Speravo potesse andare diversamente. Speravo potessimo andare avanti verso il tramonto delle carriere, tutti e 3 – io, Klay e Draymond Green – fino alla fine ai Golden State Warriors. Klay ha preso la scelta che pensava migliore per sé stesso. Ciò che eravamo in grado di fare, e per tutto il tempo per cui siamo riusciti a farlo insieme, è davvero speciale, e parla da sé per il lavoro svolto. Quindi scelgo di celebrare tutto ciò che siamo riusciti ad ottenere e le esperienze vissute, anziché provare una qualsiasi forma di risentimento o essere infastidito da tutto ciò. Tuttavia, è ancora molto strano per me. 

C’è qualcosa che vorresti vedere, in termini di miglioramenti, all’interno del roster dei Warriors da parte del management? Avete bisogno di un altro scorer?

Dico sempre che voglio vincere, e capisco quanto vincere sia difficile in questa lega. Non so ancora cosa saremo. È difficile poter immaginare tutti i cambiamenti che sono avvenuti. So che abbiamo del talento pronto a sbocciare, ad esempio Jonathan Kuminga, Brandon Podziemski e Trayce Jackson-Davis. Abbiamo anche preso De’Anthony Melton, Kyle Anderson e Buddy Hield. Sarà abbastanza differente. Dovremo fare i giusti accorgimenti per evolverci e massimizzare le nostre abilità di gioco. Sono ottimista e penso che tutto funzionerà al meglio, riuscendo ad essere una contendente fino a quando saremo in competizione. Questa è l’unica cosa che riesco a pensare in questo momento. 

Hai visto le squadre poco brillanti in cui Kobe Bryant e Dirk Nowitzki hanno giocato al termine delle loro carriere, rimanendo fedeli alla loro squadra. Dovremo supporre che ti andrà bene giocare al fianco di chiunque per il resto della tua carriera, a costo di giocare solo per i Warriors?

È dura, non è vero? Ho sempre detto di voler essere un Warrior a vita. A questo punto della mia carriera penso che sia possibile. E si può rimanere competitivi, ma ciò non è una garanzia di vittoria del Titolo. Non si traduce automaticamente in vittoria. Vincere è sempre la priorità, ma è comunque una cosa realizzabile e realistica. Non è detto che accada. Bisogna rimescolare le carte e mantenersi in evoluzione con le modalità di sviluppo della lega attuale – con il livello al quale alcune squadre sono giunte. Prendo tutto un passo alla volta, ad essere sincero. Ritengo sia l’unico modo di preservare la mia felicità. Inoltre, mi permette di divertimi ed essere me stesso mentre gioco. Ed io continuerò a prendere decisioni per il mio meglio e della mia carriera, se mi si chiedesse di immaginare come sarà. Voglio vincere. Mettiamola in questo modo, è una maniera complicata di dire che se saremo l’ultima ruota del carro, e sarà solo perché voglio rimanere lì a tutti i costi, sarebbe dura per me. Ma non credo che tutto ciò avverrà. 

FOTO: Andscape

Hai in mente di andare a Parigi o Lille o di assistere ad altri eventi Olimpici?

Voglio andare al campo da golf al Le Golf National. Voglio vedere il beach volley. C’è parecchia pallavolo nel mio sangue (la mamma e la sorella di Curry hanno giocato a pallavolo al college). Vorrei vedere di persona la sprinter Sha’Carri Richardson. Queste sono le 3 cose principali. Il resto dipenderà dal tempismo. In generale, voglio essere un tifoso. Darò un’occhiata alla lista degli eventi e sceglierò il migliore a cui poter assistere. Tiro con l’arco, o qualcosa di incredibile, di fuori dagli schemi. Sono già stato a Parigi e svolto tour turistici. Sono stato al Louvre, ai musei d’arte. Sono stato in cima alla Tour Eiffel. Se dovessi avere del tempo libero, cercherò di assistere a quanti più eventi sportivi, vedere e sentire tutto ciò che ha a che fare con le Olimpiadi. Sono davvero entusiasta. Ma bisogna avere equilibrio. Bisogna concentrarsi sul lavoro, ma essere consapevoli che non si ripeterà un’esperienza simile. Quindi, cercherò di ottenere il massimo. 

Cosa significherebbe per te vincere la Medaglia d’Oro?

Letteralmente, il mondo. Ci si impegna per compiere certe imprese. Si comprende la sfida che si sta affrontando per riuscire a fare tutto ciò. Si tratta di storia. Lo stage Olimpico ha scritto la storia di questo sport. Dal 1992, da quando il Dream Team è sceso in campo, fino ad oggi, Team USA ha avuto un estremo dominio ed è il nostro dovere dare seguito a tutto ciò. Perciò questa è la mia visione: essere sul quel palco, con l’inno nazionale e la Medaglia d’Oro. È per questo che sono qui. 

Cosa significa avere sul proprio petto la bandiera USA, visto ciò che sta accadendo nella tua nazione?

È interessante sapere che quest’anno ci siano le elezioni. So che la mia nazione si trova in una situazione interessante per adesso. Ma credo solo in ciò che rappresentiamo. Il fatto di rappresentare noi stessi e le nostre famiglie ci renderà davvero fieri. Renderemo fiere le nostre famiglie. So che permetterà di parlare di temi importanti, mostrando ciò che l’amore, il rispetto e la gratitudine vogliano davvero dire nel modo in cui rappresenteremo la nostra nazione, e di come ci prepareremo per farlo. Lo sport riunisce davvero tantissime persone. In questo momento, sappiamo già di cosa si stia parlando. Non voglio dire che risolverà alcuni dei nostri problemi nazionali, o come andranno le elezioni e roba simile. Sono solo felice di sapere che avremo modo di cambiare il modo in cui si concepirà il valore della rappresentanza di una nazione.