Nessuno è perfetto: tra tanti Draft stellari da parte di San Antonio, alcune scelte ricche di rimpianti ne sono la dimostrazione.

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FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Will Eudy per Air Alamo, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


Nel corso degli anni, i San Antonio Spurs sono stati spesso lodati per l’eccezionale lavoro svolto nei Draft. Hanno effettuato alcune delle chiamate migliori della storia, dai talenti all-timer alle perle nascoste alla Manu Ginóbili. Da David Robinson a Tim Duncan (che oggi compie 48 anni) per il passato a Victor Wembanyama per il futuro, San Antonio ha costruito la propria cultura sul Draft Ma, a volte, anche le migliori organizzazioni possono sbagliare, seppur di poco: ecco a voi, in ordine cronologico, 5 stelle NBA sfuggite per… una sola scelta!


#5: Karl Malone, 1985

Scelto alla 13 dagli Utah Jazz nel 1985, con cui resterà per 13 stagioni, Karl Malone è stato uno dei migliori giocatori degli anni ’90 nonché ancora oggi terzo miglior scorer all-time. In quell’anno, San Antonio scelse Alfredrick Hughes con la pick n. 14, che giocò solo un anno in NBA segnando 5.2 punti di media. Non proprio un bottino alla Malone. Immaginate un duo con lui e David Robinson… per una sola scelta di distanza, non è venuta a crearsi quella che sarebbe stata una delle coppie di lunghi più fisiche e dure di sempre.

4: Glen Rice, 1989

Salto in avanti di 4 anni, ed il 1989 non è un anno qualunque per gli Spurs: da quella stagione, infatti, David Robinson (scelto alla prima assoluta nel 1987) iniziò a giocare per i texani dopo aver completato i 2 anni in Marina. Nel Draft dell’89, San Antonio scelse Sean Elliott, con la terza chiamata assoluta. Peccato che, con la quarta, i Miami Heat scelsero Glen Rice.
Elliott ha sicuramente avuto un’ottima carriera a San Antonio, e ancora oggi è in contatto con l’organizzazione, ma rimane in questione il fatto che Rice sia stato un giocatore complessivamente migliore: 3 selezioni all’All-Star Game contro le 2 di Elliott, e ben 7.000 punti in più segnati in carriera.

Inoltre, il prodotto di Michigan sarebbe stato un fit migliore accanto a Robinson, e avrebbe forse aiutato la franchigia ad alzare al cielo il primo titolo prima dell’arrivo di Tim Duncan. In generale un rimpianto concreto, ma comunque superabile.

#3: Jimmy Butler, 2011

Il 2011 è stato un anno in cui gli Spurs hanno avuto più pressione del solito sulle spalle: dopo 60 vittorie e il primo posto a Ovest, infatti, furono bruscamente eliminati dai Memphis Grizzlies, ottavi, al primo turno. Con i Big Three che iniziavano a sentire il peso dell’età, l’organizzazione aveva bisogno di ritrovare talento giovane e pronto: quale miglior nome di Kawhi Leonard, scelto alla 15 dopo un trade un con Indiana?

La sua aggiunta fu decisiva per il successo di San Antonio negli anni successivi, con due Finals consecutive e un titolo tra il 2013 e il 2014. Molti, però, dimenticano la 29esima scelta di SA, che finì per materializzarsi in Cory Joseph: alla 30, tuttavia, i Chicago Bulls scelsero Jimmy Butler.

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FOTO: USA Today

Cosa sarebbe successo con Butler ad aggiuungersi a quel roster già stellare? Non solo le chance di ulteriori vittorie nell’immediato sarebbero aumentate, ma con esse anche la possibilità di vedere Kawhi a San Antonio per più tempo.

#2: Rudy Gobert, 2013

Nel 2013, proprio dopo una dolorosissima sconfitta alle Finals contro Miami, San Antonio si concentrò per ristrutturare il core del roster e mantenerlo competitivo anche per la stagione successiva, cosa che effettivamente accadde, visto il quinto e ultimo anello conquistato. Un mezzo per far ciò non fu però il Draft, visto che selezionarono tale Livio Jean-Charles, francese, con la 28esima chiamata assoluta. Leggete il suo nome ma non vi ricorda nessuno in particolare? Non vi preoccupate, è normale: Jean-Charles è infatti stato l’unico giocatore del primo giro di quel Draft a non aver mai giocato una singola partita in NBA.

Non solo: quell’anno gli Spurs arrivarono anche a una sola chiamata dalla selezione di Rudy Gobert, ingaggiato poi dagli Utah Jazz con la pick n. 27. Il francese avrebbe poi, come sappiamo, vinto 3 (per ora…) premi di Defensive Player of the Year. Passare da Tim Duncan a lui, a livello difensivo, non sarebbe stato affatto male.

#1: Tyrese Haliburton, 2020

Ultimo in ordine cronologico, Tyrese Haliburton ci riporta al Draft 2020. San Antonio, con la undicesima scelta in quel Draft, aveva monitorato molto giocatori, e diversi rumor davano per certa la chiamata del prodotto di Iowa State nel corso di quella notte. La scelta, alla fine, ricadde su Devin Vassell, tutt’altro che un brutto giocatore, ma non al livello di Haliburton, scelto dai Sacramento Kings e oggi perno degli Indiana Pacers, con i quali ha anche conquistato due presenze all’All-Star Game. Immaginate cosa avrebbero potuto fare lui e Victor Wembanyama insieme…