FOTO: Heat Nation

Questo contenuto è tratto da un articolo di Tyler Rucker per Sportskeeda, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


Nella passata stagione Zach LaVine e i suoi Chicago Bulls erano sulle vette dell’NBA, ma per il momento questa stagione sta prendendo la piega opposta e sicuramente quella non sperata. Per quasi tutto l’anno scorso, infatti, i Bulls erano tra le più grandi sorprese della stagione grazie ad una striscia di 15 vittorie consecutive che aiutò a tornare ai Playoffs quattro anni dopo l’ultima volta.


Dopo esser stati anche nella prima posizione della Eastern Conference con un record i 26-10, i Bulls furono colpiti da numerosi infortuni e chiusero con un record 46-36 che valse il sesto seed. Con LaVine e DeMar DeRozan Chicago poteva contare su un grande talento in termini di scoring e Lonzo Ball doveva essere l’elemento d’equilibrio grazie alle sue eccellenti doti difensive e al suo playmaking. L’ex Pelicans, tuttavia, è assente dal parquet da quasi un anno a causa di un infortunio al ginocchio che lo ha costretto anche a doversi operare.

Attualmente i Chicago Bulls si trovano decimi con diciassette vittorie e ventuno sconfitte. L’incostanza fa da padrona e le tensioni potrebbero essere sempre maggiori, con una situazione già allarmante di cui abbiamo parlato QUI. Secondo anche quanto riporta l’insider dei Chicago Bulls K.C. Johnson, lo stesso Zach LaVine ha discusso con la dirigenza il suo ruolo all’interno della franchigia. Di seguito le parole di Johnson.

“Mi hanno detto che più volte LaVIne in privato con l’organizzazione ha messo in dubbio il suo ruolo all’interno della franchigia.”

Zach LaVine è stato un pezzo importantissimo del rebuilding dei Chicago Bulls sin dall’avvio del processo. Inizialmente fu draftato dai Minnesota Timberwolves, ma poi approdò nella Wind City grazie alla trade che permise a Jimmy Butler di fare il percorso inverso nell’offseason del 2017. Da lì LaVine si è dimostrato uno dei migliori scorer della lega e nelle ultime due stagioni è stato convocato all’All-Star Game viaggiando con una media di 25.8 punti a partita insieme a 4.8 rimbalzi, 4.7 assist ed ottime percentuali come il 49% dal campo o il 40% dall’arco.

I Chicago Bulls hanno deciso di investire su Zach LaVine per il futuro quando nella scorsa offseason gli hanno proposto un quinquennale da $215 milioni complessivi che lui ha accettato. La loro speranza è ovviamente di invertire questa tendenza negativa e farsi spazio tra le contender nella Eastern Conference. Il tempo ci dirà se la strada imboccata è quella giusta e se i Bulls apporteranno dei cambiamenti al roster. Hanno battuto nella notte dei Brooklyn Nets reduci da ben dodici vittorie consecutive e si apprestano ora ad affrontare i Philadelphia 76ers.

In attesa che le cose, ipoteticamente, si sistemino, numerose squadre sono già appostate pronte allo sciacallaggio tipico dei tempi di trade deadline, con LaVine che diventerà tarde eligible dal 15 gennaio. Qualora i Bulls dovessero smantellarsi internamente, ecco una lista stilata da Michael Scotto di HoopsHype per quanto riguarda la corsa al giocatore:

  • New York Knicks, che potrebbero offrire le loro numero prime scelte future a disposizione: tutte le proprie first-round pick dei prossimi anni, più quelle di Dallas (2023, protetta 1-10), Detroit (2023, protetta 1-18), Washington (2023, protetta 1-14) e Milwaukee (2025, protetta 1-14). Un mare di asset e un collegamente già pronto con il giocatore (ne parlammo QUI) ne farebbero la candidata numero uno;
  • Los Angeles Lakers, con decisamente meno asset a disposizione ma dotati di vari agganci con LaVine, a partire dall’esperienza collegiale del giocatore a UCLA fino al più significativo legame con Klutch Sports e l’agente Rich Paul;
  • Miami Heat, che potrebbero usare Tyler Herro come contropartita;
  • Dallas Mavericks, i quali non vogliono però separarsi da una prima scelta a meno di una mossa che reputino essenziale a svoltare la loro stagione, sempre secondo HoopsHype

Tutte queste opzioni, in caso il malumore a Chicago salisse, sembrano sensate, e potrebbero non restare le uniche sul lungo periodo. I Bulls dovranno risolvere al più presto le frizioni interne se vorranno preservare Zach LaVine per il tempo sperato.