Questo contenuto è tratto da un articolo di Josh Paredes per Air Alamo, tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.


Nota: questo articolo è stato inizialmente pubblicato dall’autore il 7 Agosto 2021. Per onorare l’ingresso di Gregg Popovich nella Hall of Fame, l’articolo è stato ripubblicato con alcuni commenti aggiuntivi, riportati in corsivo.


“I giocatori sono frustrati dal fatto di dover giocare gli schemi offensivi degli Spurs”, disse Joe Vardon dopo la sconfitta di Team USA contro la Francia nella fase a gironi. Ora quei ragazzi “frustrati” sono immortalati per sempre come vincitori della medaglia d’oro olimpica sotto la guida di Gregg Popovich.

Di certo non si è trattato del percorso più semplice mai avuto dagli Stati Uniti verso una medaglia d’oro, ma era proprio così che Popovich l’aveva previsto. Il Mantra del leggendario coach degli Spurs da quando si era formata la squadra era sempre stato quello di avere considerazione e un adeguato livello di paura degli avversari. Con squadre come Francia, Australia e Slovenia perfettamente in grado di vincere il torneo olimpico di Tokyo, la nazionale di Popovich è riuscita ad avere la meglio, pur con un gruppo nato all’ultimo minuto.

Sicuramente Team USA non sarebbe riuscita a compiere la missione senza la sua superstar, Kevin Durant. Anche il neo campione NBA Jrue Holiday è stato altrettanto importante. Ma proprio come ha ricevuto molte critiche dopo le sconfitte iniziali, buona parte del merito spetta anche a coach Pop.

Prima di arrivare al nocciolo della questione, iniziamo dalle considerazioni oggettive. Visto da fuori, capisco per quale motivo la gente possa irritarsi nei confronti di Popovich, a volte. È poco disponibile con i reporter, spesso impaziente, e a volte anche scontroso quando gli vengono poste domande che ritiene ridicole. Detto ciò, il modo in cui è stato messo in dubbio, disprezzato e attaccato mentre lavorava per portare a casa l’oro non andrebbe dimenticato.

Nonostante ci siano stati diversi hater, voglio concentrarmi su un colpevole in particolare: un giornalista di The Ahtletic che prova rancore verso Popovich da qualche anno.

Il passato di Joe Vardon nei confronti di coach Popovich

Joe Vardon, giornalista senior NBA per The Athletic, era neutrale nei confronti di Popovich, e qualche volta anche prodigo di complimenti. Facendo base a Cleveland, aveva raccontato in più occasioni l’adorazione di LeBron James nei confronti del coach degli Spurs.

(L’articolo originale riportava diversi tweet di Joe Vardon che ora non sono più disponibili. Quei tweet verranno riportati come citazioni).

“Pop sarà il coach del West all’All-Star Game. NON VEDO L’ORA”.

Joe Vardon (@joevardon), 27 gennaio 2016

E ancora:

“Gregg Popovich è stato sensazionale nel briefing prepartita di oggi”

Joe Vardon (@joevardon), 11 agosto 2020

Tuttavia, c’erano anche segnali di come non fosse particolarmente entusiasta del modo in cui Popovich gestisse il rapporto con i giornalisti come lui.

“Ty non è irrispettoso come Pop, e questo lo apprezzo. È bello lavorare con lui, c’è stato un bello scambio ieri sera”

Joe Vardon (@joevardon), 14 dicembre 2016

Eppure, come inviato ufficiale di The Athletic presso Team USA, Vardon ha dipinto Pop in maniera sostanzialmente positiva durante i mondiali del 2019, in cui la squadra fallì e arrivo al settimo posto. In questo pezzo relativo alle famigerate cene di squadra di Popovich, diede merito al coach per aver aiutato a sviluppare un legame di squadra più forte rispetto alle selezioni statunitensi precedenti.

Dopo il deludente piazzamento finale, Vardon sembrò difendere Popovich (in un articolo a pagamento), indicando la scarsa qualità del roster come problema principale. Una squadra almeno lontanamente simile a quella che aveva partecipato alle ultime Olimpiadi sarebbe stata “notevolmente migliore”, scrisse. Tenete in mente queste considerazioni mentre andiamo “avanti veloce” fino alle Olimpiadi 2021.

Dopo una sorprendente sconfitta in amichevole contro la Nigeria, Vardon parlò diversamente di coach Pop (in un altro articolo a pagamento, già). Chiedendosi in quale mondo una squadra guidata da Gabe Vincent, Josh Okogie e Precious Achiuwa possa battere gente come Kevin Durant, Damian Lillard e Jayson Tatum, scriveva poi “a quanto pare è il mondo in cui allena Gregg Popovich”.

Due giorni più tardi, dopo la sconfitta del 12 luglio contro l’Australia, questa insolita interazione fra Vardon e Popovich ha poi portato a una escalation continua.

Da qui in poi, Vardon sembra essere partito per la tangente, lasciandosi andare sempre di più. Ecco cosa twitò quella sera:

La sezione commenti di questo tweet è piena di gente che sottolinea l’atteggiamento poco professionale di Vardon nei confronti di Pop. “Il tuo comportamento alla conferenza stampa è stato più imbarazzante di qualunque risultato sul campo”, ha scritto un utente. Vardon ha poi rincarato la dose il giorno dopo, rispondendo a un tweet di @GeminiHoopz:

“Team USA ha vinto l’ultima finale di 30. E ora ha un record di 9-5 sotto Pop. Ecco qual è il contest di questa discussione”

Joe Vardon (@joevardon) 13 luglio 2021

La situazione sul fronte Vardon-Popovich si è poi calmata per qualche giorno mentre Team USA stava raddrizzando la situazione con due vittorie in amichevole contro Argentina e Spagna. Poi, ovviamente, il giorno precedente alla prima partita del torneo olimpico, successe questo:

Già, nient’altro che Joe Vardon che chiede a JaVale McGee… se sua madre fosse ancora viva. Completamente in tilt dopo questo dialogo imbarazzante, ha poi scritto in merito alla sconfitta di Team USA contro la Francia nello stesso modo in cui qualcuno parlerebbe della propria ex. Nel suo articolo del 25 luglio (di nuovo a pagamento), Vardon procede con quanto segue:

  • Commenta in maniera irriverente la risposta di Pop a un giornalista “che ha viaggiato per mezzo mondo per venire a vedere perdere la sua nazionale”.
  • Dice che perdere non è sorprendente, visto che è ciò che gli americani hanno continuato a fare per due estati sotto la guida di Popovich.
  • Menziona il record corrente di 6-3 in partite ufficiali, e lo afferma di nuovo in chiusura del paragrafo.
  • Riporta di nuovo il settimo posto al mondiale 2019 sotto Popovich (che in precedenza aveva difeso) e parla del record di 2-2 nella partite amichevoli.
  • Racconta poi che i giocatori in spogliatoio sono frustrati dal fatto di dover “giocare gli schemi offensivi di San Antonio”.

Il tema dei giocatori “frustrati” non è mai stato verificato o riportato da nessun altro, ma è stato invece riproposto dallo stesso Vardon in un articolo successivo come un fatto “riportato da The Athletic”. In realtà, Durant ha poi lodato coach Pop per aver tenuto in vita Team USA nella semifinale contro l’Australia di Patty Mills.

Tristemente, alcuni dei tweet di Vardon dopo l’episodio alla conferenza hanno un tono che sembra suggerire che l’autore non fosse contento del successo della sua nazionale. “Gli Australiani hanno inspiegabilmente lasciato che Team USA rientrasse in partita”, disse durante la semifinale. Sto leggendo troppo tra le righe? Forse, ma ci sono stati altri esempi simili.

“È tutto da Saitama. Gli americani hanno battuto l’Iran di 54. Damian Lillard ha messo 7 triple per 21 punti. Devin Booker ha aggiunto 16 punti nella sua prima partita da titolare. Non si può trarre nulla da questa partita a parte le modifiche al quintetto. La prossima è contro la Repubblica Ceca”.

Joe Vardon (@joevardon), 28 luglio 2021

Di nuovo, potrei essermi fatto influenzare dai commenti precedenti di Vardon, ma inizia a essere difficile darmi torto.

Un paio di giorni dopo, Vardon ha scritto che l’incapacità di segnare di Team USA è “imperdonabile considerato il roster”, aggiungendo che si tratta di un problema duraturo lungo le due stagioni con Popovich alla guida. Nell’articolo per The Athletic, fa riemergere nuovamente il suo tema relativo ai “giocatori frustrati”, dicendo che non sembrano essere contenti di giocare nel sistema di Popovich. Poveri, poveri ragazzi. Detto tutto ciò, qual è il modo più appropriato per rispondere agli assilli di Vardon? State pronti.

La medaglia d’oro di Gregg Popovich è la risposta definitiva.

Potete gridare al fallimento del mondiale 2019 quanto volete. Dire che ha fatto bene solo perché aveva Tim Duncan. I fatti restano: Gregg Popovich ha vinto l’oro olimpico con Team USA al primo tentativo. È anche il coach NBA più vincente di sempre. Dei quattro coach con il maggior numero di vittorie, è l’unico a cui sono servite meno di 2000 partite per arrivarci.

La meschinità di Vardon è andata da veniale a non professionale, e di certo non è passata inosservata ai tifosi degli Spurs.

Sono mai stato rimproverato per il mio lavoro o nella mia vita privata? Certo, ma mi sono preso le critiche in faccia e mi sono assicurato di migliorare in modo da non riceverle di nuovo. A quanto pare, quelli come Vardon non hanno lo stesso approccio.

Onestamente, non credo nemmeno che abbia fatto nulla di sbagliato nella conferenza stampa di cui abbiamo parlato. Ha fatto una domanda a Lillard su cui Popovich si è risentito, certo. Ma sembra che Pop possa aver capito male lo spirito della domanda. Tuttavia, Joe ha poi potuto spiegare il suo punto di vista più tardi a Dan Patrick, e la questione si sarebbe dovuta chiudere lì.

Invece, credo non ci siano dubbi sul fatto che la risposta piccata di Popovich abbia portato a una sorta di crociata da parte di Vardon. È facile notare l’immediato aumento delle battute e dei commenti non necessari nei suoi tweet e negli articoli “protetti” dall’abbonamento.

È incredibile come Team USA sia riuscita a mettere a posto le cose nonostante “gli schemi offensivi di San Antonio” di coach Pop, vero Joe? Sono riuscito ad andare avanti nonostante “non fossero contenti di giocare nel suo sistema”, non è così?

Se, come me, avete visto For Ball and Country, avete potuto vedere quanto vincere una medaglia d’oro fosse importante per Popovich, che da giocatore ha mancato di poco la partecipazione alle Olimpiadi del 1972 con Team USA. “Fino ad oggi, ho questa cosa nella testa che mi tormenta più di qualunque altra sconfitta subita in NBA. Mi fa impazzire”, ha dichiarato nella serie documentario in merito all’Olimpiade del 2004, chiusa con un bronzo (da Assistant Coach).

Beh, proprio come molti hanno cercato di distruggerlo di fronte alle difficoltà iniziali (dico anche a voi, Skip Bayless e Kendrick Perkins), Pop merita di essere lodato per quello che è riuscito ad ottenere. A proposito, una piccola nota su Perkins. All’inizio pensavo di includerlo nell’articolo per tweet-spazzatura come questo, ma poi ho realizzato che non rispetto abbastanza la sua opinione per dargli una soddisfazione di questo tipo. Kendrick ha realizzato rapidamente che, nonostante la sua incapacità nello scrivere frasi coerenti, essere controverso poteva portargli attenzione. Non ne otterrà altra da me.

(Tutta la verità: ero probabilmente al mio terzo bicchiere di vino a questo punto dell’articolo, mentre celebravo la vittoria della medaglia d’oro, e così potrei essere stato un po’ troppo duro con Perkins. In ogni caso, confermo che non mi piacciono delle sue opinioni sullo sport).

Tornando a coach Pop… ha perso alcuni giocatori per colpa del Covid, ha avuto poco tempo per gli allenamenti con i giocatori, e alcuni membri fondamentali della squadra sono arrivati all’ultimo minuto prima del torneo olimpico. Attraverso tutto questo, è arrivato sulla cima del mondo e, come il suo pupillo Tim Duncan, non dedicherà mai nessun pensiero a coloro che hanno tentato troppo presto di attaccarlo.

Aggiornamento del 2023: ok, forse UN pensiero lo ha avuto (verso la fine della clip):

Aggiornamento del 2023: anche la stella più luminosa della squadra non si è lasciato scappare l’occasione di zittire gli hater di coach Popovich (attenzione: linguaggio esplicito).

Gregg Popovich: 5 titoli NBA, 3 premi di Coach of the Year, 1 medaglia d’oro olimpica, e ora l’ingresso nella Hall of Fame. Niente male per un allenatore di cui i giocatori non sono contenti.