FOTO: Blazer’s Edge

Alla fine è successo, e come al solito andando contro ogni tipo di previsione: Damian Lillard, dopo mesi a flirtare con i Miami Heat e dopo l’inserimento dei Toronto Raptors nelle trattative degli ultimi giorni, alla fine andrà ai… Milwaukee Bucks. Lo farà con uno scambio a tre squadre, in cui verranno coinvolti anche i Phoenix Suns, in uno scenario che in Arizona si prospettava già da qualche giorno – non senza remore. Lo scambio completo sarà il seguente, come riportato da Adrian Wojnarowski e Shams Charania, in attesa di capire di cosa farà Portland con Jrue Holiday, secondo ESPN già in partenza per qualche contender, trovandosi abbastanza fuori contesto in una squadra in pieno rebuilding:

Bucks ricevono: Damian Lillard

Suns ricevono: Jusuf Nurkic, Grayson Allen, Nassir Little, Keon Johnson


Trail Blazers ricevono: Jrue Holiday, Deandre Ayton, Toumani Camara, first-round pick 2029 (via Bucks, non protetta), swap rights 2028 e 2030 (via Bucks, non protetti)

Dal punto di vista salariale, per quest’anno, lo scambio funziona matematicamente, pertanto non dovrebbero esserci molti stravolgimenti, a meno che Holiday non venga immediatamente rigirato altrove, ampliando il numero di squadre coinvolte. Scenario non così improbabile, dato che i Trail Blazers si trovano al momento in luxury tax senza alcuna intenzione di competere, pertanto si muoveranno in fratta.

Dando un’occhiata superficiale, che approfondiremo maggiormente nelle prossime ore soprattutto in termini tattici, i Suns dovranno fare qualche altro movimento, magari effettuando dei tagli, essendo a quota 17 effettivi a roster. I contratti di Ish Wainright e Jordan Goodwin sono parzialmente garantiti, ma non scommetteremmo su un taglio, trattandosi di due giocatori – soprattutto il secondo – capaci di contribuire in una squadra del genere, che avrà bisogno di intensità difensiva e versatilità sugli esterni. In questo, gli arrivi di Grayson Allen e Nassir Little sono perfetti, trattandosi di due ottimi difensori, con il secondo capace di cambiare su più ruoli difensivamente.

I Bucks, invece, accorciano leggermente le rotazioni ma ottengono un upgrade incredibile nel ruolo di point guard e, parlando in maniera leggermente più moderna, in termini di creation palla in mano. Giannis Antetokounmpo, criptico nelle ultime settimane sul proprio futuro con i Bucks, avrà un partner come portatore sul pick&roll che non ha mai nemmeno lontanamente sfiorato nei suoi anni in Wisconsin, e un giocatore abilissimo nel creare il proprio tiro e soprattutto vantaggio per conto proprio, che fa sperare in un utilizzo del nazionale greco molto meno palla in mano. I due sfrutteranno la loro rispettiva gravity vicendevolmente, e Lillard allo stesso modo beneficerà di un finalizzatore di livello assoluto e versatilissimo, unicum anche per lui. Il tutto, inserendosi in un supporting cast di altissimo livello, dati i rinnovi di Khris Middleton e Brook Lopez, la conferma di Jae Crowder e l’aggiunta di Malik Beasley, al resto del roster già discreto. Uno duo già vagliato da tempo da ambo le parti, come ricorda Chris Haynes, riportando un aneddoto recente che bene illustra l’apprezzamento di Giannis per Dame:

E così, mentre Lillard saluta Portland sui social, a rimanere beffati sono invece i Miami Heat, meta predestinata della superstar di (ormai) Milwaukee. Beffati due volte, dal momento che si trattava sia della favorita assoluta a Dame, sia dei possibili fruitori futuri di Antetokounmpo in caso di abbandono dei Bucks – speranza ancora viva, ma meno in caso di vittoria del titolo con questo roster. A punire Pat Riley e soci è anche un po’ di sfortuna, a causa dell’inserimento di una squadra di punta come i Bucks nelle trattative e di Phoenix a facilitare: la terza squadra e l’interesse di una contender disposta a spendere alcuni asset erano gli unici due elementi capaci di strappare Lillard ai Miami Heat, dal momento che non molte squadre di livello fossero disposte a sacrificare giocatori/scelte di valore per ottenere una superstar (potenzialmente) scontenta. La combinazione di movimenti sull’asse Nurkic-Ayton e dell’offerta di Milwaukee – probabilmente un po’ per la questione Antetokounmpo e intenzionata a rimediare – ha fatto sì che i passati finalisti alle Finals non siano riusciti a mandare l’affare in porto. Jimmy Butler ci prova invocando il tampering ma, purtroppo per lui, ci sarà poco da fare.