FOTO: The Seattle Times

I Toronto Raptors sono la bomba a orologeria di questa trade deadline, e non si scopre certo oggi. La squadra canadese sta affrontando un periodo di difficoltà prolungato, con sole 4 vittorie nelle ultime 15 partite disputate, e un ambiente che si fa sempre più teso e, soprattutto, chiacchierato:

“Una fonte interna alla lega mi ha detto che ‘Toronto è la prima tessera del domino. Le scelte che farà avranno effetti su diverse squadre nella lega. Dallas, Phoenix, Los Angeles, Atlanta. In tanti terranno d’occhio la situazione dei Raptors, prima di fare una mossa di mercato’. Questa trade season passa prima di tutto da Toronto.”

– Michael Grange (Sportsnet)

L’indiscrezione riportata da Michael Grange, estratta da QUESTO nostro articolo a riguardo, è solo la conseguenza dello scarso rendimento fino ad ora messo in piedi dalla squadra allenata da coach Nick Nurse, che si trova al di fuori della zona Play-In e con l’impressione che ci sia poco margine di miglioramento.


Questa situazione, secondo un articolo di Tim Bontemps (ESPN), starebbe anche rimescolando le carte all’interno della Eastern Conference, con le squadre da zona Playoffs meno interessate a fare movimenti per migliorarsi, visto il calo di una candidata all’offseason come Toronto. L’idea, dunque, è che i Raptors possano rappresentare, in tutto e per tutto, il maggior bacino da cui attingere entro la trade deadline:

“Gli uomini che possono mettere sul mercato sono migliori di chiunque altro sia sulla piazza. Ci sarà un sacco di interesse se verranno resi disponibili.”

– executive anonimo, su ESPN

Sebbene già così la situazione dei Toronto Raptors sembri problematica, si sono aggiunti altri nodi da sciogliere. Gli screzi fra Scottie Barnes e Thaddeus Young nell’intervallo delle gara contro i Trail Blazers non hanno portato a nulla di serio se non a normale amministrazione di spogliatoio, ma non hanno potuto evitare di attirare ulteriore clamore mediatico – specialmente per il fatto di essere avvenuti di fronte alle telecamere e non, ad esempio, 10 minuti prima fra le mura “domestiche”.

E, soprattutto, ad essersi aggiunta è la questione del contratto di Fred VanVleet, ancora irrisolta e sulla quale non si stanno facendo molti progressi – e della quale parleremo meglio tra poco. Vista la situazione, un eventuale smantellamento del roster è tutt’altro che inverosimile, e i rumors su chi potrebbe andare e chi potrebbe restare sono già partiti.

Dividiamo dunque in 3 categorie dei nomi che potrebbero finire sul mercato: incedibili (o incedibile), al giusto prezzo e on the block.


On the block

Praticamente, tutti al di fuori dei 4 nomi che citeremo prima, ma con Gary Trent Jr. senza alcun dubbio in pole position. Secondo vari executive, quest’ultimo potrebbe rifiutare la player option da $18.6 milioni prevista da contratto per la prossima stagione, cercando un accordo che parta dai $20 milioni annui. In tal caso, i Raptors difficilmente pareggerebbero l’offerta, stando a HoopsHype.

E così, entro la trade deadline, numerose squadre potrebbero farsi avanti, tra cui alcune già citate QUI nelle scorse settimane:

  • Phoenix Suns
  • Los Angeles Lakers
  • Golden State Warriors
  • Atlanta Hawks
  • Miami Heat

Al giusto prezzo

Trent non è l’unico free agent su cui i Toronto Raptors dovranno prendere una decisione. La questione VanVleet, emersa nelle ultime ore proprio tramite il pezzo di Bontemps su ESPN, è abbastanza delicata. Il giocatore sembra assolutamente interessato a restare in Canada, avendo anche un legame di un certo tipo con l’ambiente della franchigia, non solo dopo il titolo 2019, ma anche per lo sviluppo effettuato negli anni.

Secondo le fonti di Bontemps, il giocatore avrebbe rifiutato un’estensione quadriennale da $114 milioni, il massimo che Toronto potesse offrire in quel momento, e avrebbe rilasciato queste dichiarazioni per ESPN:

“Senza entrare troppo nel merito, sto solo cercando di mettermi nella miglior posizione possibile in termini di business, e non fare una semplice estensione di un contratto firmato anni fa. Penso di aver creato un plusvalore (e lo ha fatto, ndr), perciò io cerco di mettere le carte in mano alla dirigenza, loro ovviamente mi guardano da un punto di vista aziendale.”

“Amo essere qui, amo essere un Raptor. Ho una buonissima relazione con Masai [Ujiri] e Bobby [Webster], perciò sono ottimista sul fatto che possiamo trovare un accordo. Abbiamo una relazione molto salda, perciò andando avanti io renderò le cose difficili a loro e loro a me, è così che vanno le cose.”

Il report di Bontemps è però discordante con la versione di VanVleet per quel che riguarda l’estensione, con il giocatore che è intervenuto in merito:

“Non mi è stata mai fatta un’offerta formale. C’è stato un accordo reciproco fra le parti per cui la cosa migliore da fare sia aspettare. Non c’è fretta, dato che posso firmare l’estensione in qualsiasi momento di qui e fine stagione, e in più ho una player option su cui deliberare in estate. Capisco che ci troviamo nell’era in cui si prendono 2 frasi da un articolo e si trasformano in un tweet, e di colpo ti arrivano 300 messaggi per cui avrei rifiutato un’offerta da $114 milioni, il che non rappresenta la mia situazione.”

Ad ogni modo, offerta o non offerta, Masai Ujiri e Bobby Webster dovranno prendere una decisione riguardo a Fred VanVleet, che non sta mantenendo il rendimento sperato a causa di una shooting slump che lo sta facendo viaggiare a un career-low del 32.9% da fuori su una non trascurabile mole di 8.8 tentativi a partita.

Oltre a FVV, comunque, gli altri nomi cedibili al giusto prezzo sono quelli di Pascal Siakam e OG Anunoby. Per entrambi il prezzo sarebbe una “pila di asset”, stando a Michael Grange, con il primo però apparentemente meno cedibile, dato che si giocherà le possibilità di far parte di un altro All-NBA Team, non solo un riconoscimento, ma anche la condizione necessaria per una supermax extension fino al 35% del salary cap.

Anunoby, invece, ha un prezzo ipotetico addosso fissato da Zach Lowe di ESPN, di cui abbiamo parlato QUI e sul quale riportiamo un estratto:

Secondo Zach Lowe, per i Raptors potrebbe trattarsi di una trade con un ritorno simile a quello ottenuto dai Jazz per Donovan Mitchell, con 3 future prime scelte e 2 pick swap coinvolte, oltre a tre giocatori del calibro di Sexton, Markkanen e Agbaji. E, di asset del genere, una squadra in particolare che si è fatta avanti proprio per Anunoby (i dettagli QUI) è ben fornita: i New York Knicks.”

Incedibili/e

L’indecisione nel titolo è dovuta al fatto che il nome è soltanto uno: Scottie Barnes. Il rookie of the year in carica ha avuto un calo in questa stagione, ma i flash restano interessantissimi e non è abbastanza da far dimenticare, per l’appunto, la passata stagione positiva.

Questo Masai Ujiri e il Development staff dei Toronto Raptors lo sanno benissimo, al punto che lo stesso Barnes non è stato incluso in estate nemmeno nei potenziali pacchetti per arrivare a Kevin Durant, consci che il materiale a disposizione sia davvero buono. L’ipotesi di un rebuilding attorno a Barnes, comunque, è prematura, e lo stesso Siakam probabilmente fa parte dei piani a lungo termine dei canadesi.

I quali, comunque, sono anche in una buona posizione nell’eventuale corsa a Victor Wembanyama.