Questo contenuto è tratto da un articolo di Gautam Varier per FadeawayWorld, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


I Golden State Warriors hanno iniziato l’anno da campioni in carica e favoriti della Western Conference, ma il loro rendimento nella prima metà di Regular Season è stato ben al di sotto delle aspettative. Con un record di 20 vittorie e 20 sconfitte (l’anno scorso al giro di boa era 31-11), si trovano al settimo posto a Ovest e sono stati ai margini della zona Play-In per diverse settimane.


Al di là dell’infortunio di Stephen Curry, durante l’assenza del quale la squadra ha comunque avuto un record positivo, il verdetto della prima metà di stagione è che l’equilibrio tra competitività nell’immediato e sviluppo dei giovani sta compromettendo significativamente le chances di repeat di questo nucleo. E con un roster del genere, con Steve Kerr in panchina e con Steph ancora al livello visto nei mesi scorsi, tutto ciò è inevitabilmente motivo di discussioni tra addetti ai lavori e appassionati di NBA di tutto il mondo. Ha senso che Bob Myers e soci non vadano all-in per gli ultimi anni di una dinastia da quattro titoli in otto anni, conservando il proprio young core intatto? E ancora: quanto è funzionale allo stesso processo di crescita dei giovani, svilupparli in un contesto del genere?

Il front office dei Warriors ha ancora un mese di mercato (trade deadline: 9 febbraio) per decidere se mettere mano ai propri asset – il principale indiziato, non l’unico, sarebbe James Wiseman – gettando la spugna sulla “doppia timeline” e cercando di massimizzare le possibilità di vincere anche nel 2023; oppure, se accontentarsi dell’attuale roster, nel tentativo di estendere la propria finestra competitiva al di là del tramonto delle carriere di Curry, Thompson e Green.

Secondo Brett Siegel (SI.com) e CJ Holmes (San Francisco Chronicle), la franchigia di Joe Lacob manterrà anche nel prossimo mese un approccio conservativo sul mercato. I due insider ne hanno discusso nell’ultimo episodio (“Warriors Talk”) di Fast Break Podcast, che potete ascoltare su Spotify a questo link:

“Dalle informazioni che ho raccolto di recente, sembra che i Warriors siano intenzionati a stare immobili alla trade deadline e assistere alle mosse delle altre squadre, a meno che non ricevano un’offerta che non possono rifiutare. La sensazione all’interno della lega è che Wiseman, Kuminga e tutti gli altri giovani del roster siano considerati incedibili da Golden State, che ha una considerazione molto alta del proprio young core.”

– Brett Siegel

“Sulla base di ciò che sento, non immagino che i Warriors facciano alcuna mossa. Non credo che siano pronti a rinunciare all’esperimento-Wiseman. Hanno visto i lenti progressi che sta facendo e non hanno smesso di crederci. Il piano della doppia timeline è ancora vivo e vegeto per Bob Myers. La direzione è ancora questa.”

– CJ Holmes

Scopriremo nel prossimo mese se realmente Golden State rimarrà a guardare, oppure se l’ambizione di vincere ancora nell’immediato – e magari le pressioni dall’interno dell’organizzazione – potranno cambiare l’approccio della dirigenza.

Intanto, con un calendario impegnativo davanti, la squadra di coach Kerr si prepara al ritorno di Curry dopo un mese di assenza.