FOTO: DraftKings Nation

Sì, mancano pochissime ore all’NBA Draft 2023 e, sì, non potremmo avere più hype di così. La suspence prima di ogni singola scelta, i colpi di scena da un minuto all’altro, la storia di ogni franchigia che muta passando di bocca in bocca, di messaggio in messaggio fra i vari executive, fino a cristallizzarsi nelle poche sillabe che il commissioner Adam Silver proferisce con religiosa calma ogni volta dall’alto del suo palchetto… tutte scene che abbiamo visto e rivisto, e che eppure aspettiamo impazienti.

Ecco, provando a ingannarla, questa attesa, abbiamo deciso di improvvisarci Executive, assegnando un giocatore a ciascuna delle organizzazioni che (si presume) sceglieranno al primo giro, ovviamente in base alla pick di riferimento. Non solo una simulazione, ma anche un’analisi in base alle caratteristiche di ogni individuo e al fit con la squadra di riferimento, in modo tale da fornire una guida per l’evento di questa notte, anche per i meno esperti. Buona lettura, e buon Draft 2023!


1° scelta – SAN ANTONIO SPURS

  • VICTOR WEMBANYAMA (Metropolitans 92, Francia) | 224cm, 107kg

PRO


  • SHOT MAKING
  • RIM PROTECTION
  • VERSATILITÀ OFFENSIVA
  • MOBILITÀ DIFENSIVA

IMPROVEMENT AREAS

  • PERCENTUALI DA 3
  • FISICITÀ
  • BALL SECURITY

Victor Wembanyama è la prima scelta al Draft 2023. La chiamata di San Antonio non è mai stata in dubbio perché Wemby è a pieno titolo il miglior prospetto dai tempi di LeBron James e ci si aspetta che diventi il nuovo volto non solo degli Spurs, ma della Lega intera. Unicorno di 224cm con uno skillset da guardia e in grado di fare letteralmente qualsiasi cosa sul campo, ha upside illimitato.  

In difesa ricorda Gobert per le clamorose doti di rim protection (3.0 BLK e 9,5 BLK% ai Mets 92), a cui però aggiunge una mobilità orizzontale che il centro di Minnesota non ha e che, unita alla sua lunghezza (244cm di wingspan), gli permette di marcare anche sul perimetro e non soffrire i cambi con gli esterni.

Se Wemby è versatile in difesa, in attacco lo è ancora di più. Può crearsi tiri dal midrange o dal perimetro usando il ball handling, agire da play finisher nelle vesti di target per lob e scarichi, dominare a rimbalzo offensivo, guadagnarsi montagne di liberi e tirare da 3 con fluidità durantiana (anche se le percentuali non sono ancora continue, 27,5% in stagione).

Insomma Wemby è a tutti gli effetti un talento generazionale e unico nel suo genere, per cui non è esagerato aspettarsi che possa un giorno diventare sia il migliore difensore, sia il migliore attaccante dell’NBA. 

2° scelta – CHARLOTTE HORNETS

  • SCOOT HENDERSON (G League Ignite) | 191cm, 88kg

PRO

  • ATLETISMO
  • PULL UP GAME
  • LETTURE SUL PICK-N-ROLL

IMPROVEMENT AREAS

  • TIRO DA 3
  • GIOCO OFF-BALL
  • EFFORT DIFENSIVO

Scoot Henderson è il secondo miglior prospetto di questo Draft. Per questo gli Hornets, che sono ancora lontani dal competere e che quindi possono prendere il miglior giocatore disponibile invece che il miglior fit, dovrebbero preferirlo a Brandon Miller e sceglierlo alla 2. Scoot è una point guard atleticamente devastante che ricorda Westbrook e Wall dei tempi migliori, è incontenibile quando attacca il ferro, specialmente in transizione o sul pick&roll. 

Ma Scoot non è solo atletismo. Il prodotto di Ignite ha infatti uno skillset notevole e in continuo miglioramento. Può chiudere al ferro sia di potenza, sia con finezza e controllo del corpo, ha un tiro dal midrange molto efficiente, un buon passing game e doti di manipolazione della difesa sul pick&roll. 

Se dovesse migliorare il 27% da 3, diventare minimamente affidabile in catch-n-shoot e ampliare il range del suo pull-up, diventerebbe un attaccante completo e quasi inarrestabile sul pick&roll.

3° scelta – PORTLAND TRAIL BLAZERS

  • AMEN THOMPSON (Overtime Elite) | 201cm, 95kg

PRO

  • ATLETISMO
  • PLAYMAKING
  • SHOT CREATION
  • DIFESA ON BALL

IMPROVEMENT AREAS

  • TIRO DA 3
  • TRANSLATION DA OTE

Amen Thompson è un freak atletico, potenzialmente speciale in entrambe le metà campo. In difesa non solo è un difensore sulla palla di prima fascia, in grado di mettere pressione e rubare tanti palloni, ma anche un difensore versatile che marca sia le guardie, sia le ali più leggere.

In attacco invece il suo primo passo fulminante e la sua verticalità lo rendono un penetratore, finisher e, più in generale, uno shot creator di alto livello, skill che sarebbe di grande utilità ai Blazers in ottica post-Lillard.

La dote offensiva più affascinante di Amen è però  il playmaking. La visione di gioco, il timing e la maturità con cui coinvolge i compagni sono straordinarie per un giocatore così giovane e fanno presagire un futuro da stella primary creator in grado di generare vantaggi per se stesso e per gli altri.

Il grande ostacolo tra Amen e l’All Star Game è il tiro, soprattutto da 3 punti (25,6% da 3 in stagione a OTE). La shooting form un po’ meccanica e la scarsa fiducia, sia in catch&shoot, sia dal palleggio, lo rendono un giocatore battezzabile dalle difese avversarie. Migliorare il tiro sarà fondamentale per diventare un giocatore più completo e pericoloso sia da handler sul pick&roll, sia off ball.

4° scelta – HOUSTON ROCKETS

  • BRANDON MILLER (Alabama, Fr.) | 206cm, 91kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • BALL HANDLING
  • PASSING

IMPROVEMENT AREAS

  • ESPLOSIVITÀ
  • CREATION
  • FINISHING

A causa di una March Madness disastrosa, chiusa con il 19% dal campo e in cui ha mostrato dei limiti strutturali nel suo gioco, Brandon Miller è sceso fino alla quarta pick del nostro Mock (2 sotto rispetto al consensus). 

I Rockets possono comunque fidarsi delle qualità che Miller ha messo in mostra nella prima parte di stagione, in cui ha dimostrato di essere un ottimo scorer, soprattutto off ball, dotato di un tiro da tre tanto efficiente quanto elegante e di un ball handling eccellente per la taglia. In stagione ha infatti tirato un notevole 38,4% su 7,5 3PTA a partita, un volume altissimo per gli standard NCAA, e ha dimostrato di essere un ottimo handler sul pick&roll.

I dubbi su Miller però riguardano la possibilità di svilupparsi in un stella NBA. Probabilmente sarà un ottimo scorer NBA per tanti anni, ma forse manca di esplosività e creation per diventare un giocatore primario di un franchigia. Scoot e Amen gli sono stati preferiti per lo star potential di cui dispongono, non per il loro livello di gioco attuale.

5° scelta – DETROIT PISTONS

  • JARACE WALKER (Houston, Fr.) | 203cm, 109kg

PRO

  • VERSATILITÀ DIFENSIVA
  • RIM PROTECTION
  • TIRO DA 3
  • FEEL FOR THE GAME

IMPROVEMENT AREAS

  • UPSIDE OFFENSIVO
  • CREATION

Jarace Walker è un lungo modernissimo che in NBA sarà un difference-maker soprattutto in difesa. Con il suo frame di 203cm x 109kg, una wingspan infinita di 218cm e dei piedi rapidi, fa della versatilità difensiva il suo punto forte. Impiegabile da 4, di fianco a un altro big, o da small ball-5, combina rim protection (4,0 stoppate di media nella March Madness) e ottimi tempi di aiuto all’abilità di coprire spazio in orizzontale e marcare gli esterni sul perimetro.

In attacco invece è un tuttofare che, almeno a questo punto del suo sviluppo, non ha tanti punti nelle mani ma che può essere di grande utilità in una squadra come Indiana, che ha già trovato i suoi primary creator in Cunningham e Ivey. Jarace è un buon finisher nei pressi del ferro, sia di potenza che di tocco, e può tirare da fuori nelle vesti di stretch big (34,7% da tre a Houston e una meccanica in grande miglioramento), in più va bene a rimbalzo in attacco ed è un promettente playmaker secondario con un ottimo feel for the game.

Ci potrebbe essere qualche dubbio sul sovraffollamento del reparto lunghi dei Pistons ma, ragionando sul lungo termine, tra Bagley, Stewart, Wiseman e Duren forse solo quest’ultimo convince davvero ed è un punto fermo nel futuro della franchigia, mentre gli altri sono sacrificabili.

6° scelta – ORLANDO MAGIC

  • AUSAR THOMPSON (Overtime Elite) | 201cm, 98kg

PRO

  • ATLETISMO
  • DIFESA ON BALL
  • SHOT CREATION
  • PLAYMAKING

IMPROVEMENT AREAS

  • SHOOTING CONSISTENCY
  • TRANSLATION DA OTE

Ausar condivide molte caratteristiche con il gemello Amen. Su tutte, le spiccate doti atletiche, che si convertono in buona difesa POA e capacità di andare al ferro, e l’ottima visione di gioco (anche se Ausar non ha le letture illuminate di Amen).

Un’altra affinità sono i problemi al tiro. Anche Ausar verrà sistematicamente sfidato, tuttavia fluidità e compattezza della shooting form sono leggermente migliorate negli ultimi mesi e il 38,5% da 3 nei Playoffs di Overtime Elite lo dimostra. 

Nonostante un upside al tiro più confortante (o meno preoccupante), Ausar è stato posizionato 3 pick dopo il fratello per qualche dubbio in più sullo sviluppo di doti di creation da giocatore primario a tutto tondo.

7° scelta – INDIANA PACERS

  • CAM WHITMORE (Villanova, Fr.) | 201cm, 105kg

PRO

  • FORZA FISICA
  • FINISHING
  • UPSIDE OFF BALL
  • UPSIDE DIFENSIVO

IMPROVEMENT AREAS

  • CREATIVITÀ OFFENSIVA
  • TIRO DA 3
  • PLAYMAKING

Cam Whitmore è ancora grezzo e in fase di maturazione, ma l’upside è pazzesco. Atleta potentissimo (201cm per 105kg) e con abilità di finire con il contatto, è difficile da fermare in penetrazione, soprattutto se prende velocità andando dritto al ferro (64,5% al ferro a Villanova).

In più ha buon gioco off ball, soprattutto da tagliante o da spot-up shooter, e potenziale difensivo, disponendo di forza e mobilità per essere un super difensore contro almeno 3 ruoli.

Se dovesse confermare i miglioramenti degli ultimi 2 anni sul tiro da 3 in termini di compattezza, velocità e percentuali (34,3% su 4,2 3PTA, 40% in C&S al college), e completare la maturazione della sua creation aggiungendo un pull up game consistente e migliori letture di gioco per i compagni, allora il suo skillset diventerebbe notevolissimo. Una scommessa high risk-high reward che ha senso prendere per una squadra con una timeline lunga e a cui manca questo archetipo di giocatore come i Pacers.

8° scelta – WASHINGTON WIZARDS

  • ANTHONY BLACK (Arkansas, Fr.) | 201cm, 90kg

PRO

  • TAGLIA
  • PLAYMAKING
  • DIFESA ON BALL
  • FINISHING

IMPROVEMENT AREAS

  • TIRO DA 3
  • TURNOVER PRONE

Anthony Black è un playmaker di oltre due metri in grado di fare la differenza in entrambe le metà campo. In attacco, sfruttando altezza, esplosività e visione di gioco per arrivare al ferro o per creare tiri per i suoi compagni nelle vesti di facilitatore, doti che servono come il pane nel depauperato roster dei Wizards dopo la partenza di Beal.

In difesa invece spicca per la sua versatilità. Infatti, grazie alla sua altezza, può avere impatto con la sua difesa POA ed essere un difensore positivo contro tanti archetipi di attaccanti diversi.

La grande area di miglioramento di Black è il tiro da 3, nella sua unica stagione ad Arkansas ha tirato solo con il 30,1% e spesso si è mostrato esitante quando sfidato al tiro. Eventuali miglioramenti nella pericolosità dall’arco saranno fondamentali per rendere il suo gioco multidimensionale e sbloccare il suo notevole upside offensivo.

9° scelta – UTAH JAZZ

  • TAYLOR HENDRICKS (UCF, Fr.) | 206cm, 95kg

PRO

  • VERSATILITÀ DIFENSIVA
  • RIM PROTECTION
  • CATCH-N-SHOOT 3

IMPROVEMENT AREAS

  • CREATION
  • FINISHING
  • BALL HANDLING

Taylor Hendricks è uno dei migliori difensori del Draft. Wing stopper super versatile in grado di marcare praticamente dall’1 al 5 e rim protector eccezionale con ottimi tempi di aiuto (1,7 BLK a partita), ricorda Jaden McDaniels per il suo impatto difensivo. 

In attacco ha uno skillset limitato e deve migliorare il ball handling e il gioco in avvicinamento (44,7% sui layup in stagione), ma a UCF ha dimostrato di essere una minaccia come spot-up shooter, tirando uno straordinario 39,4% da 3 su 4,6 tentativi a partita, e di avere una forma fluida e rilascio alto con cui può tirare in testa al difensore o contro i closeout più aggressivi. 

10° scelta – DALLAS MAVERICKS

  • CASON WALLACE (Kentucky, Fr.) | 193cm, 88kg

PRO

  • DIFESA ON BALL
  • UPSIDE DA TIRATORE
  • PLAYMAKING

IMPROVEMENT AREAS

  • UPSIDE DA SCORER
  • CREATION

Cason Wallace è il prototipo di guardia two-way perfetto per una squadra come Dallas, che ha già delle stelle a roster e che vuole competere da subito ad alto livello. Specialista difensivo e ladro di palloni eccezionale (2,0 STL, 3,7 STL%), è un serio candidato a diventare il migliore difensore sulla palla di tutto il Draft. 

In attacco invece è un playmaker con buona maturità di letture, ma non è molto appariscente e manca di scoring upside, perché raramente batte l’uomo dal palleggio e le sue doti di creation per se stesso sono nella media.

Si prospetta come un role player 3&D solidissimo, in grado di giocare sia con la palla in mano sia off ball, essendo un tiratore da 3 pericoloso sugli scarichi, con discrete percentuali (34,6% da 3 a Kentucky) e una meccanica convincente.

11° scelta – ORLANDO MAGIC

  • GRADEY DICK (Kansas, Fr.) | 203cm, 93kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • IMPATTO DIFENSIVO
  • VERSATILITÀ OFFENSIVA

IMPROVEMENT AREAS

  • CREATION
  • UPSIDE OFFENSIVO

Dall’alto del suo 40,3% da 3 nella sua unica stagione al college, Dick è un serio candidato al titolo di miglior tiratore del Draft. L’ex Jayhawk è infatti in grado di segnare da 3 in qualsiasi modo, da catch-n-shoot statico, in movimento o dal palleggio.

Se aggiungiamo che è anche un buon difensore, con taglia, e che in attacco, oltre a tirare, è in grado di muoversi bene senza la palla e chiudere al ferro, la scelta il lottery diventa obbligata perchè Dick è un archetipo di giocatore di complemento molto pregiato per l’NBA moderna. 

Perchè  solo futuro da grande role player 3&D e non da star? Perchè a Dick mancano spiccate doti di creation e, pur essendo un discreto atleta, di un’esplosività con cui possa generare vantaggi da giocatore primario. A Orlando, che ha già i suoi giocatori primari e a cui serve tiro da fuori, è un ottimo fit.

12° scelta – OKLAHOMA CITY THUNDER

  • BILAL COULIBALY (Mets 92, Francia) | 203cm, 88kg

PRO

  • ATLETISMO
  • IMPATTO DIFENSIVO
  • UPSIDE DA SCORER

IMPROVEMENT AREAS

  • FORMA DI TIRO
  • BALL HANDLING
  • CREATION

Il compagno di Wemby ai Mets è un super atleta, ancora grezzo, ma un progetto davvero intrigante nel lungo periodo. Ai Thunder può garantire da subito impatto difensivo, grazie al suo motor e a una lunghezza sopra media per una guardia (203 cm e 218 cm di wingspan).

Il resto del suo gioco ha bisogno di tempo e pazienza. Deve sicuramente migliorare la fluidità di tiro, sia in pull up, sia in catch&shoot, e dimostrare di essere un tiratore da 3 pericoloso anche su alti volumi. Inoltre il ball handling e la creation in generale devono essere sviluppati quasi del tutto. Al momento gioca off ball nelle pieghe della partita e un penetratore nord-sud, poco creativo e completamente dipendente dal suo folle burst, ma il potenziale per diventare speciale è sotto gli occhi di tutti.

13° scelta – TORONTO RAPTORS

  • KOBE BUFKIN (Michigan, So.) | 196cm, 88kg

PRO

  • VERSATILITÀ OFFENSIVA
  • PICK AND ROLL UPSIDE
  • ISTINTI DIFENSIVI

IMPROVEMENT AREAS

  • PLAYMAKING CONSISTENCY
  • DEFENSIVE CONSISTENCY

La guardia di Michigan è stata la sorpresa del finale di stagione NCAA, in cui è cresciuto sempre di più a livello di responsabilità, fino a diventare il principale leader tecnico dei Wolverines. Kobe si presenta al Draft come una delle guardie più complete della classe, ha un pacchetto di scoring che non presenta lacune evidenti e ottimi istinti difensivi, caratteristiche che legittimano la chiamata in lottery.

In stagione ha tirato il 71% al ferro, numero impressionante per una guardia che ha anche un più che discreto tiro da 3 punti, sia dal palleggio che in catch&shoot, e un mid-range game parecchio sviluppato.

Inoltre è stato un ottimo giocatore di pick&roll a livello collegiale, qualità che tendenzialmente viene ancor più valorizzata dallo spacing NBA e che manca nel roster dei Raptors, soprattutto in caso di partenza di Van Vleet.

Bufkin è poi un ottimo ruba palloni grazie all’ottima taglia abbinata a grandi letture off ball e un buon motor.

Tra gli aspetti su cui deve ancora lavorare c’è sicuramente il playmaking. Gli istinti ci sono, soprattutto in situazioni di pick-n-roll, ma deve essere più continuo all’interno della partita e limitare le palle perse. In entrambe le metà campo, la parola chiave del suo sviluppo è “consistency”, ma ha un vantaggio rispetto alla maggior parte degli altri giocatori del Draft, ossia la completezza del suo skillset e la mancanza di veri e propri difetti strutturali.

14° scelta – NEW ORLEANS PELICANS

  • DERECK LIVELY II (Duke, Fr.) | 215cm, 104kg

PRO

  • RIM PROTECTION
  • DIFESA SUL PICK-N-ROLL
  • LOB THREAT
  • UPSIDE DA TIRATORE

IMPROVEMENT AREAS

  • GIOCO INTERNO
  • TIRO DA 3
  • PROBLEMI DI FALLI

Dietro all’alieno Wembanyama, Dereck Lively è facilmente il miglior rim protector del Draft. Pterodattilo di 215 cm con 235 cm di wingspan(!) e buona mobilità di piedi per la taglia, in stagione ha fatto vedere ottime cose sia in aiuto sia in drop sul pick&roll, sostanzialmente chiudendo il ferro di Duke nei minuti in cui è stato in campo (2,4 BLK in soli 20 minuti a partita, 12,7 BLK%).

Anche per qualche problema fisico a inizio stagione, offensivamente ha fatto vedere poco. Vero che ha mostrato grande esplosività e tirato con il 66% dal campo, ma manca completamente di gioco spalle a canestro e quasi tutte le sue conclusioni sono stati appoggi o schiacciate. Ad oggi è pericoloso solo come lob threat o a rimbalzo in attacco, ma ha dato alcuni segnali per cui tra qualche anno potrebbe aggiungere un tiro da 3 affidabile al suo repertorio. Valanciunas convince poco nel lungo termine, quindi scommettere su un big con grande potenziale come Lively sarebbe una scelta intelligente per i Pels.

15° scelta – ATLANTA HAWKS

  • JORDAN HAWKINS (UConn, So.) | 196cm, 88kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • DIFESA ON BALL

IMPROVEMENT AREAS

  • VERSATILITÀ OFFENSIVA
  • FORZA FISICA

Il campione NCAA con UCONN è un super tiratore e specialista del catch-n-shoot (38,8% su 7,6 tentativi da 3 in stagione e 49,4% sugli spot up c&s), il prototipo di role player con gravity perfetto per spaziare il campo di fianco a giocatori ball dominant come Young e Murray. È una minaccia sia da spot up sia in movimento e ha una meccanica pulita e rapidissima.

Oltre al tiro da 3 il suo arsenale è limitato, non è un grande penetratore e non riesce a creare molto palla in mano, infatti il 63% dei suoi tiri sono da 3, ma la sua buona difesa sulla palla lo rende un prospetto 3&D davvero interessante, anche se sarebbe opportuno aggiungere qualche kg per non soffrire troppo la fisicità degli atleti NBA.

16° scelta – UTAH JAZZ

  • JALEN HOOD-SCHIFINO (Indiana, Fr.) | 198cm, 98kg

PRO

  • PICK-N-ROLL
  • MIDRANGE
  • DIFESA ON BALL

IMPROVEMENT AREAS

  • RIM PRESSURE
  • ESPLOSIVITÀ
  • TIRO DA 3

Hood Schifino è una point guard con ottima taglia e uno dei migliori giocatori del pick&roll del Draft, situazione in cui gioca con grande poise e punisce le difese con un mortifero pull-up dal midrange e un passing game particolarmente maturo e completo per un Freshman. 

Giocatore poco esplosivo che non mette molta rim pressure e che deve migliorare il tiro da 3 (33,3% a Indiana), manca un po’ di multidimensionalità nello scoring, tuttavia compensa con uno stile di gioco sotto controllo che gli permette di leggere bene cosa concede la difesa e fare quasi sempre la scelta giusta. Utah, che ha perso Conley nella scorsa stagione, troverebbe in JHS il suo nuovo floor-general.

Anche in difesa può essere un giocatore positivo, soprattutto on ball, perché muove bene i piedi e sa sfruttare la taglia e opporre bene il petto grazie a una buona tecnica difensiva.

17° scelta – LOS ANGELES LAKERS

  • JETT HOWARD (Michigan, Fr.) | 203cm, 98kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • PULL-UP GAME
  • FEEL FOR THE GAME

IMPROVEMENT AREAS

  • DIFESA
  • ATLETISMO
  • FINISHING

Alla corte di LeBron, Jett Howard avrebbe sicuramente impatto nelle vesti di tiratore (36,8% su 7,3 3PTA in stagione e 38,6% in c&s). Pericoloso sia da spot up sia in movimento, ha uno stile di tiro puro e con rilascio alto, che gli permette di tirare anche con il difensore molto vicino e gli è valso il paragone con Michael Porter Jr.

Ma Jett non è solo uno specialista del prendi-e-tira, può mettere palla per terra e crearsi il jumper dal palleggio e sa sfruttare la gravity da tiratore per servire i compagni con passaggi che fanno ben pensare sul suo feel for the game.

L’upside offensivo è notevole, ma Jett è scivolato fuori dalla lottery perché in difesa è una liability. Sebbene abbia buona taglia, non è né un atleta esplosivo, né un grande lottatore, per cui, finché non mostrerà miglioramenti, possiamo aspettarci che in NBA venga cercato sistematicamente dagli attacchi avversari. In più, sempre per i limiti atletici, il finishing al ferro è modesto e limita la multidimensionalità del suo gioco.

18° scelta – MIAMI HEAT

  • KEYONTE GEORGE (Baylor, Fr.) | 193cm, 84kg

PRO

  • SCORING INSTINCTS
  • PULL UP GAME
  • UPSIDE IN CATCH-N-SHOOT

IMPROVEMENT AREAS

  • DECISION MAKING
  • PERCENTUALI AL TIRO
  • ESPLOSIVITÀ

I Miami Heat hanno disperato bisogno di attacco e Keyonte George è uno scorer di razza che ama costruirsi il tiro da solo, soprattutto da dietro l’arco. Agli Heat garantirebbe grande volume di punti in uscita dalla panchina, anche se convince poco la sua inefficienza. Il 37,6% dal campo a Baylor preoccupa, anche perché è conseguenza di uno stile di gioco non molto esplosivo e di un decision making rivedibile che tende a forzare tiri o schiantarsi contro le difese (2,9 TOV a partita in stagione).

Per il prosieguo della carriera di George, sarà importantissimo migliorare il decision making e confermare il potenziale off ball dimostrato quest’anno, per renderlo più giocabile di fianco a compagni ball dominant. Quindi il 32,8% in catch&shoot di questa stagione deve migliorare, ma la tecnica è ottima e c’è fiducia che possa diventare un tiratore off-the-catch affidabile.

19° scelta – GOLDEN STATE WARRIORS

  • KRIS MURRAY (Iowa, Jr.) | 203cm, 100kg

PRO

  • FINISHING
  • CATCH-N-SHOOT UPSIDE
  • IMPATTO DIFENSIVO

IMPROVEMENT AREAS

  • PERCENTUALI IN CATCH-N-SHOOT
  • UPSIDE DA CREATOR
  • ESPLOSIVITÀ

Kris Murray si presenta al Draft con uno skillset molto simile a quello del gemello Keegan. Si tratta infatti di un archetipo di difensore positivo, con taglia e versatilità, e di scorer off ball che finisce bene al ferro (66,1% al ferro in stagione) e tira da 3 sugli scarichi. Nonostante abbia tirato solo con il 33,9% in catch&shoot quest’anno, la forma di tiro convincente e il 39,3% della scorsa stagione sono segnali incoraggianti sul suo potenziale da tiratore.

Non è però un prospetto con molto upside a lungo termine, perché non dispone di atletismo sopra media e di doti di creation, per se stesso o per gli altri, che non siano penetrazioni al ferro usando la forza fisica.

Dopo 3 anni di college è già un giocatore maturo, forse il più pronto a contribuire in una rotazione di alta fascia NBA tra i prospetti fuori dalla top 10, quindi è un fit perfetto per una squadra che deve vincere adesso come Golden State e a cui servono pezzi di rotazione con taglia e a basso costo.

20° scelta – HOUSTON ROCKETS

  • DARIQ WHITEHEAD (Duke, Fr.) | 201cm, 100kg

PRO

  • UPSIDE DA SCORER/CREATOR
  • TIRO CATCH-N-SHOOT
  • UPSIDE DIFENSIVO

IMPROVEMENT AREAS

  • TENUTA FISICA
  • FINISHING

Nel suo anno a Duke, Whitehead ha avuto impatto solo come tiratore (42,9% da 3 e 44,3% in catch&shoot), ma il suo ruolo è stato limitato da un infortunio al piede che lo ha condizionato tutta la stagione e dalle scelte rivedibili di coach Scheyer, che non lo ha valorizzato affidando i compiti di creazione esclusivamente a Proctor e Roach, tenendolo sempre lontano dalla palla.

Se, a seguito della recente operazione, ritrovasse il primo passo e la verticalità di Montverde Academy, Whitehead potrebbe rivelarsi molto di più di uno spot up shooter. Ha infatti upside da scorer e potenziale per avere in futuro un ruolo da protagonista, in grado di crearsi tiri dal mid-range o in penetrazione. Considerando che è anche un difensore positivo, Whitehead è un prospetto su cui i Rockets, ancora lontani dal competere e quindi disposti a scegliere il giocatore con più potenziale a lungo termine, dovrebbero scommettere con la numero 20.

21° scelta – BROOKLYN NETS

  • NICK SMITH JR. (Arkansas, Fr.) | 196cm, 84kg

PRO

  • SELF CREATION
  • UPSIDE DA SCORER

IMPROVEMENT AREAS

  • FISICITÀ
  • INJURY PRONE
  • RIM PRESSURE

Dopo una stagione difficile ad Arkansas, le quotazioni di Smith Jr., inizialmente in top 10, sono calate fino alla 21esima pick. La sua dote migliore è senza dubbio lo scoring. É uno shot maker di alto livello in grado di crearsi il tiro da solo e segnare in tanti modi diversi, e sappiamo quanto manchi creation nel roster dei Nets.

Pericoloso sia da 3, sia in avvicinamento grazie al floater e un tocco davvero delicato, ai Nets potrebbe avere un impatto simile a quello di guardie scoring-first come Malik Monk, magari proprio in uscita dalla panchina.

Le due debolezze che invece hanno fatto calare Smith nelle Board delle squadre sono le percentuali di tiro (37,6% dal campo e 33,8% da 3 al college), che lo hanno reso uno scorer più di volume che di efficienza, e la tenuta fisica. Troppo magro e injury prone, ci sono dei dubbi sull’impatto con la fisicità NBA, sia in difesa sia sulla capacità di andare al ferro con efficienza.

22° scelta – BROOKLYN NETS

  • NOAH CLOWNEY (Alabama, Fr.) | 208cm, 95kg

PRO

  • VERSATILITÀ DIFENSIVA
  • RIM PROTECTION
  • UPSIDE DA TIRATORE

IMPROVEMENT AREAS

  • PERCENTUALI DA 3
  • CREATION

Noah Clowney è un giocatore ancora da costruire, ma se sviluppato con successo potrebbe diventare un archetipo di giocatore pregiatissimo per il basket moderno, soprattutto in difesa. Grazie alla sua lunghezza (208cm con wingspan di 218cm), è un rim protector secondario e ha un’ottima versatilità difensiva, perché è mobile e può marcare sia gli esterni sia i lunghi.

In attacco è ancora molto grezzo, ma ad Alabama ha dimostrato di essere un buon finisher al ferro (67,2% al ferro in stagione) e, soprattutto, di avere potenziale da stretch big, tirando solo il 28,3% da 3 ma con una tecnica incoraggiante. Il resto del suo gioco offensivo è invece al giorno 0.

23° scelta – PORTLAND TRAIL BLAZERS

  • LEONARD MILLER (G League Ignite) | 208cm, 95kg

PRO

  • FINISHING
  • BALL HANDLING
  • UPSIDE DIFENSIVO

IMPROVEMENT AREAS

  • TECNICA DI TIRO
  • BALL SECURITY

Leonard Miller è un prospetto di grande potenziale e versatilità, ma che ha ancora tanto lavoro da fare per trasformare l’upside in impatto di livello NBA. In attacco unisce una dimensione interna molto efficiente, in cui sfrutta la lunghezza e il tocco mancino per finire bene al ferro (66,2% al ferro a Ignite), a una dimensione esterna da slasher con un ball handling eccezionale per la taglia.

In difesa è altrettanto intrigante, perché è lunghissimo (218cm di wingspan), ha la versatilità per marcare sia le ali sia i big e può fungere da rim protector secondario. 

I maggiori dubbi sul suo gioco riguardano la tecnica di tiro e la possibilità di diventare un tiratore affidabile (32,7% su 2,2 tentativi da 3 a Ignite). Il rilascio è molto basso e macchinoso e la palla esce dalle sue mani troppo orizzontale, quasi come se fosse un push shot. Migliorare il tiro sarebbe fondamentale per il suo sviluppo da stretch big e per aggiungere una dimensione alla sua creation dal palleggio. La seconda area di miglioramento, meno preoccupante, è limare i turnover non forzati, le situazioni in cui esagera con la creatività in palleggio, perde il controllo del corpo o è semplicemente distratto.

24° scelta – SACRAMENTO KINGS

  • MAXWELL LEWIS (Pepperdine, So.) | 201cm, 93kg

PRO

  • ATLETISMO, LUNGHEZZA
  • SHOT CREATION UPSIDE
  • SCALABILITÀ OFF BALL

IMPROVEMENT AREAS

  • FORZA FISICA
  • PLAYMAKING

Lewis è una combinazione di atletismo e lunghezza che potrebbe fare molto comodo ai Kings. Nella sua seconda stagione a Pepperdine, chiusa a 17,1 punti di media, Max è stato lo scorer principale della squadra e ha avuto molta libertà di creare e prendersi tanti tiri, spesso anche forzati. Sebbene sia ancora da sgrezzare, ha dimostrato un potenziale da shot creator di livello e, se a questo aggiungiamo la capacità di essere pericoloso anche senza palla grazie a tagli e ottime percentuali in catch&shoot (44,1% in catch&shoot), allora diventa un prospetto interessantissimo che può anche giocare di fianco a giocatori ball dominant come Sabonis e Fox.

Difensivamente ha upside da difensore più che positivo, grazie a wingspan e mobilità. É potenzialmente un difensore molto versatile, ma rischia di essere un po’ leggero per gli standard NBA e questo potrebbe limitarne l’efficacia. Un’altra area su cui lavorare è il playmaking e in generale il decision making (3,3 TOV, 20,1 TOV% quest’anno).

25° scelta – BOSTON CELTICS

  • OLIVIER-MAXENCE PROSPER (Marquette, Jr.) | 203cm, 104kg

PRO

  • VERSATILITÀ DIFENSIVA
  • ATLETISMO
  • TAGLIA

IMPROVEMENT AREAS

  • TIRO DA 3
  • UPSIDE OFFENSIVO

Dopo che i Boston Celtics hanno ceduto Marcus Smart ai Memphis Grizzlies (i dettagli QUI), chi meglio di uno specialista difensivo come Olivier-Maxence Prosper per colmare il vuoto? Al college, lo stopper di Marquette aveva il compito di marcare il miglior giocatore avversario ogni notte e l’ha fatto sempre al meglio, contro tanti archetipi di attaccanti. L’abbiamo visto sulle guardie creator, sulle ali esplosive, sugli scorer principali o sui tiratori in grado di muoversi tanto senza palla e lui ha sempre risposto presente, mettendo in difficoltà chiunque grazie al suo mix di lunghezza, intelligenza e velocità di piedi.

OMP è anche un ottimo tagliante, in grado di finire facilmente sopra al ferro e ottimo nei tagli back-door. Il suo ruolo principale sarà off ball e il tiro da 3 dovrà essere una prerogativa per trovar spazio in una rotazione NBA: attualmente tira con il 33,9%, c’è ancora lavoro da fare, ma la meccanica è fluida e migliorata parecchio dal suo Freshman year ad oggi. 

26° scelta – INDIANA PACERS

  • GG JACKSON (South Carolina, Fr.) | 206cm, 98kg

PRO

  • SHOT MAKING
  • OFF BALL UPSIDE
  • ATLETISMO

IMPROVEMENT AREAS

  • SHOT SELECTION
  • PASSING
  • EFFORT DIFENSIVO

L’upside di GG Jackson è da top 10 di questo Draft 2023, soprattutto per il suo scoring. É uno shot maker di prima fascia con range di tiro e tocco incoraggianti, ma soprattutto con ball handling e coordinazione, per costruirsi il pull-up o andare al ferro, che sono rari per un big.

I difetti del suo gioco che lo hanno fatto scendere fino alla 26 sono la shot selection discutibile, in cui si accontenta troppo spesso del jumper, che ha portato a basse percentuali dal campo (38,4% dal campo a SC), il passing game limitatissimo (0,3 AST/TO) e lo scarso impatto difensivo dovuto a un effort non sempre ineccepibile, nonostante possa essere un difensore positivo vista la taglia e il motor.

Profilo high risk-high reward, una squadra che ha il tempo di aspettarlo come Indiana può prendersi questo rischio con la 26esima pick.

27° scelta – CHARLOTTE HORNETS

  • RAYAN RUPERT (New Zealand Breakers, Francia) | 198cm, 92kg

PRO

  • DIFESA POA
  • PROSPETTO 3&D
  • LUNGHEZZA

IMPROVEMENT AREAS

  • PERCENTUALI DA 3
  • FLUIDITÀ AL TIRO
  • FORZA FISICA

Rupert si presenta in NBA come un grande prospetto difensivo. Mutatis mutandis, ricorda Mikal Bridges, perchè è lunghissimo, versatile e sfrutta le sue braccia infinite (221cm di wingspan) per deviare o rubare tantissimi palloni e tormentare i palleggiatori avversari con la sua difesa POA.

In attacco sa fare un po’ di tutto, ma non eccelle in niente e la sua creation per se stesso e per gli altri è mediocre rispetto agli standard NBA, per questo è destinato a giocare principalmente off ball. Una grande area di miglioramento è il tiro da 3. In stagione ha tirato con il 25,0% su 2,4 tentativi a partita e migliorare le percentuali sarà vitale per diventare una vera guardia 3&D. La forma di tiro rigidina indica che c’è ancora tanto lavoro da fare e che probabilmente ci vorranno anni prima che abbia impatto positivo in un attacco NBA.

Il potenziale a lungo termine però intriga, soprattutto in un contesto come Charlotte perché il suo skillset da specialista difensivo e wannabe floor spacer sarebbe un ottimo fit con una point guard come LaMelo Ball.

28° scelta – UTAH JAZZ

  • BRANDIN PODZIEMSKI (Santa Clara, So.) | 196cm, 90kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • PLAYMAKING CONNETTIVO
  • TOCCO

IMPROVEMENT AREAS

  • ATLETISMO
  • DIFFICOLTÀ NEL CREARE VANTAGGIO

Nella sua stagione da Sophomore di Santa Clara, Podziemski ha viaggiato a 20 punti di media a partita con il 43,8% da 3, guadagnandosi così lo status di first rounder.  Da oltre l’arco ha il pacchetto completo, perché può tirare in catch&shoot (44% in stagione), in movimento e dal palleggio. Inoltre ha ampio range di tiro e non ha paura di prendersi anche sidestep o tiri difficili con l’uomo davanti.

Podz può essere molto funzionale nell’NBA odierna, perché alle doti di scoring aggiunge un ottimo tocco e delle letture di alto livello per se stesso e per i compagni, sia mettendo palla a terra che all’interno di set specifici. 

Il suo principale limite è la mancanza di atletismo e le conseguenti difficoltà in difesa e nel creare vantaggio battendo il proprio marcatore.

29° scelta – DENVER NUGGETS

  • JAMES NNAJI (Barcellona, Nigeria) | 211cm, 102kg

PRO

  • RIM PROTECTION
  • RIMBALZO OFFENSIVO
  • LOB THREAT

IMPROVEMENT AREAS

  • TIRI LIBERI
  • CREATION 1vs1
  • UPSIDE OFFENSIVO

Sembrava improbabile che Indiana usasse tutte le tre pick al primo giro, e infatti i Denver Nuggets ne hanno approfittato. James Nnaji è un big potente e super atletico che porterebbe rim protection (6,5 BLK% al Barcellona) grazie ai 226cm di wingspan e all’abilità di saltare rapidamente e prendere il tempo all’attaccante. In più ha anche discreta versatilità difensiva, perché ha la mobilità necessaria per scivolare nello spazio.

In attacco la sua bag è molto modesta e le sue mani sono marmoree (47,8% ai liberi in stagione). Le poche cose che sa fare però le fa bene, può usare il suo straordinario frame per agire da play finisher (78,6% al ferro) e andare a rimbalzo in attacco (pazzesco 13,2 di offensive rebound %).

30° scelta – LOS ANGELES CLIPPERS

  • BEN SHEPPARD (Belmont, Sr.) | 198cm, 86kg

PRO

  • TIRO DA 3
  • PLAYMAKING SECONDARIO
  • ISTINTI DIFENSIVI

IMPROVEMENT AREAS

  • ATLETISMO
  • MULTIDIMENSIONALITÀ OFFENSIVA

Ben Sheppard è uno straordinario tiratore in catch&shoot, in situazione di spot up o in uscita dai blocchi. Colpiscono non solo le percentuali (41,5% da 3 in stagione), ma anche la forma di tiro velocissima, compatta e sempre uguale.

Inoltre ha buone letture per i compagni e ottimi istinti difensivi con cui si butta sulle linee di passaggio e sporca parecchi palloni (1,4 STL, 2,3 STL%). Tuttavia, non è un difensore sulla palla eccellente per i suoi limiti di atletismo. Infatti non è un atleta esplosivo o potente, e questo limita anche il suo upside da creator e in NBA lo proietta nella dimensione dei role player specialisti del tiro.

Il giocatore è comunque molto maturo, pertanto si prospetta un ottimo fit per i Clippers, trattandosi di un profilo adeguato fin da subito a integrarsi in una contender.