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In questo primo terzo di stagione i Los Angeles Lakers hanno faticato tanto nella metà campo offensiva, risultando una delle peggiori squadre della lega nonostante un’ottima stagione di LeBron James e Anthony Davis e una Free Agency votata ad un miglioramento del rendimento offensivo della squadra. Queste difficoltà hanno portato Darvin Ham e il suo staff ad affidarsi quasi interamente alla metà campo difensiva, optando anche per una nuova starting lineup che ha sollevato non pochi dubbi sia nella fanbase che tra gli addetti ai lavori. Nonostante la nuova identità, la situazione non è migliorata granché per i gialloviola, che continuano ad essere poco convincenti. Cosa dobbiamo aspettarci per il prosieguo della stagione?

Il piano tattico di Ham

Durante l’ultima Free Agency, il front office dei Lakers ha messo a disposizione di coach Ham un roster di buon livello per quanto riguarda la metà campo difensiva. Il gruppo squadra è composto infatti da varie ali dal fisico strutturato e con un buon atletismo come Vanderbilt e Reddish, mentre nel reparto lunghi i gialloviola possono contare sulla presenza di Anthony Davis, uno dei pochi giocatori nella lega in grado di reggere (quasi) da solo un intero sistema difensivo. Il reparto guardie è sicuramente carente e rappresenta il vero punto debole della squadra in questa metà campo: Russell e Austin Reaves sono dei difensori nettamente negativi, sia per doti fisiche che per attitudine e letture; Vincent e Christie, seppur abbastanza competenti dal punto di vista della comprensione del gioco, risultano comunque sottodimensionati e leggeri per poter contenere la maggior parte dei pari ruolo.

A inizio stagione Ham ha riproposto lo stesso gameplan difensivo visto nel finale della precedente annata:

  • drop coverage e trap come strategie difensive principali;
  • tentare di commettere meno falli possibili e, conseguentemente, concedere pochi tiri liberi (i Lakers sono infatti 2° nella lega per FT Rate degli avversari con 16.8);
  • quando nella squadra avversaria è presente un tiratore sotto la media, i Lakers tendono ad ignorarlo e a lasciargli tanto spazio sul perimetro per sfidarlo al tiro, scommettendo sulle sue percentuali dall’arco per tutta la gara.

Fino all’In-Season Tournament questa strategia ha pagato dividendi in diverse circostanze. Al 9 Dicembre 2023, con 23 gare di Regular Season disputate, i Lakers avevano un record di 14-9 ed erano: 7° per Defensive Rating con 111.1, 9° per eFG% avversaria con il 53%, 2° per Free Throw Rate avversaria con 15.2 e 3° per Half-court Defense (difesa schierata a metà campo) con 92.2 punti concessi ogni 100 possessi. Questa la distribuzione di tiro concessa gli avversari nella prima fase della stagione e le percentuali realizzative corrispondenti:

RimShort MidLong MidCorner ThreeNon Corner Three
Frequency30.6%21.4%10.2%9.1%28.7%
Rank10°10°24°17°25°
Accuracy64.2%39.4%43.3%38.8%36.1%
Rank10°22°13°17°
Fonte: CLEANING THE GLASS

Dopo la conquista dell’NBA Cup era legittimo attendersi un breve periodo di flessione causato dalle energie mentali spese durante il torneo e, visti i tanti infortuni di inizio stagione, dalla necessità di alcuni membri del roster di tirare un po’ il fiato anche dal punto di vista fisico. Così è stato, ma il calo è stato decisamente più grave e prolungato di quanto atteso. Dopo l’In-Season Tournament infatti i Lakers hanno totalizzato un record di 4-10 e sono: 19° per DEFRTG con 118.5, 23° per OPP-EFG% con il 57.4%, 7° per OPP-FTRate avversario con 19.4 e 17° per Half-court Defense con 101.6 punti concessi ogni 100 possessi. Questa la shooting diet concessa gli avversari dal 9 Dicembre in poi e le percentuali realizzative corrispondenti:

RimShort MidLong MidCorner ThreeNon Corner Three
Frequency30.9%20.4%9.3%11.3%28.1%
Rank24°25°23°
Accuracy66.9%44.3%38.7%43.7%40.3%
Rank18°13°22°27°
Fonte: CLEANING THE GLASS

La mossa della disperazione

Durante il recente periodo Ham ha tentato di dare una scossa all’ambiente con un cambio di starting lineup parecchio estremo: LeBron, Reddish, Prince e Davis sono rimasti in quintetto, mentre D’Angelo Russell è stato relegato in panchina a vantaggio di Jarred Vanderbilt. Tralasciando gli ovvi problemi offensivi legati a questa lineup, difensivamente la scelta è stata probabilmente motivata dai seguenti fattori:

  • tanti corpi lunghi, grossi e atletici da sfruttare a rimbalzo, sulle linee di passaggio e nella difesa sul punto d’attacco
  • avere la possibilità di ridurre ulteriormente il load difensivo di LeBron così da preservarlo per la metà campo offensiva
  • avere a disposizione la possibilità di ridurre l’uso della drop e poter ricorrere più spesso agli switch contro alcuni matchup

Il numero di possessi giocati da questa lineup (61) costituisce un sample size ridotto e dunque poco qualitativo, però può darci alcune indicazioni interessanti:

  • 101.6 punti concessi per 100 possessi
  • 11.5% di Offensive Rebound% avversaria
  • 18.4 di FT Rate avversaria
  • 14.5 di Turnover% avversaria
  • 90.0 punti per 100 possessi a metà campo
RimShort MidLong MidCorner ThreeNon Corner Three
Frequency20.8%24.5%9.4%11.3%34.0%
Accuracy88.9%70.0%60.0%16.7%25.0%
Fonte: CLEANING THE GLASS

Dal punto di vista delle percentuali concesse il “rumore” è evidente: vista la presenza di Anthony Davis e di due buoni rim protector secondari come LeBron e Vanderbilt, con un sample più ampio probabilmente le percentuali al ferro e dallo short-mid andrebbero a normalizzarsi verso il basso; d’altra parte però le percentuali al tiro da 3 andrebbero a normalizzarsi verso l’alto, con conseguenze peggioramento dei numeri legati al DEFRTG e alla difesa a metà campo. Gli unici dati sostenibili sul lungo periodo sono quelli legati ai rimbalzi e alle palle perse forzate, in linea con le caratteristiche “sulla carta” di questa lineup.

Visti e considerati il rendimento offensivo, i numeri difficilmente sostenibili, il mancato contributo nel miglioramento del record di squadra e i conseguenti malumori venutisi a creare nello spogliatoio gialloviola, potremmo definire questa mossa di Ham un discreto fiasco.

Il gameplan contro le star

Vediamo ora come i Lakers hanno affrontato alcune delle principali stelle della lega, partendo dagli avversari più ostici affrontati durante l’In-Season Tournament: Phoenix e Indiana.

Contro i Suns i Lakers hanno sfruttato poco la drop, ricorrendo principalmente all’Hard-Hedge e all’Heavy Switching (la spiegazione dei termini tecnici la trovate QUI). In queste gare è stato fondamentale LeBron, sempre pronto ad aggredire Nurkic e Eubanks nelle ricezioni sullo short roll; bene anche Reddish contro Booker e in alcuni frangenti Vanderbilt e un sorprendente Wood su Durant. In generale i Lakers sono stati bravi a sfruttare il proprio vantaggio di size e atletismo. Contro Indiana, invece, i Lakers hanno estremizzato ulteriormente il piano gara cercando il blitz o lo switch ad ogni pick&roll di Haliburton ed estendendo la pressione a tutto campo in modo da rallentare i Pacers in transizione e costringerli ad attaccare quasi solo a metà campo, dove le letture di Davis e James hanno fatto la differenza.

Dopo queste gare il sistema difensivo di Ham ha iniziato a scricchiolare, principalmente per errori lontani dalla palla e per un’eccessiva rigidità nelle scelte: è infatti aumentata la frequenza dei tiratori persi tra i blocchi mentre è calato l’effort con cui la squadra si approcciava al sistema di rotazioni necessario per reggere un sistema Hedge, utilizzato costantemente anche quando gli avversari riuscivano ad aggirarlo facilmente per svariati possessi consecutivi.

Uno dei primi campanelli d’allarme è suonato contro Dallas. Come nella gara giocata a Novembre, Ham ha deciso di battezzare alcuni dei tiratori avversari così da togliere la palla dalle mani di Doncic e costringere i compagni a prendere decisioni e segnare più punti possibili: gli uomini individuati erano Williams, Jones Jr. ed Exum. In questa gara però i Lakers hanno estremizzato la scommessa sulle percentuali dei suddetti giocatori, rifiutandosi di cambiare il piano difensivo nonostante delle percentuali realizzative ottime; un esempio lampante è stato quello di Reaves che nel quarto quarto si è spesso posizionato nei pressi dell’area lasciando il proprio uomo, Exum, da solo in angolo con metri di spazio nonostante un’ottima serata al tiro, conclusa con un 7/9. Le letture di Luka e la sua capacità di punire gli switch hanno fatto il resto. Piccola nota a margine: ottima trovata di Kidd quella di sfruttare Holmes per portare dei Gortat Screen contro Davis e impedirgli di contestare i tiri su alcune penetrazioni.

Dopo una striscia di sconfitte consecutive Ham ha optato per il cambio di lineup in favore di un approccio votato maggiormente allo switch. L’esordio è avvenuto contro i Thunder di Shai che, come nell’incontro del 30 Novembre, ha distrutto i gialloviola in ogni situazione e contro ogni coverage:

  • ogni accoppiamento favorevole, Prince o Reaves, trovato in semi transizione o in seguito ad uno switch è sempre stato attaccato rapidamente e punito con un canestro e/o un viaggio in lunetta
  • in isolamento non ha mai avuto difficoltà nel creare separazione per un jumper dalla media, nonostante la differenza di taglia e peso sia contro Reddish che con Prince
  • contro i raddoppi è sempre stato bravo a far uscire la palla con i tempi giusti, sia in situazioni di blitz in punta trovando lo skip pass in angolo sia in situazioni di ricezioni in post medio trovando Holmgren in ala

I Lakers sono riusciti a portare a casa la partita solo grazie ad un po’ di shooting luck e ad un LeBron offensivamente maestoso.

Contro Minnesota l’esito è stato più o meno lo stesso, con un Edwards sostanzialmente inarrestabile. I Lakers hanno provato a mostrargli diverse coverage ma Ant ha sempre trovato il modo di punire i gialloviola:

  • contro gli hedge in un paio di situazioni ha commesso degli errori nei passaggi, non tanto concettuali quanto di pura esecuzione (pallone eccessivamente lontano dal corpo del compagno o passaggi troppo forti a distanza ravvicinata), ma generalmente ha fatto uscire il pallone con i tempi giusti trovando bene sia il rollante che l’uomo in angolo o è riuscito, grazie al suo atletismo e alla complicità di un Reddish impresentabile, ad aggirare il raddoppio
  • nei momenti in cui i Lakers decidevano di cambiare, Ant è andato spesso a cercare uno tra Prince e Reaves per poi penetrare con una facilità disarmante e guadagnarsi un canestro e/o dei liberi; ha saltuariamente punito anche Davis con un paio di jumper dalla media
  • è stato particolarmente efficace anche senza palla, punendo le costanti disattenzioni di Reddish sia in situazioni di taglio che nel liberarsi sul perimetro e giocando dei buoni hand-off in ala per poi girare l’angolo e arrivare lanciato al ferro

Fumo o arrosto?

I Lakers visti nell’ultimo mese sono probabilmente troppo brutti per essere veri e la situazione potrebbe stabilizzarsi dal punto di vista del rendimento difensivo: il materiale a disposizione di Ham è valido e la squadra lo ha dimostrato a più riprese, sta a lui mettere i giocatori nelle migliori condizioni per rendere bene. In particolare potrebbe essere utile una maggiore stabilità con le lineup e lo stagger di alcuni giocatori palesemente incompatibili:

  • bisogna eliminare i minuti in cui DLo, Reaves e Prince condividono il campo contemporaneamente
  • vanno ridotti sensibilmente i minuti di Reddish, relegandolo ad un ruolo secondario dalla panchina; i suoi minuti dovrebbero essere poi ridistribuiti tra Christie e Vanderbilt e almeno uno di loro dovrebbe andare nella starting lineup
  • Vanderbilt e Reddish non devono mai essere in campo insieme, visti gli ovvi problemi offensivi creati dalla loro convivenza e dalla ridondanza in difesa
  • i minuti di Vanderbilt devono essere accoppiati il più possibile con quelli di Wood, così che possa coprire difensivamente l’ex Dallas e, a sua volta, beneficiare dello spacing offerto dal compagno per risultare meno dannoso in attacco e dunque poter stare in campo per più minuti

Allo stato attuale i Lakers, almeno a livello di Regular Season, probabilmente non saranno mai una difesa elitaria ma hanno tutto il potenziale per poter essere una da bassa top 10. L’obiettivo da qui in avanti deve essere quello di consolidare i principali schemi difensivi e rodare alcuni meccanismi in ottica Playoffs, dove la difesa potrebbe, come lo scorso anno, fare un salto di qualità grazie alla grande fisicità e alle letture di Davis e James, diventando a quel punto elitaria. Se poi dal mercato dovesse arrivare un difensore Point of Attack di livello il discorso potrebbe cambiare…