Foto: Essentially Sports

Questo contenuto è tratto da un articolo di Evan Bell per Sportskeeda, tradotto in italiano da Stefano Tedeschi per Around the Game.


Il rapporto di Shaquille O’Neal con i media è stato per lungo tempo tumultuoso e ben diverso da quello che vediamo oggi. Uno dei momenti più critici dell’Hall of Famer accadde nel 2003, quando era nella seconda parte della sua esperienza ai Lakers. 


Nell’anno dopo il threepeat, O’Neal finì sui titoli dei quotidiani per i motivi sbagliati e suo padre di certo non mancò di sottolinearlo. Nella lega era appena sbarcato Yao Ming, il gigantesco centro di 2.30 metri che aveva iniziato la sua carriera negli Houston Rockets. Durante la rookie season del cinese, Shaq fece un’infelice uscita a sfondo razzista durante un’intervista in TV, richiamando un classico sfottò anglosassone verso la lingua orientale:

Sapete cosa dovete dire a Yao Ming? “Ching-chong-yang-wah-ah-soh”

Shaq non realizzò da subito le conseguenze delle proprie parole, finchè non si trovò sommerso dalla critiche e chiese scusa pubblicamente.

Durante una recente intervista su “Hot Ones”, O’Neal ha rivelato come sia stato l’intervento del suo padre adottivo, Philip Arthur Harrison, assolutamente scontento dell’accaduto, a convincerlo a fare un mea culpa davanti ai media. Per papà Philip, Shaq doveva mostrare a Yao e al popolo cinese il giusto rispetto.

Le scuse di O’Neal furono il punto di partenza per la nascita di un’amicizia, resa possibile dalla disponibilità di Yao ad accettare le scuse del suo collega. Ming ha colto l’occasione per affrontare pubblicamente il tema del divario culturale durante un’intervista per il Los Anegeles Times, dicendo: 

Penso che ci siano molte difficoltà nel confronto tra due diverse culture, soprattutto quando si tratta di due Nazioni così vaste come la Cina e gli Stati Uniti. Le distanze nel mondo si stanno accorciando e la comprensione reciproca migliorerà.

Successivamente, O’Neal ha imparato a pronunciare una frase di scuse in cinese, così da scusarsi con Ming e dare prova della propria buona fede. E la storia avrà un lieto fine, con i due protagonisti che svilupperanno una sincera amicizia fuori dal campo; l’ex Lakers ha dichiarato che quando si reca in Cina, ancora oggi non manca mai di fare visita a Yao.

Anni più tardi, poi, in occasione dell’introduzione nella Hall of Fame, Shaq è ritorno sull’argomento, sdrammatizzando e dando prova che l’attrito del 2003 era cosa ormai superata: